Analisi

Perché la chiusura di House of Cards non è una catastrofe per Netflix

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House of Cards arriva al capolinea con la sesta stagione, lo scandalo sessuale che ha investito il protagonista Kevin Spacey non ha fatto altro che accelerare una decisione già presa quest’estate.

La sesta serie di House of Cards, che sarà diffusa nel 2018, sarà anche l’ultima. Ma la decisione annunciata da Netflix in pieno scandalo Kevin Spacey era nell’aria già da prima che il protagonista della serie fosse accusato di molestie su un adolescente e per questo scaricato dall’azienda.

Insomma, lo scandalo Kevin Spacey non ha fatto altro che accelerare una decisione già presa quest’estate nelle stanze di Netflix e Media Rights Capital, che avevano già deciso di mettere la parola fine l’anno prossimo alla fortunata serie con la sesta stagione.

Non è una catastrofe

Per Netflix la fine di House of Cards sarà una catastrofe industriale? Non proprio. Secondo Les Echos, che cita diversi siti specializzati made in Usa fra cui Hollywood Reporter e Quartz, la decisione di interrompere la serie non è figlia dello scandalo che ha investito Kevin Spacey, ma rislae a appunto a quest’estate. L’unico effetto negativo collaterale, secondo l’analisi di Les Echos, è che gli spin off della serie già in fase di allestimento non potranno più contare sulla presenza dell’attore protagonista, con cui Netflix ha chiuso i rapporti.

La prima serie di House of Cards risale al 2013. All’epoca, era la prima volta che un servizio Vod in abbonamento lanciava una produzione propria con un budget tanto alto, 100 milioni di dollari per due serie da 26 episodi, con  David Fincher alla regia e Kevin Spacey protagonista.

La serie fu subito un successo, la risposta di Netflix a Games of Thrones di HBO lanciato due anni prima, fino a raccogliere 46 nomination agli Emmy Awards con sei premi incassati e due Golden Globe.

Effetto traino

House of Cards ha trainato poi tutta una serie di altre produzioni di Netflix, (Orange Is the New Black, Narcos, Jessica Jones, Master of None) passando da 36,4 milioni di abbonati 4 anni fa a 109,3 milioni quest’anno, un aumento del 200%. Nello stesso lasso di tempo, il valore della capitalizzazione di Netflix è cresciuto del 1600% da 5,1 miliardi di dollari a circa 85 miliardi.

Investimenti

Ed è per questo che in occasione della trimestrale il servizio streaming americano ha annunciato nuovi investimenti per 8 miliardi in produzioni proprie, quasi il doppio rispetto al competitor Amazon (4,5 miliardi) e HBO (2 miliardi stimati nel 2016).

Rischio bolla? Secondo alcuni analisti il rischio c’è, ma per ora la Borsa ci crede e continua a premiare Netflix, il cui titolo non ha sofferto particolarmente per la bufera su Kevin Spacey.

In conclusione, secondo Les Echos, House of Cards chiude al momento giusto, la serie aveva perso un po’ di sprint e già gli ascolti e le critiche della quinta stagione non sono stati eccezionali. Il nuovo asso nella manica di Netflix è Stranger Things distribuita in 190 paesi.