Il nodo

Netflix in Italia, basteranno i 30 Mega?

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Il Piano nazionale per la banda ultralarga resta ancora in alto mare mentre esplode l’offerta di contenuti in streaming. Le reti riusciranno a reggere il traffico?

Netflix lavora al prossimo lancio in Italia che sarà a ottobre. La piattaforma di video streaming è entrata nel vivo dell’organizzazione della library che offrirà agli utenti italiani a un prezzo che dovrebbe aggirarsi, così come negli altri Paesi europei, intorno ai 7,99 euro al mese con una prova gratuita di 30 giorni.

Il gruppo ha anche annunciato ieri un restyling del servizio per rispondere alle esigenze degli utenti che si connettono da mobile e che sono sempre più numerosi.

Ma in Italia restano quei problemi della banda larga che lo scorso anno fecero slittare lo sbarco del servizio nel nostro Paese.

Il via libero alla fase operativa del Piano nazionale della banda ultralarga è infatti in alto mare. Non si sa ancora quando sarà approvato il Decreto Comunicazioni che ha ottenuto la bollinatura del MEF ma attende ora il passaggio in CDM. E senza il DL Comunicazioni non si potrà passare alla fase esecutiva della strategia messa in campo dal governo per portare l’ultrabroadband in tutto il Paese.

Il tutto complicato da un infuocato scontro che vede da una parte le istituzioni e dall’altra gli operatori tlc che dovranno mettere in campo notevoli investimenti per consentire la realizzazione del Piano del governo che prevede, come richiesto dalla Ue, entro il 2020 la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e a 100 Mbps del 50%.

Senza connessioni ultra veloci e di qualità, è impensabile poter vedere contenuti in streaming senza interruzioni.

E così mentre tutti i broadcaster affilano le armi per non trovarsi impreparati all’arrivo del temibile concorrente americano, tutto rischia di arenarsi davanti alla mancanza della copertura di banda necessaria per garantire un video streaming di qualità.

I contenuti quindi ci sono e anche tanti: Mediaset ha rafforzato il proprio servizio Infinity, Murdoch ha lanciato Sky online, c’è pure Chili Tv e l’offerta TimVision di Telecom Italia senza considerare che Google e Apple permettono già di comprare film on-demand.

Si tratta di piattaforme che divorano banda e se al momento il problema non è ancora avvertito in modo pesante è solo perché la domanda di contenuti è limitata, per adesso e poi, cosa succederà?

SoSTariffe.it, grazie a Infratel, ha offerto un quadro completo dell’attuale situazione in Italia.

Il quadro è davvero sconcertante.

Al momento solo il 22,3% dell’Italia è raggiunto dalla banda ultralarga a 30 Mbps, contro una media europea del 64%, ma ci sono regioni dove l’ultrabroadband non è proprio presente come il Molise, il Trentino Alto Adige o la Valle d’Aosta.

Adesso, restando fiduciosi che il governo approvi il Piano BUL e che entro il 2020 tutta l’Italia sarà coperta almeno a 30 Mbps, resta da capire cosa succederà quando aumenterà la domanda da parte degli utenti di contenuti in streaming.

Le reti riusciranno a reggere l’aumentato traffico?

Le connessioni saranno così potenti da permettere a un gran numero di utenti di guardare online, senza interruzioni, film e serie tv? O saranno costretti a tornare alla tv tradizionale?