L'INTERVISTA

‘Ripartiamo dalla Strategia Energetica Nazionale’. Intervista a Francesco Profumo (IREN)

di |

'Per il settore delle utilities passi avanti con la Legge di Stabilità del dicembre scorso che favorisce le aggregazioni'.

Chiacchierata con Francesco Profumo sulla politica energetica italiana, le utilities e il connubio teleriscaldamento-fonti rinnovabili. Già Ministro dell’Istruzione, ingegnere e accademico, dal giugno del 2013 Profumo è il Presidente di Iren, multiutility  con sede direzionale a Reggio Emilia e sedi operative a Genova, Parma, Piacenza e Torino. L’azienda opera nei settori dell’energia elettrica e termica per teleriscaldamento, del gas, della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali e per le Pubbliche Amministrazioni.

Key4biz. L’energia, pur essendo il crocevia essenziale di ogni attività, sembra non poter contare in Italia di una vera e propria strategia complessiva. Insomma di politica energetica si parla ancora poco. Lei cosa ne pensa?

Francesco Profumo. Credo sia importante ripartire dalla Strategia Energetica Nazionale, documento programmatico pubblicato nel marzo 2013, aggiornandola rispetto alle dinamiche incorse dal marzo 2013 ad oggi, al mutamento sempre più rapido dello scenario nazionale e internazionale e alle prospettive di sviluppo nel medio termine. Occorre poi utilizzare questo documento programmatico, visto che c’è, e renderlo punto univoco di riferimento per le scelte di politica energetica e le azioni conseguenti da mettere in atto.

Key4biz. Per quanto riguarda il settore delle utilities, secondo lei è stato fatto abbastanza?

Francesco Profumo. Certamente un importante passo avanti è stato fatto con il varo della Legge di Stabilità approvata a fine dicembre che contiene norme tese a favorire e incentivare le aggregazioni tra le utilities al fine di razionalizzare un settore ancora troppo frammentato che conta 1.350 aziende ex municipalizzate con un fatturato globale di 40 miliardi di euro, di cui la metà è realizzato dalle principali 4 utilities (Iren, Hera, A2a e Aea) che potrebbero quindi rappresentare importanti poli di aggregazione per le piccole medie multiutilities.

Key4biz. Il suo Gruppo è leader in Italia nel teleriscaldamento e ha firmato recentemente una lettera di intenti per supportare la Serbia nel processo di modernizzazione della propria rete. Ma è veramente conveniente come sistema?

Francesco Profumo. Nel 2014 Iren ha servito oltre 800 mila abitanti, sfruttando calore prodotto per l’80% da fonte cogenerativa ed evitando così emissioni per 864 mila tonnellate di CO2. Da questi dati si percepisce subito il significativo impatto positivo del teleriscaldamento sull’ambiente. Il teleriscaldamento offre inoltre la possibilità di diversificazione delle fonti di calore e quindi maggior sicurezza degli approvvigionamenti, possibilità di utilizzo e sviluppo delle fonti rinnovabili e consente il recupero di fonti di calore altrimenti disperse.

Key4biz. Quali i vantaggi per il singolo cliente rispetto all’uso dei tradizionali combustibili?

Francesco Profumo. La sensibile riduzione del costo in termini di consumi e di manutenzione dell’impianto, l’esonero da pratiche di prevenzione incendi e relativi adeguamenti, nessun limite nel tempo di funzionamento giornaliero dell’impianto, quindi recupero di spazi nella centrale termica, eliminazione caldaie, serbatoi, camini etc. Le centrali che fanno parte del nostro sistema integrato di cogenerazione e teleriscaldamento sono concepite con le più avanzate tecnologie e garantiscono una efficienza dell’ordine del 90% mentre per il telecontrollo delle stazioni di scambio termico il sistema progettato da Iren è stato recentemente premiato con il Premio Innovazione ICT 2014 di Smau.

Key4biz. Quali le possibilità di coniugare le fonti di energia rinnovabile con il teleriscaldamento?

Francesco Profumo. Il connubio teleriscaldamento-fonti rinnovabili è uno dei più virtuosi che ci possa essere, ma anche uno dei più complessi da realizzare e gestire sia dal punto di vista tecnico sia dal punto di vista economico e finanziario.

Key4biz. Per quali ragioni?

Francesco Profumo. Ad esempio, in una rete grande come quella di Torino l’acqua scorre nelle tubazioni a 120°C mentre i sistemi a fonte rinnovabile per produrre calore arrivano a 70-80 °C. Inoltre, per grandi sistemi, non sarebbe pensabile poter utilizzare legna, come cippato, pellet o altro, poiché si indurrebbe sulla città un inquinamento straordinario da polveri sottili prodotte dalla combustione della legna. Per quanto riguarda sistemi di taglia minore da realizzare in piccoli comuni o in porzioni di territorio, per esempio un isolato di una grande città, il solare termico potrebbe rappresentare una valida alternativa alla legna e alle pompe di calore o un’intelligente integrazione alle altre tecnologie “verdi”.

Key4biz. A breve partirà il progetto Torino LED con l’installazione di oltre 50.000 nuove lampade a led nell’arco di un biennio. In quali benefici si tradurrà l’operazione per la città?

Francesco Profumo. Il progetto Torino LED consentirà alla città di ottenere importanti benefici sul fronte economico, dimezzando i consumi di energia elettrica degli impianti interessati dall’intervento. Mediamente ove oggi vi è una lampada a vapori di sodio di potenza 150 watt questa verrà sostituita con un apparecchio a led da circa 72 watt. Sarà Iren Servizi e Innovazione a sostenere l’investimento di efficientamento energetico, ricevendo in cambio una quota parte del risparmio economico conseguito durante il periodo di durata del contratto, complessivamente dodici anni.

Key4biz. In prospettiva, il progetto potrà essere esteso anche al contesto della città metropolitana?

Francesco Profumo. Certamente, prevedendo ulteriori sviluppi, quali, ad esempio, l’implementazione di sistemi di sicurezza e di monitoraggio ambientale, del wi-fi, del controllo dei flussi veicolari, o dell’informativa dinamica ai cittadini. Inoltre ci sarà una ricaduta anche sul fronte occupazionale, in quanto si stima che, per i lavori necessari alla posa dei nuovi apparecchi illuminanti, saranno impiegati alcune decine di addetti per circa due anni.