meglio non fidarsi

Regolare i big tech, Germania e Francia non aspettano le nuove regole dell’Ue

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L’autorità per la concorrenza tedesca impedisce già ad Amazon di favorire i propri prodotti sulla piattaforma. In Francia disegno di legge del Governo per obbligare Facebook e Twitter a moderare i contenuti di odio.

Può suonare come una beffa alla Commissione europea, in particolare a Thierry Breton, Commissario Ue al Mercato Interno, e a Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione Ue e titolare della Concorrenza. 

Germania e Francia, i Paesi guidati da Merkel e Macron, i due principali protagonisti dell’attuale Unione europea, non si fidano dei tempi troppi lunghi di Bruxelles per approvare il Digital Services Act (DSA) e il Digital Market Act (DMA). Così nei due Stati, rispettivamente, già si procede a regolare i big tech secondo leggi nazionali, in attesa di quelle dell’Ue.

La Germania limita il dominio di Amazon

Oggi, il regolatore della concorrenza tedesco – il Bundeskartellamt, ha acquisito la capacità di limitare le attività delle aziende tecnologiche. Ad esempio, un gigante dell’eCommerce dominante, come Amazon, non sarà autorizzato a favorire i propri prodotti rispetto a quelli venduti da venditori di terze parti sulla sua piattaforma, né a ostacolare i suoi concorrenti nascondendo loro determinati dati.

Questo tipo di abuso di mercato era già illegale in Germania, come lo è altrove in Europa – la differenza cruciale è che il cane da guardia tedesco può ora imporre restrizioni prima che l’abuso venga commesso. Può persino intervenire nei casi in cui un’azienda non è ancora dominante nel suo mercato, ma rischia di diventarlo presto.

Cosa prevede il Digital Market Act

Per proteggere la libera concorrenza, il Digital market act prevede che le piattaforme rispettino le regole della libera competizione per evitare ogni tipo di oligopolio e di pratica scorretta o abuso di posizione dominante.

Il Governo francese: “I social obbligati a moderare i contenuti d’odio”

In Francia, per quanto riguarda la disinformazione e l’incitamento all’odio, o scorso fine settimana, il governo ha emendato un disegno di legge sui “principi repubblicani” – che riguarda principalmente la lotta all’estremismo islamista – per includere obblighi di moderazione dei contenuti per le grandi piattaforme online. 

L’emendamento è estremamente simile alla proposta del Digital Services Act della Commissione per richiedere alle aziende Big Tech di essere responsabili e trasparenti su come combattono i contenuti illegali sulle loro piattaforme.

Cosa prevede il Digital Service Act

Infatti, nel Digital service act aumentano le responsabilità a carico delle cosiddette Big Tech nell’esercizio di contenimento e repressione di ogni tipo di manifestazione di illegalità online (tra cui anche la disinformazione o fake news, truffe e furti online, linguaggi d’odio, cyber terrorismo, cyber bullismo, pedopornografia, violazione del copyright).

A dover essere protetti sono i contenuti e certamente i dati. Per questo, una volta approvato il DSA sarà loro chiesto di potenziare ed adattare i loro algoritmi per un monitoraggio più approfondito nella ricerca di contenuti illegali e nella loro immediata rimozione.

https://twitter.com/cedric_o/status/1350451023589085184

Cédric O, il capo dell’economia digitale francese, ha dichiarato in un tweet che la mossa era “in previsione” della legge sui servizi digitali dell’UE. Il piano prevede che l’emendamento ha validità fino alla fine del 2023, momento in cui il Digital Services Act e il Digital Market Act dovrebbero entrare in vigore nell’Ue. Se non dovesse accadere, in Francia e Germania c’è già il piano B, che potrebbe essere replicato anche negli anni successivi.