L'Indagine

Mappe d’Italia: parte dall’Emilia-Romagna l’indagine sulla smart economy dei territori

di |

Valutare la capacità di innovare e creare opportunità di crescita di ogni regione italiana, col fine di proporre nuove soluzioni economiche, tecnologiche, culturali e sociali utili al rilancio dei territori e delle città in chiave smart region: partito in Emilia-Romagna il progetto Mappe d’Italia dell’INU.

Partito il progetto nazionale Mappe d’Italia, promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), per individuare nelle città e nei territori le risorse e le competenze da valorizzare per sostenere la crescita economica, culturale e sociale. Obiettivo dell’iniziativa: quantificare e tracciare la capacità di generare innovazione e sviluppare “qualità del futuro”.

La novità del progetto, ha spiegato il responsabile Gianluca Cristoforetti , sta nella “valorizzazione di un patrimonio straordinario del nostro Paese, che negli ultimi tempi abbiamo fortemente smarrito: la capacità di prefigurare, immaginare, progettare i nostri territori coniugando il fare delle nostre comunità con la bellezza che ha pervaso, fino a un certo punto, la nostra storia. L’Italia può farcela se ritrova la capacità di costruire qualità, anche del proprio futuro, attraverso la pianificazione che oggi qualcuno paradossalmente ritiene un freno allo sviluppo”.

Una mappatura, quindi, che è relativa alla capacità dei territori di immaginare la ‘qualità del futuro’, provando a superare il concetto di “qualità della vita” tropo legato ad un’analisi della situazione presente (e non in grado di valutare le tendenze future), per guardare più lontano, sfruttando “la pianificazione del buon uso dei beni comuni, ad esempio, o delle strategie che provano a mettere le comunità al centro dei processi decisionali”.

Al momento , “Mappe d’Italia” si trova nella fase sperimentale ed è concentrato nella regione Emilia-Romagna (coinvolti, tra gli altri partner, Tep Parma, il Comune di Reggio nell’Emilia, il Comune di Imola, il Comune di Cervia, il Comune di Bagno di Romagna ed Ervet), ma una volta messi a punti gli indicatori e “rodato” il processo valutativo sarà possibile estenderlo, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale.

Come ha spiegato Cristoforetti a Il Sole 24 Ore, 125 indicatori sono stati individuati per cinque diverse aree di indagine: la pianificazione e la città resiliente, lo smart planning Ict e Iot (Internet of Things), l’institutional capacity building, città etica e responsabilità sociale del territorio, beni comuni ed ambiente.

Uno strumento utile per cittadini, Pubblica Amministrazione e imprese. Un mezzo per rendere più semplice la pianificazione degli interventi smart city, per promuovere le smart community, la social innvoation, l’inclusione sociale e la partecipazione democratica dei cittadini ai processi di trasformazione del territorio, per facilitare la nascita e il lavoro delle startup, per lanciare la nuova economia digitale e dei servizi, con particolare attenzione ai centri urbani e le città metropolitane, sempre più motori della crescita e del cambiamento.