Economia

L’economia cinese in ripresa dopo la crisi del coronavirus

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Secondo un rapporto di Bloomberg, l’economia cinese sarebbe già in ripresa dopo l’arresto dovuto al coronavirus.

L’economia cinese sta iniziando a riprendersi, mentre il governo segnala progressi nella lotta contro l’epidemia di coronavirus che ha ucciso 3.136 persone, contagiandone complessivamente 80.754.

I controlli del governo e le restrizioni alla circolazione per oltre la metà della popolazione cinese hanno ridotto sia i consumi che la produzione. Molte fabbriche sono chiuse o non funzionano ancora a pieno regime a causa di mancanza di personale o scorte limitate di materie prime.

Si tratta dunque di una situazione critica che impatta non solo sull’economia cinese, in cui la domanda domestica rappresenta il 60% del Pil, ma anche sull’economia mondiale.

Secondo i dati dell’Ocse, infatti, le proiezioni di crescita del Pil globale per il 2020 sono diminuite di mezzo punto percentuale, passando dal 2,9% al 2,4%. Se l’epidemia dovesse protrarsi più a lungo del previsto, la crescita globale potrebbe fermarsi solo all’1,5%.

Cina in Crescita

Tuttavia, secondo un rapporto di Bloomberg, gran parte dell’assetto industriale cinese sta funzionando a meno della piena capacità o è ancora inattivo, ma ci sono segnali di ripresa.

Nella scorsa settimana, infatti, l’economia cinese ha funzionato intorno al 70% della sua capacità potenziale, facendo così registrare un miglioramento rispetto alla settimana precedente, mentre China International Capital Corp ha stimato che, all’8 marzo, la capacità produttiva cinese ammontava precisamente al 76% rispetto ai livelli usuali.

La domanda di carbone per produrre elettricità è stata la più alta da lunedì 21 gennaio, ma è ancora inferiore di circa il 20% rispetto ai dati di un anno fa.

Alla domanda di elettricità si affianca il trend delle emissioni inquinanti causate dall’attività industriale, evidenziando una massiccia riduzione durante il picco della crisi, pari a quasi 100 tonnellate metriche di anidride carbonica, e una ripresa negli ultimi giorni, secondo i dati del Center for Research on Energy and Clean Air.

Xi Jinping visita Wuhan

In questo contesto, la visita di Xi Jinping a Wuhan, capoluogo della provincia cinese dell’Hubei, rappresenta il simbolo della ripresa cinese. In quest’ottica, l’assetto statalista del sistema cinese permette sicuramente una velocità di risposta diversa rispetto al mondo occidentale.

Il governo ha infatti prontamente stabilito il taglio tassi, sgravi fiscali e prestiti agevolati ai soggetti maggiormente colpiti dalla crisi, ossia famiglie e PMI. Inoltre, la crisi si è trasformata in un’occasione per sperimentare e potenziare i sistemi di telepresenza, smart working e riconoscimento facciale.

Dalla Sars al Coronavirus: un nuovo balzo in avanti ?

Rispetto alla crisi SARS del 2002, l’epidemia causata dal coronavirus giunge in un momento particolare. La crescita, sebbene elevata e con tassi obiettivo intorno al 6%, non è più inarrestabile e a doppia cifra, anche a causa della guerra commerciale con gli Stati Uniti.

Tuttavia, i dati forniti dalla Banca Mondiale mostrano che l’economia cinese, dopo il breve rallentamento avvenuto tra il 2002 e il 2003, è ripartita rapidamente, arrivando a toccare, negli anni immediatamente successivi alla Sars, picchi intorno al 14%. Su queste basi, considerando anche la maggiore solidità raggiunta dal sistema nell’ultimo ventennio, non è azzardato immaginare anche stavolta una rapidissima ripresa e, addirittura, un nuovo grande balzo in avanti.