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Ripartire dal Sud tecnologico? Ai cittadini di Napoli un token in premio per la raccolta dei rifiuti ingombranti

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Il racconto di un tour itinerante per comprendere l’approccio delle piazze del Mezzogiorno rispetto alla digitalizzazione.

Ho accolto molto volentieri e con estrema curiosità l’invito dell’Avv. Alessandro Ghiani, scrittore blogger ed appassionato delle nuove tecnologie, a partecipare al suo innovativo tour itinerante, al fine di comprendere quale fosse l’approccio delle tante persone incontrate nelle principali piazze del Mezzogiorno, rispetto alla digitalizzazione. 

Il tour, che ha toccato diverse località del Sud Italia come: Castellamare di Stabia, Torre del Greco, Acquaviva delle Fonti, Matera, Napoli, Praia a Mare, Rossano e Bova Marina, al contrario di quanto solitamente avviene nei numerosi convegni, meet up, round table e conferenze, in cui la platea è composta da una ristretta cerchia di persone, di rappresentanti di aziende e della pubblica amministrazione, già addentro alla trasformazione digitale, immediata è stata la mia percezione di grande difficoltà, da parte della gente comune, di comprendere i temi che, pur con semplicità e lontano da troppi tecnicismi, i miei compagni di viaggio ed io tentavamo di trattare. 

Ciò ha avallato ancor di più la mia ben radicata idea che l’alfabetizzazione digitale debba essere parte integrante di un sistema scolastico che ora non può più ignorare l’importanza e la centralità delle nuove tecnologie e delle infrastrutture ad esse collegate. Il problema maggiore sicuramente è la mancanza di una strategia nazionale che porti, anche nei territori più piccoli, la formazione e informazione del digitale e questo spiega perché, quando trattavo la tematica della Blockchain, nessuno ne fosse a conoscenza, esattamente come l’AI e l’IoT; mentre pochissima, o molto lacunosa, popolarità aveva il Bitcoin. Il dato tangibile più preoccupante è che, la fascia d’età compresa tra i 30 e i 55 anni, ignori, per paura, disagio o rifiuto, l’importanza della conoscenza e dell’utilizzo del diigtale per migliorare la quotidianità di tutti.

Viceversa, i ragazzi della fascia di età compresa tra i 13 e 25 anni (non a caso definiti “nativi digitali”), sono fortemente interessati a questo mondo, soprattutto con l’utilizzo dei social, principalmente Tik Tok e Instagram.

Dopo l’emergenza Covid, il nostro Paese ha l’obbligo di ridurre il gap con quegli Stati che hanno saputo cogliere la sfida di una del tutto nuova modernità data dalla digital innovation e, finalmente, utilizzare e valorizzare al meglio le eccellenze italiane nel settore tecnologico, composte da giovani menti entusiaste, brillanti e con tanta voglia di fare bene.

Le best practices di Acquaviva delle Fonti e Napoli

Analizzando il polso delle località dove ho partecipato in prima linea, sono rimasto piacevolmente colpito dalla realtà di Acquaviva delle Fonti e Napoli, le cui amministrazioni locali sono pronte a recepire il cambiamento dato dalle nuove tecnologie, incentivando i cittadini ad una vera e propria cultura digitale, con erogazione di alcuni servizi. 

Ad esempio a Napoli è utilizzato un token in premio per sollecitare i cittadini alla raccolta di rifiuti particolari (cucine, materassi ecc), con la duplice finalità di tutelare l’ambiente e approcciare all’utilizzo del digitale. Come funziona? Il cittadino scarica l’app, inserisce i dati personali, e quando va al centro di raccolta dei rifiuti ingombranti, l’operatore ecologico assegna un “coupon”, uno sconto per l’acquisto del nuovo materiale che ha smaltito.

Un tentativo, questo, di muovere un ecosistema interno, certo con qualche incongruenza forse, ma almeno con la voglia di cambiamento in una città, come quella partenopea, che intende innovarsi nel profondo e creare una economia alternativa e di svolta rispetto a quella attuale, ora agli sgoccioli e non più sostenibile. 

Straordinario è il fatto che proprio Napoli, e quindi la Campania, dopo la Sicilia (grazie alla determinazione e lungimiranza dell’On. Jose Marano), abbiano messo sul tavolo del loro Consiglio, la prima legge regionale sull’utilizzo della Tecnologia/Protocollo Blockchain.

