verso società rete unica

Open Fiber, il fondo Macquarie prepara per settembre offerta vincolante per la quota di Enel

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Lo scrive il Sole 24 Ore aggiungendo che l'offerta è attesa entro i primi giorni di settembre e il fondo australiano valuterebbe complessivamente Open Fiber 7,7 miliardi di euro.

Il fondo d’investimenti australiano Macquarie sta preparando un’offerta vincolante per la quota del 50% detenuta da Enel in Open Fiber e dovrebbe permettere alla multinazionale italiana dell’energia di decidere se chiudere l’esperienza nelle telecomunicazioni. 

Lo scrive il Sole 24 Ore aggiungendo che l’offerta è attesa entro i primi giorni di settembre e valuterebbe complessivamente Open Fiber, se confermata la valutazione fatta dal fondo australiani a giugno, 7,7 miliardi di euro, debito incluso.

Il 10 giugno scorso il Cda di Enel ha ricevuto un’informativa in merito a un’offerta non vincolante presentata da Macquarie per l’acquisizione, in tutto o in parte, del 50% del capitale di Open Fiber, l’operatore di rete a banda ultralarga di proprietà congiunta di Enel e Cdp. 

Se Enel accettasse di vendere il suo 50% di Open Fiber, il cammino verso la newco che gestirà la rete unica ultrabroadband sarebbe accelerato.

Come sarebbe la governance della newco che gestirà la rete unica ultrabroadband

L’intesa prevede un compromesso che – nelle intenzioni  – garantirà a tutti gli operatori telefonici di contenuti e a tutti i clienti la cosiddetta “neutralita’ della rete”: Tim, pur mantenendo la maggioranza del capitale nella società che gestirebbe l’infrastruttura, non dovrebbe approfittare della sua posizione di controllo finanziario ai danni dei concorrenti. 

Pur indicando l’amministratore delegato – che dovrà essere gradito alla Cdp, destinata a entrare nel capitale della “nuova” rete – Telecom sarà in minoranza in consiglio di amministrazione. In cda, oltre ai rappresentanti di Telecom e Cdp, ci saranno anche gli amministratori indicati dagli altri operatori che hanno già aderito al progetto FiberCop (ad esempio Fastweb) e chiunque investirà nella rete unica. 

Nell’ambito del protocollo d’intesa con TIM, è previsto che Cdp indichi un presidente con deleghe esecutive, che dovrà essere gradito a Telecom. Nel Mou che Cdp si appresta a firmare con TIM è previsto anche che in futuro la Cdp sia presente nel CdA del gruppo TIM, ad oggi possiede solo il 9,89% delle sue azioni.

Già caccia all’Ad della società della rete unica 

Il piano allo studio, scrive MF, prevede che se la società guidata da Luigi Gubitosi avrà la maggioranza, mentre la governance sarà a favore degli altri soci di FiberCop a partire dalla Cassa. Per questo verrà costituito un patto di sindacato tra i due principali azionisti della newco che porterà alla formazione di una lista unica condivisa per la nomina del board. Fondamentale sarà l’individuazione di un management indipendente a partire da presidente e amministratore delegato. Carica, quest’ultima, per la quale potrebbero essere in corsa lo stesso Luigi Gubitosi.