Tv generalista

Odiens, perché non unire RaiUno e RaiTre?

di Stefano Balassone |

Perché tenere divise queste due reti che si spartiscono lo stesso pubblico e che ad unirsi darebbero vita a una emittente molto più tonica?

#Odiens è una rubrica a cura di Stefano Balassone, autore e produttore televisivo, già consigliere di amministrazione Rai dal 1998 al 2002, in collaborazione con Europa.
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Pubblicato su Odiens, Europa il 23 ottobre 2014

Da tempo, senza farne mistero, sospettiamo che sia scomparsa ogni ragione di distinzione fra il pubblico elettivo di RaiUno e quello di RaiTre. Soltanto il prendere in considerazione questa ipotesi potrebbe sembrare inconcepibile a chi fosse rimasto alla antica distinzione fra le due reti nazional-popolari, quella all’incenso e l’altra allo zolfo.

Ma son cose da reduci degli anni ’80 (che se non sbagliamo sono trascorsi da quasi un quarto di secolo). Nel frattempo è accaduto di tutto e la Rai, pur continuando a lottizzare rincorrendo le segmentazioni delle forze in parlamento (sempre meno sovrapponibili a quelle della cosiddetta Prima Repubblica) ha smesso del tutto di proporsi come l’arena in cui a partire dalla autonomia delle reti, si manifestava una qualche emulazione concorrenziale fra diverse ispirazioni latu sensu culturali (a loro volta apparentabili a questo o quel versante della rappresentanza politica).

La controprova la troviamo nella pressoché totale sovrapponibilità delle platee di due programmi fra i più rappresentativi (e quantitativamente determinanti) dello spazio occupato dalla prima e dalla terza rete nel panorama dell’offerta generalista: il varietà del sabato sera (nella specie: ‘Ballando con le stelle’ del 19 u.s.) e la tv “sociale e di servizio” (‘Chi l’ha visto’ di ieri sera).

Dalle 21.30 alle 22.30, quando tutti i canali offrono il massimo per contendersi la platea e quando pertanto maggiormente si evidenzia la propensione dei telecomandi di gruppi, categorie e tipologie che compongono il “pubblico”, i vip che ballano e gli italiani che scompaiono rastrellano praticamente la stessa miscela di pubblico: due terzi di femmine e un terzo di maschi.

E quel poco di differenze che si intravedono all’interno di tanta similarità quantitativa fanno pensare che se i due programmi coabitassero in RaiUno, questa esibirebbe un miglior assortimento di pubblico. Così ‘Ballando con le stelle’ sembra più sbilanciata sul lato nonni e nipotini (specie bambine fino ai 14 anni), mentre ‘Chi l’ha visto’ recherebbe in dote un cospicuo plus di donne fra i 35 e i 54 anni. Nell’insieme, un equilibrio molto più “generalista” di quanto non sia realizzato dalle due reti separate di oggi.

Ma non è solo questione di sesso ed età: identica è la composizione dei due pubblici osservando i titoli di studio. E se è vero, chissà perché, che il varietà di RaiUno prende qualcosina di più nel centro Italia, mentre il dramma in diretta di RaiTre attira una attenzione più elevata al Nord, entrambi fortissimamente dilagano al Sud.

Identica è poi la distribuzione dell’ascolto fra i comuni di dimensioni più o meno grandi ed è davvero impossibile trovare differenze apprezzabili nell’atteggiamento di diversi gruppi sociali per quanto caratterizzati da stili di vita e livelli di reddito molto diversi.

E a questo punto ritorna la domanda: che ci stanno a fare divise queste due reti che si spartiscono lo stesso pubblico e che ad unirsi darebbero vita a una emittente molto più tonica (pensiamo solo al fatto di non avere due palinsesti da mantenere) delle due attuali? E cioè delle separate e cagionevoli creature provenienti da un passato del quale si è financo persa la memoria?