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Quarantena e traffico Internet: il sistema reggerà?

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Tutti a casa, in seguito all’inasprimento delle misure imposte dal governo Conte nel tentativo di rallentare l’epidemia da coronavirus. Come si comportano le nostre reti?

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Tutti a casa, in seguito all’inasprimento delle misure imposte dal governo Conte nel tentativo di rallentare l’epidemia da coronavirus: ad oggi solo alimentari, farmacia, edicole, tabacchi e benzinai sono aperti, mentre tutte le altre attività commerciali hanno dovuto abbassare le serrande e anche imprese e aziende, per quanto possibile, stanno sforzandosi per far lavorare tramite smart working i propri dipendenti.

Ma visto il picco di utenti collegati contemporaneamente, a cui si aggiungono anche bambini e ragazzi per la teledidattica, l’infrastruttura di rete continuerà a garantire un servizio efficiente oppure c’è un rischio di collasso?

A caccia di banda per lo streaming video

La fibra ottica in Italia, anche in versione FTTC, è ad oggi la sola tecnologia in grado di garantire prestazioni accettabili anche per quanto riguarda la telepresenza e la trasmissione di contenuti in streaming. Quindi questa tecnologia (su SosTariffe.it si possono trovare le offerte più convenienti città per città) è quasi obbligatoria per le riunioni video e per le lezioni con strumenti quali Microsoft Teams e Google Meet, tra le più gettonate da scuole secondarie e università in questi giorni.

Anche una buona ADSL – che abbia una velocità effettiva molto vicina a quella massima dichiarata – e soluzioni alternative via radio come Eolo possono assicurare un buon servizio, ma in molti hanno già riscontrato rallentamenti e colli di bottiglia nelle ultime ore e quindi è naturale chiedersi se l’infrastruttura italiana e non solo possa reggere.

Il problema non riguarda solo l’Italia: anche gli Stati Uniti si confrontano con la possibilità che ci siano rallentamenti diffusi, come riporta Fortune. Gli USA – che cominciano ad avere tra i contagiati anche personaggi molto in vista, come Tom Hanks o Rudy Gobert degli Utah Jazz – sono sicuramente più avanti di noi per quanto riguarda lo smart working: 42 milioni sono infatti attrezzati per lavorare da casa, il 29% dell’intera forza lavoro statunitense.

Secondo Lisa Pierce, una specialista di reti di Gartnet, “l’anello debole della catena, dove il sistema potrebbe andare incontro a sovraccarichi, è la banda larga casalinga. Le persone troveranno ingorghi, come in un’autostrada, quando la velocità massima passa da 60 miglia all’ora a 20”.

I primi ad andare incontro a rallentamenti? Chi ha un’ADSL

Le prime zone a essere colpite saranno i quartieri con connessioni a velocità più bassa, in particolare chi si basa ancora sul rame (cioè le ADSL nelle loro diverse versioni e, in parte, anche la fibra FTTC, visto che l’ultimo tratto della connessione, per evitare di dover intervenire nelle case degli abbonati, si basa sul rame della normale linea telefonica). Problemi anche per il Wi-Fi, considerando che con sempre più persone a casa e nelle immediate vicinanze, collegarsi alla rete wireless sarà più complicato e soprattutto darà origine a connessioni meno veloci e reattive.

Il problema sarà soprattutto legato ai contenuti video, come rileva anche un analista di Recon Analytics, Roger Entner: “Già ora il video è il 70% di tutto il traffico di rete. Nel momento in cui si aggiungono anche le videoconferenze per i ragazzi visto che le scuole sono chiuse, potrebbe essere un problema se tutti cercano di collegarsi nello stesso momento“.

L’Italia regge e toglie il tetto ai gigabyte

E in Italia? Secondo il Chief Technology and Information Officer di Tim, Michele Gamberini, l’incremento di traffico sulla rete dell’operatore è stato del 100%, con connessioni raddoppiate rispetto all’inizio della crisi epidemiologica. Va un po’ meglio per la telefonia mobile, dove l’incremento si attesta attorno al 20%, ma ad aumentare è stato soprattutto una modalità di comunicazione che aveva perso smalto negli ultimi anni, ovvero quella vocale.

Insomma, se di solito ci si messaggia per comunicare le informazioni di tutti i giorni, pare proprio che durante la quarantena si senta comprensibilmente il bisogno di comunicare a voce con le persone care, in particolare i parenti anziani, i più a rischio considerando che il CoVid-19 colpisce in particolar modo le fasce dai 70-80 anni in su.

Secondo Gamberini, però, la rete non ha problemi, e dello stesso avviso è l’ad di Tim, Luigi Gubitosi: almeno per Tim, non ci sono rallentamenti significativi per il sovraccarico del traffico. In conferenza stampa, Gubitosi ha anche lodato la lungimiranza con cui è stata costruita l’infrastruttura in Italia: “Per fortuna le reti le costruivano bene e ampie, il traffico può ancora crescere in maniera importante, abbiamo fatto una serie di interventi per ampliare ulteriormente le nostre riserve, abbiamo ampie riserve a disposizione. Non c’è nessun problema con l’incremento di traffico, lo spazio c’è“.

Per venire incontro a un altro problema legato all’aumento della comunicazioni di rete TIM ha esteso a tutta Italia le agevolazioni che erano state previste per le zone rosse dei primi stadi dell’epidemia: in altre parole, giga illimitati nell’intero Paese per smartphone e tablet, accesso gratuito a TIMvision dalla rete fissa e anche 100 GB al mese per gli smartphone aziendali.

Anche Vodafone eliminerà per un mese il limite di traffico dati per gli studenti, in modo da favorire chi deve accedere alle videoconferenze per seguire le lezioni e, magari, a casa non ha una connessione fissa in grado di reggerle, laddove il 4G della maggior parte dei telefonini e dei tablet si presta più che bene alla trasmissione in streaming di questo genere di contenuti.

La montagna rischia di essere tagliata fuori

I problemi in Italia, però, sono tutt’altro che risolti, considerando che per la sua conformazione orografica lo Stivale ha diverse zone che non possono essere raggiunte dalle connessioni più veloci. Per questo l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) qualche giorno fa ha auspicato l’arrivo della fibra ottica anche nei paesi di montagna, visto che, senza, l’instabilità della connessione rende impraticabili sia smart working che teledidattica.

E se forse per l’emergenza coronavirus è tardi, dopo non si potrà più aspettare, a sentire Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem: “La fibra deve arrivare. Che sia rete unica o meno, la fibra ottica è decisiva anche per lo smart working. Tutti ne parlano, tutti lo vorrebbero, le regole e le leggi lo permettono. Ma senza reti non si fa. E ancora una volta, prendiamo atto che nelle aree montane, per i ritardi di qualcuno, ci rimettiamo tutti. Costretti a rinunciare al lavoro da casa, o anche alla scuola a distanza se le reti per il trasferimento dati non verranno al più presto modernizzate“.

Fonti:

https://fortune.com/2020/03/08/coronavirus-internet-remote-work-from-home/

https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-e-smart-working-fanno-raddoppiare-traffico-telefonico-tlc-giga-illimitati-ADs57dC

https://www.lesswrong.com/posts/KJBQ7GiyvFTBnSEEC/growth-rate-of-covid-19-outbreaks