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Odiens. Servizio pubblico recupera ascolti. Merito della lite Santoro-Travaglio?

di Stefano Balassone |

Nella serata della crisi di quella che sembrava una coppia inossidabile della TV italiana, la trasmissione di La7 recupera terreno sull'antagonista Virus, trionfatore di giovedì scorso.

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 17 ottobre 2014

Non volevamo perdere Servizio Pubblico di questa settimana per verificare se Michele Santoro avrebbe ritrovato, complice l’alluvione e “gli angeli del fango”, il suo filo biblico, col relativo viaggio del popolo di tappa in tappa verso un qualche tipo di Terra Promessa (la Giustizia, l’Incorruttibilità, etc etc). Ma abbiamo perso la diretta perché invitati (wow!) alla prima di “Soap Opera” che apriva il Festival del Cinema di Roma. Così abbiamo predisposto la registrazione.

Col risultato che una volta giunti a casa ancora immersi in un film che, volendo dirci della non banale banalità del vivere, era messo su con materiali “bassi” (i luoghi comuni delle soap), ma con linguaggio alto, abbiamo maggiormente subito il contrasto con lo studio televisivo che, dì la tua che poi sentiamo la mia, anziché creare una messa a fuoco emotiva, sfilacciava in basso i contenuti drammatici (non recuperati dalla invettiva apocalittica di Travaglio, quando auspicava, scherzando, ma forse no, che il Dio-Tar tenga fermo tutto perché è nel movimento delle opere e degli interessi che si genera giocoforza il male).

Insomma, “Soap Opera”, il film, sublimava il quotidiano mentre Servizio Pubblico, la tv, quotidianizzava la catastrofe. Differenza strutturale fra cinema-racconto-che-concentra e televisione-flusso-che-diluisce? Forse. Senonché proprio Santoro è riuscito in altri casi a fare “cinema in diretta”, alla faccia dell’ossimoro. E se non l’ha fatto stavolta forse gli è venuta meno non la capacità autorale, ma la fede della Terra Promessa come agglutinante delle chiacchiere sparse.

Intanto con gli ascolti se l’è cavata un po’ meglio della volta scorsa risalendo fino al 5,9% (che è sempre poco rispetto al passato, ma di questi tempi…) e contando su uno zoccolo di resistenza fornito dagli spettatori più istruiti, almeno in base al titolo di studio. Mentre Virus, il trionfatore del giovedì precedente, grazie al Renzi’s Factor che lo aveva spinto al 6,9%, ha ridisceso le colline scalate con orgogliosa sicurezza ricomponendosi nella più consueta misura del 4,2%, come si confà a un rotocalco che ti si sfoglia innanzi senza troppe pretese, con Vittorio Sgarbi nel definitivo ruolo di vignetta comica.