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Manifatturiero, intelligenza artificiale in 15 milioni di macchine industriali nel 2024

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Il futuro della produzione nell’integrazione dell’IA nei processi e nelle macchine industriali. Il ruolo dell’edge e del cloud nel manifatturiero secondo ABI Research. La Lombardia nel gruppo delle regioni più produttive e innovative d’Europa chiede più investimenti per la trasformazione digitale dell’industria continentale.

Una delle missioni dell’intelligenza artificiale o IA è favorire l’innovazione e il potenziamento dell’industria manifatturiera mondiale. La trasformazione digitale (digital transformation o DX) della produzione tradizionale passa per questa nuova tecnologia e i suoi impieghi: secondo stime ABI Research, entro il 2024 le macchine industriali dotate di intelligenza artificiale saranno 15,4 milioni nel mondo.

L’uso crescente di “Artificial intelligence enabled device” in ambito manifatturiero serve a raggiungere diversi standard di processo e produzione, tra cui il design, la visione artificiale, il controllo di qualità, l’ottimizzazione dei processi, la manutenzione predittiva, le stime di produzione per la gestione ottimale dell’inventario, la gestione delle materie prime e dei magazzini, la sicurezza degli impianti e molto altro.

Promuovere l’utilizzo del’IA all’interno dell’industria classica significa anche affidarsi in maniera crescente all’edge computing, perché come è spiegato nel Report “Industrial AI Market Tracker”, le imprese tendono a tenere e gestire i carichi di lavoro sull’edge, senza rivolgersi necessariamente al cloud pubblico.

Per venire incontro a queste esigenze, i fornitori di chipset e server hanno progettato e sviluppato soluzioni dedicate all’intelligenza artificiale e nello specifico ideate proprio per il settore manifatturiero.

ABI Research riporta anche i nomi di alcune startup del settore, tutte americane, come Uptake, SparkCognition, FogHorn e Falkonry, che sviluppano specificatamente soluzioni cloud & edge per il monitoraggio dell’insieme delle prestazioni e delle attività produttive.

Per la manutenzione predittiva e il monitoraggio delle apparecchiature, saranno installate rispettivamente 9,8 milioni e 6,7 milioni di macchine intelligenti; mentre per il controllo qualità e la ricerca di difetti nella produzione si stimano 3,7 milioni di macchine intelligenti al lavoro entro il 2024 (dalle 300 mila attuali).

Il modello Lombardia
Il settore manifatturiero è stato forse quello che tra i pochi si è salvato nel periodo nero dell’economia italiana (2008-2013), riuscendo ad invertire la rotta e portarsi ad un +7,4% nel quadriennio 2014-2017, con una crescita addirittura doppia rispetto al prodotto interno lordo nazionale (Pil), secondo stime della Fondazione Edison su dati Istat.

In particolare, la Lombardia è riuscita a ridurre sensibilmente la differenza con l’indice di produzione manifatturiero dell’Unione europea. Nel primo trimestre dell’anno in corso, la regione italiana contava 100 mila imprese manifatturiere (un quinto del totale nazionale), con un fatturato di 250 miliardi circa e un valore aggiunto di più si 60 miliardi di euro (in crescita del 5% negli ultimi 3 anni).

In occasione del World Manufacturing Forum di Cernobbio, si legge in un articolo pubblicato su industriaitaliana.it, la Lombardia ed altre 3 super regioni europee del manifatturiero e dell’innovazione digitale, Alvernia-Rodano-Alpi, Baden-Württemberg e Catalogna, hanno presentato un documento comune dal titolo: “Visioni e pratiche regionali che rispondono alle sfide della produzione globale”.

Al suo interno la richiesta esplicita all’Unione europea, da parte delle quattro regioni più industrializzate d’Europa (che assieme valgono quasi 10% del Pil europeo), di aumentare le risorse finanziarie e gli investimenti, per il periodo 2021-2027, in fondi dedicati all’innovazione tecnologica nel manifatturiero per l’intelligenza artificiale, la trasformazione digitale dell’industria tradizionale e delle piccole e medie imprese (Pmi), per l’automotive del futuro.

I quattro motori dell’industria europea, infine, da diversi anni hanno dato vita ad una rete transnazionale, unica nel suo genere, volta a favorire diverse iniziative comuni in tema di economia, industria, ricerca, scienza, ambiente, istruzione, cultura e sicurezza.