Sicurezza

Pubblicare le foto di figli e nipoti potrebbe essere un drammatico gancio per i delinquenti in rete

di Sarah Tamburrini |

La pubblicazione di foto di minori può generare una gran quantità di rischi. Intanto fornisce informazioni di dettaglio sulla persona (età, caratteristiche fisiche, colore dei capelli, altezza, nome), tutti elementi utili ad una sua eventuale individuazione fisica. Meglio tornare al vecchio e caro album fotografico.

Molti genitori con un semplice click pubblicano le foto dei propri figli sui social, ormai diventati una vetrina per metterli in mostra. Una gara tra foto e commenti per condividere ogni momento dei propri figli con i più cari.

La condivisione di foto dei propri minori da parte di molti genitori, nonni e zii è all’ordine del giorno e rischia di essere una vera e propria ossessione senza limiti.

Ma le persone che pubblicano foto o informazioni di individui minorenni sono al corrente dell’esistenza delle numerose insidie presenti sui social network?

E, cosa più importante, sono consapevoli che questo gesto, apparentemente ingenuo e motivato dall’affetto verso il proprio figlio o nipote, possa mettere in pericolo i minori esposti, anzi spesso esibiti in ogni forma ed in ogni occasione?

Foto online, i rischi che si corrono

La pubblicazione di foto di minori può generare una gran quantità di rischi.

Intanto fornisce informazioni di dettaglio sulla persona (età, caratteristiche fisiche, colore dei capelli, altezza, nome), tutti elementi utili ad una sua eventuale individuazione fisica.

L’adescamento dei minori online è infatti diventato un fenomeno ricorrente, soprattutto da quando sempre più ragazzi minorenni navigano sui social e spesso le loro storie sono contestualizzate nelle dinamiche familiari, attraverso gli account degli altri membri della famiglia.

L’adescamento dei minori consiste nell’istaurazione di un rapporto intimo, apparentemente nato per caso ma in effetti costruito meticolosamente dall’adescatore, tra il minore e il malintenzionato tramite l’invio di messaggi amichevoli che prima o poi sfociano in ammiccamenti sessuali.

Tra i diversi pericoli in cui si incorre, quando vengono postate foto di minori, i più noti sono quelli di pedofilia e pedopornografia. E spesso non ci si rende conto che la foto postata può essere copiata o condivisa da svariate persone all’insaputa dell’autore.

In sostanza genitori, nonni e zii, senza rendersene conto potrebbero mettere in serio pericolo i minori a cui tengono.

Paesi Bassi, il caso di Gelderland

Una vicenda che ci può far riflettere è quella accaduta nella verde Gelderland (Ghendria), provincia dei Paesi Bassi orientali.

Proprio in questa provincia con paesaggi che trasmettono tranquillità ha preso corpo un caso che sta facendo discutere legali, educatori ed istituzioni.

Cosa è successo? Uno scontro tra madre e figlia che si è risolto amaramente davanti ad un giudice nella corte di Gelderland. Due donne, madre e nonna, che anziché essere unite nella crescita dei bimbi di casa si sono ritrovate a scontrarsi duramente.

Il conflitto tra le due donne era già in corso da un anno, con un crescendo di tensione che ha portato all’esasperazione di entrambi le parti.

La nonna ignara delle insidie presenti sui social, ha ripetutamente pubblicato le foto dei suoi nipoti su Facebook e Pinterest. Non rispondendo alle sollecitazioni della figlia che la invitava alla rimozione delle foto, l’anziana donna è stata obbligata a presentarsi davanti al giudice.

Il 5 maggio scorso, con un giudizio emesso senza se e senza ma, la Corte di Gelderland ha condannato la nonna alla rimozione totale di tutte le foto dei nipoti minorenni sui suoi account di Facebook e Pinterest.

Secondo la sentenza, la nonna è stata invitata ad eleminare le foto entro 10 giorni, altrimenti sarebbe incorsa in una pena pecuniaria di €50 per ogni giorno di mancato rispetto della sentenza fino ad arrivare ad un massimo di €1000.

Meglio tornare ai vecchi album fotografici di famiglia

Il giudice ha stabilito la sentenza in conformità alla legislazione del General Data Protection Regulation (GDPR), il regolamento europeo per la protezione dei dati personali.

Normalmente le regole del GDPR non vengono applicate all’ambito familiare, quindi la nonna avrebbe potuto tenere per sé le foto dei suoi nipoti. Unico problema è che queste foto sono state rese pubbliche online condividendo dati personali dei propri nipoti contro la volontà della propria figlia e madre dei minori, che esercita la patria potestà sui minori.

La disputa tra le due donne non è ovviamente terminata il 5 maggio, giorno della sentenza. Queste storie lasciano l’amaro in bocca a tutte le parti coinvolte, creano tensioni difficili da dissipare, alterano in un certo senso i comportamenti naturali.

La nonna era certamente inconsapevole della “parte oscura” e difficilmente poteva immaginare i rischi di una scelta per lei dettata solo dall’affetto verso i nipoti.

Il caso olandese è l’ennesimo fatto di cronaca che ci ricorda come sia delicata ogni pubblicazione di minori su internet.

Nonni, genitori e zii farebbero meglio a tenere per sé le foto dei loro figli e nipoti. Meglio tornare al vecchio e caro album fotografico o alla cornice elettronica che mostra le foto in sequenza. In Francia addirittura un ragazzo, appena arrivato alla maggiore età ha chiamato ai danni i genitori per le foto, oltre 1.800, pubblicate nel corso degli anni sino alla maggiore età.

L’invito è a non pubblicare su internet (o sugli avatar di whatsapp, Facebook ecc.) foto o dettagli di nessun minore. Pensiamo di farlo per amore, ma quell’esibizione potrebbe creare dei pericoli immensi ai bambini se uno dei tanti malintenzionati di cui la rete pullula decidesse di entrare in azione proprio contro un nostro figlio o nipote.