L'attacco

L’era Biden inizia con un cyber attacco al Governo americano. Dito puntato contro Mosca

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Oggi il Collegio elettorale nazionale ratifica la vittoria di Biden e la sua elezione a Presidente USA, ma sabato il Consiglio di sicurezza si era riunito d’emergenza a Washington per valutare i danni di un nuovo esteso e profondo attacco informatico all’amministrazione americana. Si segue la pista russa.

È partita oggi, lunedì 14 dicembre 2020, la nuova presidenza Biden. Il Collegio elettorale nazionale si riunisce per ratificare ufficialmente l’elezione di Joe Biden a 46° Presidente degli Stati Uniti d’America.

Biden è il 46° Presidente USA

Chiusi tutti gli scrutini, respinte anche le cause intentate da alleati e legali di Donald Trump, ci si avvia a lasciarsi alle spalle una tornata elettorale americana tra le più combattute della storia e tra le più votate di sempre.

Biden ha vinto le presidenziali 2020 con oltre 81 milioni di voti, divenendo il Presidente più votato di sempre negli Stati Uniti. Trump, invece, sarà ricordato come lo sconfitto più votato di sempre, con oltre 74 milioni di voti.

Il Collegio elettorale nazionale, a questo punto, dovrà solo ufficializzare il dato finale dei grandi elettori: Biden 306 voti, Trump 232. Il prossimo 6 gennaio ci sarà la proclamazione del nuovo Presidente e vice Presidente USA (a cui seguirà l’ultimo atto rituale, l’Inauguration Day del 20 gennaio, giorno dell’insediamento alla Casa Bianca).

L’attacco hacker al Governo americano e la pista russa

Un giorno importante oggi per gli Stati Uniti e il mondo intero, macchiato però da un fatto molto grave, che getta ombre inquietanti sul futuro della più grande potenza economica e militare al mondo e sul futuro delle democrazie (ex) occidentali in generale.

Sabato il Consiglio di sicurezza nazionale si è riunito in via straordinaria proprio a causa di quello che i media americani non esitano a definire “il più grave attacco informatico all’amministrazione USA da cinque anni a questa parte”.

I cyber attacchi hanno colpito il Dipartimento del Tesoro e il Dipartimento del Commercio, più altre Agenzie governative di massimo rilievo istituzionale. Dietro a tutto questo, secondo quanto riportato dal New York Times, ci potrebbe essere la Russia.

Breccia nei sistemi Microsoft e SolarWind

La breccia nel sistema di difesa è stata individuata in alcuni software della NTIA, la National Telecommunications and Information Administration, in particolare in Microsoft Office 365, superando il sistema di autenticazione.

Altra falla individuata dagli investigatori americani è negli aggiornamenti software rilasciati dalla società IT SolarWind, che fornisce servizi ad agenzie governative e Dipartimenti del Governo, nonché all’intelligence USA e ai militari.

Secondo quanto riportata dalla Reuters, l’azienda ha dichiarato che gli upgrade in questione possano esser stati manomessi in effetti tra marzo e giugno 2020 in occasione di un grande attacco informatico, ben pianificato e mirato a degli specifici target.

Su quanto accaduto stanno investigando la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, l’FBI e la National Security Agency (NSA).

Biden e il cattivo rapporto con Mosca

La NSA già ai primi di novembre, cioè in piena elezione presidenziale, aveva già denunciato il pericolo di attacchi informatici sponsorizzati da Mosca. Ma sono mesi che si parla di cyber attacchi su target governativi e politici.

Ora tutti i media americani, pur nell’incertezza generale, stanno puntando il dito contro la Russia: “E’ un attacco troppo grande, troppo ben congegnato, troppo mirato, dietro ci deve essere per forza una potenzia nazionale”, hanno detto alcune persone informate su fatti alla Reuters.

Il ministro degli Esteri russo, attraverso la pagina Facebook dell’Ambasciata russa negli Stati Uniti, ha respinto ogni accusa al mittente, bollando la vicenda come isteria mediatica e malafede di Washington con l’obiettivo di attaccare e mettere in cattiva luce Mosca.

Cold war

Nel tempo Biden non ha mai risparmiato frecciate a Mosca e parole a volte molto dure contro la Russia, i suoi interessi globali e la sua volontà di minare le basi delle democrazie occidentali, americana compresa.

Ancora prima di vincere le elezioni presidenziali, ricorda un approfondimento dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, il candidato democratico aveva infatti dichiarato più volte che la sua posizione ufficiale nei riguardi di Mosca era ed è improntata ad un utilizzo pesante delle sanzioni, ad un’espansione e potenziamento progressivi della Nato, alla creazione di un fronte democratico internazionale finalizzato ad arginare l’azione della Russia nel mondo.

Tutti negli Stati Uniti si aspettano da Biden una nuova politica anti-russa, con un rafforzamento della presenza americana e della Nato nei Paesi a Est dell’Europa, tra cui Ucraina e Bielorussia, con un’inevitabile escalation della tensione, sia politica, sia economica, sia soprattutto militare.

L’attacco hacker denunciato da Washington in questi giorni sembra proprio inaugurare una nuova era politica, che tanto ricorda quella che un tempo si chiamava “guerra fredda” tra imperi.