Mercato Ict

Rapporto Assinform: mercato ICT in ripresa dell’1,1% nel 2015

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Presentato oggi il Rapporto Assinform 2015 in collaborazione con NetConsulting: prevista crescita dell'1,1% su base annua grazie ai segmenti Cloud, IoT e nuove applicazioni e software

Dopo anni di difficoltà, il mercato italiano dell’Ict ha ripreso a dare segnali positivi. E’ quanto emerge dal Rapporto Assinform 2015, presentato oggi all’Auditorium dell’Expo di Milano e realizzato in collaborazione con NetConsulting. Secondo il rapporto, che conferma le stime di crescita già diffuse a marzo scorso, “se il 2014 registra ancora un calo dell’1,4% (era stato -4,4% nel 2013/12), per un volume di affari di 64.234 milioni euro, vi sono ormai segmenti emergenti in forte crescita che, iniziata nella seconda parte dell’anno, è attesa consolidarsi sull’onda delle componenti più innovative. Confermate quindi le previsioni di una crescita dell’1,1% a fine 2015”. A trainare la svolta sono i segmenti Cloud, Internet delle cose, nuove applicazioni e soluzioni software.

I numeri

 

In termini di componenti di mercato, si legge nella nota Assinform, l’incremento positivo riguarda il software e soluzioni di nuova generazione (+ 4,2%), i contenuti digitali e la pubblicità online (+ 8,5%), i servizi di data center e cloud computing (+37%). Si è confermato il decollo dell’Internet delle Cose (+13%) spinto dai settori dell’energia e dei trasporti. Hanno registrato crescite a due cifre l’e-commerce (+17%, trainato anche dal mobile commerce), e le piattaforme gestione web (+ 13,8%).  Anche i PC che sono tornati a crescere (+5,2% i desktop; +10,3% i laptop).

Investimenti

Ma il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto è la ripresa degli investimenti in Ict nel 2014 da parte dei più importanti settori dell’economia italiana: industria manifatturiera + 0,6% su base annua (a fine 2013, il decremento era stato di -7%), banche +1,1% (-0,8% nel 2013), assicurazioni  +1,5% (-3,6%) utility +1,8% (+ 0,6%), Tlc e media + 0,9% (-0,2%), viaggi e trasporti + 0,8% (-5,7%).

Pubblica Amministrazione

Alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la Pa per la quale, invece, è proseguita la contrazione degli investimenti in Ict, seppur con un ritmo in attenuazione. I dati relativi alla spesa digitale nel 2014 della Pa centrale (-2,6%), Pa locale (-2,1%) e della Sanità (-2,2%), se pur migliorati rispetto al passato (nel 2013 la Pa centrale aveva registrato -11,6%, quella locale -7,1%, la sanità
-4,6%), mostrano ancora le difficoltà della digitalizzazione in ambito pubblico. “La digitalizzazione della Pa non solo è essenziale per l’efficientamento della macchina pubblica, ma può innescare, per le tante interazioni che sussistono fra Pa, cittadini e imprese, un’accelerazione delle transazioni digitali trasversale a tutti settori e nel territorio. – ha detto il presidente Assinform Agostino Santoni – Una spinta che si può sommare a quanto già sta avvenendo spontaneamente in non pochi ambiti e che dovrebbe indurre a guardare in modo nuovo alle politiche per lo sviluppo, l’innovazione e l’occupazione”.

 

Digitale per crescere. Il manifesto dell’Italia che ci crede

Il documento “Digitale per Crescere – Manifesto Assinform per l’Italia che ci crederiassume le indicazioni dei gruppi di lavoro di Assinform e Confindustria Digitale per dare più rapida attuazione alla Strategia per la Crescita Digitale.

Sette le priorità individuate:

  1. Cultura digitale diffusa, perché è condizione non solo di inclusione, ma anche di domanda di nuovi servizi digitali;
  2. Sviluppo di ecosistemi digitali, perché la competitività si gioca sempre più sulla capacità di avvalersi di reti dinamiche di collaborazione a tutti i livelli – imprese, Pa, università, centri di servizio, comunità sociali, ecc.;
  3. Vita digitale, con l’IoT, che va creando scenari di grande interesse per il benessere, l’efficienza energetica, la sicurezza, la mobilità e l’ambiente e l’innovazione di prodotto;
  4. Pa Digitale, perché la digitalizzazione può fare della PA un potente motore di cambiamento a livello si sistema;
  5. Impresa digitale, perché conviene estendere le attività di e-Business (B2B, B2G, ecc.) e di e-Commerce in tutti i settori produttivi e manifatturieri, favorendo l’ammodernamento e l’aggregazione per distretti, filiere ed ecosistemi di un tessuto produttivo altrimenti troppo frammentato;
  6. Ricchezza digitale, perché i dati e le informazioni crescono rapidamente in quantità e qualità e stanno già diventando il ”capitale” e la materia prima per creare nuova imprenditorialità, lavoro, e innovazione;
  7. Sicurezza digitale, perché essa è prerequisito per lo sviluppo dei servizi in rete.

Per ciascuno di questi aspetti – ha precisato Santoni – abbiamo indicato azioni che coinvolgono istituzioni, imprese e amministrazioni, la cui rapida attuazione è la chiave per imprimere al Paese quella marcia in più per chiudere il gap di competitività e rilanciare i processi di crescita”.