L'acquisizione

Masmovil vola in Borsa dopo l’Opa da 3 miliardi di KKR, Cinven e Providence

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Titolo Masmovil in aumento del 22,5% dopo l’annuncio dell’offerta pubblica di acquisto da parte dei tre fondi d’investimento KKR, Cinven e Providence.

KKR, Cinven e Providence hanno lanciato un’Opa amichevole su MasMovil, il quarto operatore spagnolo attivo sul mercato spagnolo con il marchio Yoigo e il titolo vola in Borsa a Madrid guadagnando fino al 22,5%. I tre fondi di venture capital hanno proposto al Cda di pagare 22,5 euro per azione per il 100% della telco, valutata complessivamente 3 miliardi di euro con un premio del 20% sul prezzo di chiusura di venerdì scorso ma uno sconto del 13% rispetto al prezzo medio ponderato fissato dagli analisti a 25,46 euro.

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L’offerta per MasMovil

L’offerta ha ricevuto l’ok del Consiglio di amministrazione per il 29% delle quote ma per andare a buon fine ha bisogno del via libera del 50% degli azionisti.

I tre fondi possono alzare il prezzo dell’offerta fino a 26 euro per azione. Si tratta della maggior operazione di M&A dall’esplosione del coronavirus e non a caso coinvolge il mondo delle Tlc che nei prossimi mesi potrebbe essere investita da una uova ondata di consolidamento.

Mercato iberico

C’è da dire che comunque il prezzo offerto dei tre fondi è ben al di sopra dei circa 12,7 euro raggiunti dal titolo di MasMovil a marzo scorso, quando la Spagna si trovava nel mezzo della pandemia.

Il mercato spagnolo è alquanto attrattivo, non è quindi escluso che arrivi qualche controfferta per Masmovil, ad esempio, da parte di Orange o di Deutsche Telekom, che non è presente sul mercato iberico eccezion fatta per un paio di data center gestiti dalla controllata T-Systems.

In passato, si era anche parlato di un potenziale merger fra MasMovil e Vodafone in Spagna, bloccata in passato dalla Commissione Ue. Ma ora le cose sono cambiate in Europa.

Una nuova ondata di consolidamento nel settore Tlc potrebbe avere luogo nei prossimi mesi, in seguito alla recente sentenza della Corte di Giustizia europea che ha dato il via libera postumo al merger fra O2 e 3Uk, ribaltando lo stop della Commissione Ue del 2016.

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Dopo la crisi sanitaria, con diverse telco in difficoltà economica, non è escluso un nuovo fermento nel settore anche perché le telecomunicazioni emergono come un business vitale alla luce del loro ruolo di bene di pubblica utilità durante l’emergenza.