Le 5 raccomandazioni

L’Ue: ‘Per evitare la procedura investire di più anche nella banda ultra-larga e nella Pa digitale’

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Nelle cinque raccomandazioni della Commissione Ue all’Italia per aiutarla a programmare per i prossimi 18 mesi la politica economica e per evitare la procedura per debito eccessivo, anche la sollecitazione a completare l’infrastruttura digitale per consentire l’accesso alla banda ultra-larga e più investimenti per la Pa digitale.

Siamo a giugno ed è tempo di “pagelle” non solo per gli studenti, ma anche per il Governo. Ieri è stata consegnata all’Italia quella inviata dalla Commissione Ue, che contiene cinque raccomandazioni per aiutare il nostro Paese a programmare per i prossimi 18 mesi la politica economica e soprattutto ad evitare la procedura per debito eccessivo. Nelle cinque grandi aree in cui il Governo M5S-Lega è chiamato ad intervenire ci sono anche gli investimenti in ricerca, sviluppo e Innovazione (le altre sono conti pubblici, lavoro, giustizia e banche).

L’Ue chiede investimenti in ricerca, sviluppo e Innovazione

Sono diversi gli ambiti in cui andranno concentrati gli investimenti per recuperare l’arretratezza del Paese, secondo le raccomandazioni della Commissione europea. A cominciare, come detto, da ricerca, sviluppo e Innovazione per aumentare la produttività delle nostre Pmi. Servono fondi anche per migliorare la qualità delle infrastrutture, che è ancora molto diversa da Regione a Regione:

“Nelle zone rurali”, si legge nella lettera inviata all’Italia, “la rete a banda larga è meno avanzata: per quanto riguarda la copertura della connettività ultraveloce (almeno 100 Mbit/s) l’Italia è ancora in ritardo rispetto alla media dell’UE (solo il 24% rispetto alla media UE del 60%) e figura in fondo alla lista dei paesi (al ventisettesimo posto), con un tasso di crescita ancora molto moderato. Sia la copertura sia la diffusione della connettività ultraveloce mostrano risultati molto al di sotto della media dell’UE”.

Dunque, Bruxelles sollecita anche la realizzazione dell’infrastruttura digitale per consentire ad aziende e famiglie di avere accesso alla banda ultra-larga. Ma non è sufficiente.

Bocciati nelle competenze digitali

“Le  competenze  digitali  sono  quelle che più richiedono di essere migliorate”, avverte la Commissione Ue, che fa notare: “si sono registrati progressi  limitati per quanto riguarda  le  competenze  e  le  infrastrutture  digitali;  investire  nel  capitale  umano  è  un prerequisito per stimolare gli investimenti pubblici e privati e le attuali misure volte a promuovere le competenze digitali e l’apprendimento degli adulti non si inquadrano in un  approccio  organico;  i  livelli  delle  competenze  digitali  di  base  e  avanzate  in Italia sono inferiori  alla  media  dell’UE:  solo  il  44%  delle  persone  tra  i  16  e  i  74  anni  possiede competenze digitali di base (57% nell’UE)”.

“Scarsa digitalizzazione della Pa”

Una bocciatura, in sostanza, è arrivata da Bruxelles all’Italia sulle competenze digitali. Ma anche sulla “scarsa digitalizzazione” della Pubblica amministrazione. “Alla fine del 2017”, sottolinea ancora la Commissione Ue, “la riforma era stata attuata per la maggior parte e l’applicazione è in corso, con il sostegno della nuova legge “Concretezza”.  Tuttavia, la pianificazione incoerente, le scarse risorse finanziarie e l’insufficiente  coordinamento stanno  ritardando  l’attuazione  dei  servizi pubblici digitali in settori fondamentali che contribuirebbero a ridurre la complessità e ad  aumentare  la  trasparenza,  come  quello  dei  sistemi  di  pagamento  online. L’elevata età media dei dipendenti  pubblici  e  il  basso  livello  medio  delle  loro  competenze digitali   rallentano   ulteriormente  il  processo”.

Il Commissario Moscovici: ‘Conti pessimi, ora servono i fatti”

Quindi l’Italia deve investire di più anche sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e puntare a completare l’infrastruttura digitale per consentire l’accesso alla banda ultra-larga. L’Ue chiede questo. “Ora attendiamo da Roma misure concrete”, ha avvertito Pierre Moscovici, il commissario agli Affari monetari: “i conti sono pessimi. Spetta al Governo produrre analisi, cifre e misure tali da dimostrare che la procedura può essere evitata”. E può essere evitata mettendo tra i cinque punti principali della politica economica più investimenti sulla banda ultra-larga e per la Pa digitale.