Un Sud finalmente all’avanguardia e attore principale di quella trasformazione che dovrà coinvolgere, in tutto il nostro Paese, un cambio di paradigma culturale e sociale, così da mettere al centro l’uomo. Una rivoluzione attuata da una tecnologia orizzontale, democratica e a tutti accessibile.

La strada tracciata sicuramente è lunga e tortuosa da seguire ma, siamo in molti oggi ad essere impegnati in un lavoro di sensibilizzazione su tematiche così nevralgiche per il benessere individuale e collettivo. Personalmente porto avanti con grande impegno e passione un duplice obiettivo: implementare e sviluppare per il Ministero della Difesa progetti molto interessanti ed innovativi, come il P2P nel settore energetico in grado di apportare grandi vantaggi alla comunità; ed informare, mobilitare e coinvolgere le Pubbliche Amministrazioni centrali e dislocate, illuminando sulle grandi e larghe prospettive che le nuove tecnologie possono aprire anche in ambito amministrativo.

Tra i tanti progetti portati alacremente avanti dal Ministero dell’Innovazione ed accolti dalla Commissione europea, si sostiene, attraverso un voucher di 500 euro da erogare ai cittadini italiani delle fasce più fragili, la diffusione capillare di strumenti informatici, quali PC e tablet.

Ora, pur comprendendo ed appoggiando appieno l’ottima iniziativa, perché tali mezzi tecnologici non possono più essere considerati beni accessori, ma essenziali nella quotidianità di ciascuno, ritengo che la questione nevralgica, oltre all’accessibilità, sia la comprensione, la consapevolezza e la padronanza del digitale: se regalassimo una magnifica e fiammante Ferrari a qualcuno e quel qualcuno non possedesse la patente di guida o non conoscesse il codice della strada, potrebbe mai guidare l’auto al meglio delle sue caratteristiche, rispettando i sacrosanti parametri di sicurezza per sé e per gli altri?

Per questo reputo che la Formazione e l’Informazione debbano essere obbligatorie per tutti cittadini, partendo da un sistema scuola che sappia finalmente educare alla cultura digitale. Riporto le parole di Luciano Floridi, Prof. di Filosofia presso l’Università di Oxford, che meglio non potrebbero esprimere anche il mio pensiero: “Portare i computer in classe ha poco senso se non li si sa usare. Allo stesso modo offrire la banda ultra larga dove è diffusa l’idea che l’economia digitale sia la ciliegina sulla torta, quando ormai è la torta stessa, è come costruire cattedrali nel deserto. (…) E’ la formazione che crea la domanda per l’infrastruttura, non il contrario”.

Partendo da questo presupposto, in cui profondamente credo, ho sempre messo a disposizione di tutti (sia all’interno del Ministero della Difesa, che come membro dell’Associazione EvoDigitale, sposando il progetto di Formazione nelle scuole Elementari, Medie e Superiori, che sta già ricevendo adesioni e partecipazione a livello nazionale) le mie competenze, affinché attraverso una divulgazione il più capillare possibile, si possa prendere consapevolezza della nuova realtà in movimento.

Tornando al Tour credo sia necessario avere una leadership seria, con una road map credibile, a sostegno di cittadini, imprese ed utenti dei servizi, affinché tutti comprendano quanto il digitale sia ormai insito in ogni ambito.

Non c’è più tempo da perdere perché più tardi l’uomo prenderà coscienza dell’enorme influenza che il digitale ha, già da parecchio, sulla propria vita, più subirà la tecnologia piuttosto che esserne artefice. 

Personalmente, con tanta passione, senso civico e soprattutto etico, tento di far comprendere le opportunità che per tutti si aprono con l’utilizzo massivo di quella che rappresenta per me una tecnologia Sociale, la Blockchain perché con la rivoluzione che sta apportando in tantissimi settori in termini di fiducia, trasparenza ed accessibilità, il #buonfuturo è alle porte per tutti!

Un cambio di paradigma culturale e sociale, dal quale tutti trarranno beneficio, grazie alla responsabilizzazione, alla consapevolezza e all’aumento di livello culturale in ambito tecnologico (Indice Desi).

L’Italia digitale, ora quartultima in Europa e 17esima per connettività, ha messo a nudo con l’emergenza Covid-19 tante problematiche, che da qui tenteremo di sanare per avviare un percorso a lungo termine e con una visione ad ampio raggio, perché l’Italia ha diritto e merita quanto di meglio il progresso è in grado di offrire. Ma non esiste vero progresso se i benefici non sono a disposizione di tutti!