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#MePA. Partecipazione attiva, parola d’ordine per le aziende

di Fabio Della Marta (Porzio & Partners) |

Molte imprese potrebbero vedere il loro catalogo MePA disattivato a causa di una temporanea interruzione agostana della loro abilitazione dovuta all’autocertificazione scaduta.

#MePA, è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e Porzio & Partners.

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Anche se durante il mese di agosto non hanno venduto sul MePA né ombrelloni né aperitivi con prosecco, molte Imprese potrebbero essere incappate in una spiacevole sorpresa: vedere il loro catalogo disattivato a causa di una temporanea “interruzione” della propria abilitazione. Cosa può essere successo di così strano? È semplicemente scaduta l’autocertificazione con la quale l’Impresa, al momento dell’abilitazione, ha dichiarato i dati anagrafici e le informazioni da cui si evince il possesso dei requisiti richiesti dal bando Consip. L’autocertificazione ha validità semestrale e, quando scade, fa scivolare l’Impresa in una sorta di “limbo”, con conseguente invisibilità del catalogo e impossibilità di partecipare a gare; il tutto dura fino a quando l’Impresa non rinnova l’autocertificazione.

I dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners mostrano con chiarezza che questo fenomeno apparentemente banale è tutt’altro che da sottovalutare: tutti i Bandi attivi sul MePA hanno visto infatti, nel mese di agosto, una riduzione del numero delle Imprese abilitate, eccezion fatta per quello relativo alle fonti rinnovabili ed all’efficienza energetica. Il motivo di questa diversità è presto spiegato con l’avvenuta pubblicazione del POI Energia C.S.E. che prevede la concessione di contributi a fondo perduto per l’acquisto, tramite il MePA, di prodotti e servizi per l´efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili per gli edifici delle Amministrazioni comunali delle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), Regioni che nel mese di agosto hanno visto più imprese abilitarsi al MePA.
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È questa la classica eccezione che conferma la regola e che dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, come una domanda di abilitazione al MePA fatta senza una strategia ma solo con la speranza che porti un cambiamento sia assolutamente priva di efficacia. Partecipazione attiva dunque, è questa la parola d’ordine, che significa no solo controllare la scadenza delle autocertificazioni ma considerare il MePA come un nuovo e ulteriore canale di vendita, e quindi:

  • monitorare gli aggiornamenti dei Bandi e i nuovi prodotti aggiunti da Consip nei Capitolati Tecnici,
  • mantenere aggiornato il proprio catalogo con gli articoli che si desidera vendere tramite Ordine Diretto,
  • inserire nel catalogo le Offerte che inducono le Pubbliche Amministrazioni a lanciare gare più interessanti e innovative e che motivino l’invito dell’Impresa alla gara,
  • monitorare la concorrenza e maturare coscienza di come cambia il proprio posizionamento sul mercato in funzione del mercato,
  • non smettere mai di fare comunicazione, perché è certo che nessuno farà mai un ordine diretto di un prodotto offerto dalla Impresa solo perché questo è presente sul MePA tra altri 4.500.000.

Consip ha mosso passi importanti verso una facilitazione della partecipazione delle Imprese al MePA. Dopo aver eliminato i requisiti di fatturato, ha dedicato sempre più risorse alla valutazione delle domande di abilitazione per velocizzarne l’esito. Se il 6% delle Imprese ad agosto sono state ferme sul MePA per aver dimenticato in precedenza la scadenza dell’autocertificazione, queste sono state recuperate da Consip in due settimane procedendo nell’esaminare le domande di abilitazione a velocità doppia rispetto allo scorso anno.

Ma il percorso è lungo, ogni giorno sempre più Imprese ci richiedono aiuto qualificato per l’abilitazione e per la gestione del MePA, perché sono richieste competenze e tempo che spesso non hanno. È questo evidentemente uno dei punti delicati di tutto il sistema: dai dati dell’Osservatorio MePA di Porzio & Partners vi sono oltre 24.000 Imprese abilitate, un numero in significativo aumento, il 61% in più rispetto ad un anno fa. Ma questa quantità è ancora inferiore al 3,5% delle Imprese italiane attive per le categorie merceologiche di riferimento.