carcere fino a 7 anni

Revenge porn. Domani (di nuovo) il voto alla Camera. Ma c’è l’accordo col Governo. Cosa prevede la norma

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Domani alla Camera di nuovo il voto per introdurre nel codice penale il reato del ricatto sessuale. C’è accordo bipartisan sull’emendamento di Federica Zanella (Fi): ‘Sono contenta dell’accordo politico, perché è una battaglia di cività, le vittime non aspettano’.

Il revenge porn, ovvero la diffusione non autorizzata in Rete di fotografie e video intimi a fine denigratorio, lede in maniera gravissima la dignità e la reputazione di una persona. E anche spingere al suicidio, come il caso di Tiziana Cantone, dopo la diffusione sul web e su WhatsApp di suoi video privati.

Domani Montecitorio, dopo la bocciatura della settimana scorsa dell’emendamento di Laura Boldrini, è di nuovo chiamato a votare l’emendamento, inserito nel disegno di legge “Codice Rosso” contro le violenze sulle donne, presentato da Federica Zanella (Forza Italia), che introduce il reato di “diffusione di immagini o video privati sessualmente espliciti” nel codice penale. “Sono contenta di aver bloccato, con le altre colleghe, il voto in Aula”, ci ha detto Zanella, che si occupa da anni di queste tematiche, anche in altri ruoli professionali, e con Fi ha presentato già quattro proposte di legge in merito: “è una battaglia di cività, le vittime non aspettano. M5S puntava a mettere la sua bandierina politica sul tema e sono soddisfatta, invece, che domani ci sia un voto bipartisan”, ha concluso.

Infatti M5S e Lega hanno cambiato idea e trovato nelle ultime ore l’accordo: domani, hanno dichiarato, voteranno a favore dell’introduzione del reato. 

“Sul revenge porn”, ha detto Luigi Di Maio, “va bene approvare una legge più organica, ma per me martedì quell’emendamento, che ha già i numeri in Parlamento, va votato. È una norma sacrosanta”.

Segnali di accordo sono stati mandati anche dalla Lega. 

“Gli esiti possono essere fatali, anche perché dopo un clic si perde il controllo di ciò che è stato pubblicato in rete. La Lega ribadisce l’assoluta necessità di riconoscere il revenge porn come reato, colmando l’attuale vuoto normativo”, ha affermato in una nota il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.

Revenge porn, l’emendamento nel dettaglio. Pene da 6 mesi a 7 anni

Ecco, nello specifico, cosa prevede l’emendamento, visionato da Key4biz, che prevede l’introduzione di una nuova fattispecie di reato: la diffusione di testi o immagini a contenuto sessualmente esplicito (Sexting) e, quale aggravante ad effetto speciale, l’utilizzo di questi materiali a scopo di vendetta da parte del coniuge, del partner in ragione della cessazione del legame, sia esso matrimoniale di unione civile o di mera convivenza (Revenge Porn)

È punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”, si legge nel testo “chiunque, pubblica o divulga attraverso strumenti informatici o telematici immagini o video privati sessualmente espliciti, comunque acquisiti, realizzati o detenuti, senza il consenso delle persone rappresentate”.

La pena della reclusione è più severa, da due a sette anni, se a commettere il reato è il coniuge, fidanzato o ex marito o partner. 

La pena è aumentata fino alla metà:

1) se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità;

2) se l’acquisizione delle immagini o dei video pubblicati o divulgati è stata realizzata all’insaputa della vittima.

Il delitto è punito a querela della persona offesa, ma si procede tuttavia d’ufficio se il fatto è commesso nei confronti di un minore o di una persona con disabilità.