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Pubblicità online, mercato italiano raddoppiato in cinque anni

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eAdvertising in crescita del 98,7% dal 2009 al 2014. Media tradizionali in calo del 14% ma tiene la pay tv. Il SIC in flessione del 4%.

Il valore della pubblicità online raddoppia negli ultimi cinque anni, segnando una crescita notevole, del 98,7% mentre solo nel 2014 del 9,6%. Tiene il mercato della pay tv con +1,4% che diventa +6,3% se consideriamo il periodo 2009-2014. Sky nel 2013 risulta essere il principale soggetto operante nella tv a pagamento.

E’ quanto emerge dai dati forniti dall’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’Agcom (Slides).

I media tradizionali subiscono, invece, una contrazione del 2,2% nel 2014 rispetto all’anno precedente e del 14,4% se si guarda agli ultimi 5 anni.

Nello specifico, il settore dei quotidiani è quello che soffre le perdite maggiori in termini di ricavi: circa – 32% nel periodo 2009-2014 e -5% nel 2014 rispetto al 2013.

Nei cinque anni considerati, risulta più contenuta la riduzione dei ricavi nella tv gratuita: -16% nei cinque anni e -3,3% lo scorso anno.

SIC in flessione del 4%

Il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) ha raggiunto il picco nel 2007-2008, con valori complessivi superiori ai 24 miliardi di euro. Poi ha preso a scendere e nel 2013 valeva 17,6 miliardi di euro, riducendosi del 7,5% rispetto al 2012.

Le aree ‘censuarie’, cioè valorizzate attraverso i dati trasmessi dalle imprese alla “Informativa Economica di Sistema”, mostrano nel periodo considerato una flessione del 4%, ma dal massimo raggiunto nel 2007 (18,4 miliardi) al 2013 mostrano una riduzione del 17,4%.

Nel corso del decennio i ricavi del settore radiotelevisivo, grazie in particolare allo sviluppo della pay tv, sono cresciuti di oltre il 19%; con riferimento ai valori massimi, raggiunti nel 2010, si sono invece contratti dell’11,5%.

Le risorse dell’editoria quotidiana e periodica hanno perso il 30% dal 2004 (oltre il 36% dai massimi raggiunti nel 2007).

Dal 2004 al 2013 per quanto riguarda le “aree censuarie” del SIC, in un quadro di complessiva riduzione dei ricavi, il peso del canone Rai e quello della pay tv aumenta di 14,8 p.p passando dal 16,4% del 2004 al 31,3% del 2013.

Corrispondentemente, i ricavi da vendita di copie dell’editoria quotidiana e periodica si riducono di 6,4 p.p. (dal 25,6 al 19,2%,) mentre il peso della pubblicità si riduce di 8,5 p.p. (dal 55,1 al 46,6%).

Nel 2013, 21° Century Fox (Sky) con il 15% rappresenta il primo operatore, con un incremento di circa 10 p.p. nel decennio considerato; Fininvest, dopo il massimo raggiunto nel 2011 (16,6%), si posiziona al 14,9% (-1,6 rispetto al 2011); segue la Rai che incrementa la quota di mercato dal 13,2% al 14,1% (+0,9 p.p.) grazie alla “tenuta” degli introiti derivanti dal canone.

Nel decennio, l’editoria è il comparto che risulta maggiormente penalizzato, con una flessione nell’ordine del 30%.

Le due principali imprese dell’editoria quotidiana e periodica, RCS Mediagroup e il Gruppo Editoriale l’Espresso, passano nei dieci anni presi in esame dal 10,5% al 6,9% delle risorse complessive del SIC.

L’assetto concorrenziale dell’editoria quotidiana non registra sostanziali mutamenti. Il Gruppo l’Espresso è il principale soggetto con una quota di mercato del 21,2%.

IES: metà dei ricavi dalla tv

Dall’Informativa Economica di Sistema (IES) si rileva che nel 2015 oltre la metà dei ricavi (53,1%) provengono dal settore televisivo. Il 27,2% da periodici e quotidiani, il 10,3% delle revenue arriva da internet e dall’eAdvertising e solo il 3,3% dalla radio.

Le risorse mostrano un’alta concertazione; oltre il 70% dei ricavi complessivi è rappresentato dai 20 principali soggetti, i primi 100 non sono lontani dal 90%.

L’ammontare dei ricavi totali, spiega l’Agcom, differisce da quelli del SIC in quanto nella IES rientrano alcune tipologie di revenue non rilevate nell’ambito della valorizzazione economica del Sistema Integrato delle Comunicazioni.

In termini di audience, Rai e Mediaset restano i due principali operatori. Le quote di ascolto sono del 37,1% per la tv pubblica e del 35% per il Biscione, seppure su livelli di share inferiori rispetto al 2010.

L’audience di Discovery fa registrare una crescita dal 2010 di poco superiore ai 4 punti percentuali.

Nel 2014 solo l’audience di Mediaset cresce (circa 2,4 p.p.), mentre tutti gli altri operatori registrano una leggere flessione, in media di 0,37 p.p.

Per l’Agcom, sul mercato radiotelevisivo “la Rai continua a rimanere l’operatore principale anche grazie alle specifiche risorse derivanti dal canone e nonostante un arretramento di 1,4 p.p”.

 

Google e Facebook, le principali ‘porte’ di ingresso al web

Passando a internet e guardando il ranking per utenti unici (marzo 2015), l’Agcom rileva che ai primi tre posti restano stabili Google (95,6%), Facebook (82,5%) e Microsoft (73,4%) che non presentano variazioni su base annua.

L’Autorità precisa che “le prime posizioni del ranking sono occupate dagli operatori che forniscono in prevalenza servizi di tipo orizzontale, che spesso svolgono il ruolo di ‘porte d’ingresso al web'”.

Da segnale l’avanzata di WhatsApp che guadagna cinque posizioni rispetto a marzo 2014, piazzandosi al quinto posto con il 60,2% degli utenti che navigano in internet.

Amazon (56%) avanza di due posizioni mentre eBay (54,4%) e Yahoo (59%) ne perdono altrettante. Twitter invece cala di tre posizioni con 31,2% degli utenti online.