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Net neutrality. Facebook, Google e startup Usa contro la retromarcia della Fcc

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La proposta di Ajit Pai, presidente della Fcc (Federal communciation commission) di smantellare la net neutrality ha suscitato le forti proteste delle web company made in Usa, a partire da Google e Facebook, ma anche delle startup.

La proposta di Ajit Pai, presidente della Fcc (Federal communciation commission), di smantellare la net neutrality ha suscitato le forti proteste delle web company made in Usa, a partire da Google e Facebook, ma anche delle startup. Lo scrive la Bbc.

Il principio della net neutrality negli Usa è stato sancito per legge nel 2015 e prevede che il traffico internet venga gestito in maniera equanime indipendentemente dai contenuti. Un principio contro il quale si sono schierate fin da subito le compagnie Tlc, secondo cui la regolazione avrebbe rallentato l’innovazione e la loro capacità di sviluppare servizi a banda larga.

La Fcc voterà a dicembre sulla proposta di abrogare, almeno in parte, le regole sulla neutralità della rete.

In attesa del voto, Facebook ha manifestato il suo disappunto, contestando il fatto che la proposta di revisione avanzata dalla Fcc elimina la forte protezione alla net neutrality che garantirà in futuro il carattere aperto e universale della rete anche in futuro. Un principio per il cui mantenimento Facebook intende lavorare con tutti gli stakeholder.

Google dal canto suo ha dichiarato in una nota che le regole attualmente in vigore funzionano bene, mentre Netflix su Twitter ha scritto che la bozza di revisione non è ancora stata votata ufficialmente, per questo fa sentire forte la sua contrarietà.

In una lettera aperta alla Fcc, un gruppo composto da un migliaio di piccole aziende Usa ha scritto che il successo dell’ecosistema delle startup americane dipende da più fattori rispetto al semplice miglioramento della velocità di connessione a banda larga. “Dipendiamo anche da un’Internet aperta e da regole effettive sulla net neutrality che garantiscano la non discriminazione da parte delle grandi cable company”, si legge nella missiva. “Siamo molto preoccupati dalla vostra intenzione di disfare l’attuale quadro normativo. Senza net neutrality gli incumbent che forniscono accesso a Internet potrebbero scegliere chi vince e chi perde sul mercato. Potrebbero ostacolare il traffico che arriva dai nostri servizi per favorire i loro stessi servizi o dei concorrenti già affermati”.

La Fcc aveva a suo tempo chiesto al pubblico di esprimere il suo parere sull’intenzione di cambiare le regole e ha ricevuto 22 milioni di mail in risposta. Ma nella conferenza stampa per annunciare che avrebbe votato sulla proposta di Ajit Pai ha reso noto di non aver preso in considerazione le mail ricevute perché c’era troppo spam.

Dal canto loro, in attesa del voto finale, le compagnie Tlc hanno fatto sapere che non prenderanno un eventuale cambio del quadro normativo per aumentare i prezzi di accesso di qualche provider di contenuti.

Comcast dal canto suo ha fatto sapere che non modificherà le sue regole basate sull’attuale regime di net neutrality indipendentemente dall’esito del voto.