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Pandemia, si tirano le somme sulla mobile economy

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L'impatto della pandemia sull'uso che facciamo di smartphone e tablet. Cresciuto del 34% nel nostro l'utilizzo dei dispositivi mobili nei mesi di lockdown. Italia inidetro sulla DAD.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

È sempre troppo presto per cantare vittoria e bisognerà continuare ancora a lungo con distanziamento sociale e mascherine, ma ormai non si può più negare che l’Italia – facendo gli scongiuri – sembri fuori dalla fase acuta della pandemia. Non è così, lo sappiamo, in tutto il mondo (Brasile e in genere tutto il Sudamerica continuano a preoccupare, ma il rischio di nuovi focolai è sempre alto, anche a causa dei disordini negli Stati Uniti), ma i dati sono confortanti e la speranza è che anche in caso di una nuova ondata virale questa possa essere controllata e gestita con l’esperienza di questi mesi difficilissimi.

Visto che da anni non si ricordava un evento tanto in grado di cambiare contemporaneamente i modi di vita di miliardi di persone in tutto il mondo, è inevitabile veder spuntare i bilanci. Quella del coronavirus è stata la prima pandemia dell’era digitale, e anche per questo abbondiamo di statistiche e tendenze assai precise. Lo si vede anche dal webinar appena pubblicato da App Annie, The impact of Coronavirus on the mobile economy, in cui emergono le analisi più interessanti sull’effetto del virus nel nostro uso di smartphone e tablet. Che è aumentato, sì, e non poco: ma in che modo?

In Italia 3,3 ore al giorno dedicate a smartphone e tablet

La prima statistica che vale la pena di vedere è relativa all’uso dei dispositivi mobili. Confinati in casa, con molto più tempo libero e con contratti assai convenienti in termini di traffico dati (su SOSTariffe.it si possono confrontare i più vantaggiosi), abbiamo fatto unlock con i nostri telefonini e tablet molto più del solito. In Italia, in particolare, il tempo passato su questi apparecchi con Internet mobile è aumentato tra febbraio e marzo di più di mezz’ora al giorno (da 2,7 a 3,3 ore), con un incremento del 34%, contando solo i dispositivi Android. In termini assoluti, dati più alti di noi in questo campo arrivano solo da nazioni super-tecnologiche come la Cina (che è arrivata anche a una media di 5 ore al giorno, per poi scendere a 4,3), la Corea del Sud (fino a 4 ore al giorno) e il Giappone (fino a 3,6 ore al giorno), ma nessuno ha avuto incrementi percentuali maggiori. La Cina, al secondo posto, è aumentata del 30%, seguita da Spagna (+28%), Francia (+17%), Giappone e Germania (+11%).

In assoluto, il tempo passato sui dispositivi mobili nel mondo è aumentato del 20% rispetto al primo trimestre del 2019. E ancora una volta sono i videogame a mostrare i numeri più impressionati, con una crescita del 30%. Il record assoluto nel download settimanale di giochi su dispositivi iOS e Google Play è stato raggiunto proprio a fine marzo, in piena pandemia, superando la barriera degli 1,2 miliardi di download (+50% rispetto alla settimana media dell’ultimo trimestre 2019). I giochi più gettonati? Giochi “casual”, ideali per passare il tempo senza eccessivo impegno, rompicapi e le inevitabili battle royale.

Didattica a distanza: una crescita troppo bassa

Il periodo del Covid-19 ha visto diversi altri record infranti. Ad esempio quello per il tempo passato sulle versioni mobili delle app di streaming video, che negli Stati Uniti è aumentato del 20% rispetto alla settimana media dell’ultimo trimestre 2019. I primi cinque posti oltreoceano sono sempre stati stabilmente nelle mani di YouTube, Netflix, Hulu, Amazon Prime Video e Twitch.

Poi c’è il settore education, le cui app – grazie alla DAD, la didattica a distanza, che con alti e bassi è stata utilizzata in tutto il mondo – sono state scaricate molto di più durante la pandemia, con picchi del +190% in Australia, +150% nel Regno Unito, +140% in Brasile; la media mondiale è del +90%, e l’Italia è purtroppo il fanalino di coda, con aumento pari a “solo” il +55%. Segno che le difficoltà ci sono state eccome, e di quanto il nostro Paese sia ancora indietro nelle forme più innovative di lezioni a distanza: un problema non da poco considerando che i primi mesi dell’anno scolastico e accademico 2020/2021 quasi ovunque vedranno un’alternanza di lezioni frontali tradizionali, in classe, dove sarà possibile evitare gli assembramenti, e lezioni online.

Dove ci comportiamo meglio? Nel fitness

C’è un altro settore in cui l’Italia ha fatto registrare in assoluto i numeri più alti, secondo il rapporto di App Annie: è quello delle app per il fitness, che sono state scaricate molto di più rispetto alle prime settimane del 2020. Durante la pandemia, nei giorni “caldissimi” tra il 22 e il 28 marzo, l’aumento è stato addirittura del 105% per quanto riguarda download, ma anche la spesa (per abbonamenti e versioni premium) è aumentata dell’85%, pari a 0,7 milioni di dollari di fatturato in sette giorni. Si tratta ancora una volta di dati relativi (negli Stati Uniti, un incremento della spesa del 5% si è tradotto in un fatturato settimanale di più di 13 milioni di dollari) ma che mostrano un interesse in crescita per le varie modalità di “palestra in casa”, magari ispirati dalle tante celebrities che in queste settimane ci hanno diligentemente mostrato le loro sessioni di allenamento, riempiendoci di complessi di colpa quando ci avvicinavamo alla scatola dei biscotti.

Perdita di peso

Relativamente al numero di ore settimanali trascorse sulle app di fitness, in Italia sono cresciute del 70%, il dato più alto; dietro ci sono Giappone e Francia (entrambe al 60%), Spagna (55%), Cina (40%), Stati Uniti e Germania (30%), Regno Unito (10%). Ben 3 app su 10 nella lista delle più scaricate al mondo contengono le parole “perdita di peso”, visto che uno dei pericoli “domestici” della pandemia è stato sicuramente quello di non guardare troppo la bilancia. Del resto è stato il periodo d’oro per la delivery, un cambiamento che molti ristoranti e locali hanno abbracciato e che – giurano in tanti – rimarrà anche quando l’emergenza sarà definitivamente passata: negli Stati Uniti la più popolare app per la consegna della spesa a domicilio, Instacart, ha visto i suoi download aumentare addirittura del 510%, e l’app di Walmart, la popolare catena di supermercati, è stata scaricata addirittura più di quella di Amazon.

Fonti: https://www.appannie.com/en/insights/market-data/coronavirus-impact-mobile-economy-deck/