Finestra sul mondo

La Merkel condanna i test di scarico delle auto come ‘ingiustificabili’, Macri (Argentina) taglia incarichi e congela stipendi, Brexit

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Germania, Merkel condanna i test di scarico delle auto come “ingiustificabili”

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Hans Dieter Poetsch, presidente della Volkswagen, e’ tornato a negare che la dirigenza della casa automobilistica avesse approvato test delle emissioni diesel con le scimmie. “A nome dell’intero Consiglio di vigilanza, mi distanziano fortemente da tali pratiche”, ha dichiarato Poetsch nella sede centrale del gruppo a Wolfsburg. “Faro’ del mio meglio per indagare a fondo. Ovviamente, chiunque debba assumersene la responsabilita’, dovra’ renderne conto”, ha dichiarato. La Volkswagen si era scusata durante il fine settimana, dopo le indiscrezioni in merito alla conduzione di test sugli scarichi inquinanti delle auto con l’impiego di scimmie negli Stati Uniti. Questi test sarebbero stati parte di uno studio per dimostrare che l’inquinamento diesel e’ diminuito in modo significativo grazie al moderno controllo delle emissioni. L’Associazione europea di ricerca per l’ambiente e la salute nel settore dei trasporti (Eugt), inanziata da VW, Daimler e BMW, aveva commissionato lo studio all’Istituto statunitense di ricerca sulle vie respiratorie di Lovelace. A capo dello studio c’era la Volkswagen. Sembrerebbe che l’Eugt avesse promosso anche uno studio sugli esseri umani. Il cancelliere tedesco, la cristiano democratica Angela Merkel (Cdu) ha condannato fermamente i test. “Questi test sulle scimmie o persino sugli esseri umani sono eticamente del tutto ingiustificabili”, ha detto il portavoce del governo Steffen Seibert lo scorso lunedi’ a Berlino. “L’indignazione di molte persone e’ completamente comprensibile”, ha aggiunto. Anche il ministro tedesco dei trasporti, il cristiano sociale Christian Schmidt (Csu), ha criticato aspramente i test che sono serviti esclusivamente a fini di pubbliche relazioni, come ha riferito un portavoce. La commissione investigativa del ministero ha chiesto alle compagnie automobilistiche di riferire immediatamente e in dettaglio le dinamiche dei test. Il presidente del comitato aziendale del gruppo VW, Bernd Osterloh, si e’ detto d’accordo circa l’urgenza del chiarimento. “Come consiglio del gruppo VW Group, siamo scossi. Qui i limiti etici e morali sono stati ovviamente superati”, ha dichiarato. Il primo ministro della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Stephan Weil (Spd), che siede nel consiglio di VW, ha detto che deve anche essere chiarito se ci sono stati piu’ test di questo tipo e in che modo siano state coinvolte delle persone. Lo Stato della Bassa Sassonia e’ l’azionista principale della VW. Il ministro federale dell’Ambiente, la socialdemocratica Barbara Hendricks (Spd) si e’ detto “inorridita”. Cio’ che e’ noto finora e’ “disgustoso”, ha dichiarato lunedi’ a Berlino. Il biossido di azoto nuoce alla salute umana. Questo e’ sufficientemente documentato, ha sottolineato Hendricks, che si e’ anche detta “scioccata” dall’apparente disponibilita’ degli scienziati a effettuare questi “esperimenti disgustosi”.

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Argentina, presidente Macri taglia incarichi e congela stipendi

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – In linea con la politica di riduzione della spesa pubblica il presidente argentino Mauricio Macri ha annunciato oggi una serie di misure volte a ridimensionare drasticamente il personale politico e burocratico dell’amministrazione pubblica. “Se gli argentini hanno fatto la loro parte, la politica deve dare il suo esempio”, ha detto Macri. “L’austerita’ deve cominciare nella politica” ha dichiarato il presidente prima di annunciare tre decisioni che verranno applicate in questo senso. “Elimineremo uno di ogni quattro incarichi politici dell’esecutivo” ha annunciato il capo di Stato. “Si tratta di una riduzione del 25 per cento degli incarichi e del costo dell’amministrazione”, ha precisato. Oltre a questo Macri ha dichiarato che “quest’anno i funzionari non avranno aumenti di stipendio” e che e’ pronto un decreto che stabilisce che “i familiari dei ministri non potranno far parte del governo”. In questo senso il presidente argentino ha spiegato che “ci siamo impegnati non solo ad un cambio economico, ma anche ad un cambio culturale”. “Vogliamo cambiare la cultura del potere, tutti dobbiamo cedere qualcosa per il beneficio della comunita’” ha aggiunto. In termini nominali il programma annunciato dal presidente corrisponde ad un taglio di circa 1000 incarichi e ad un risparmio nell’ordine dei 70 milioni di dollari ripartito tra i 20 ministeri del potere esecutivo oltre alla stessa Presidenza e al Gabinetto dei ministri. Lo stato argentino, secondo gli ultimi dati pubblicati dispone di 3500 posti dirigenziali, ma il piano di riduzione, secondo quanto filtrato alla stampa, include anche gli organi decentralizzati di gestione della previdenza sociale (Anses) e della salute pubblica (Pami). Tra le aree prese di mira nelle diverse amministrazioni figurano principalmente i sottosegretariati, le direzioni nazionali, ed i coordinatori ministeriali, e tra le amministrazioni quelle piu’ numerose in termini di incarichi risultano quelle del ministero della Produzione e dello Sviluppo Sociale, e quelle della Presidenza e del Gabinetto dei ministri. L’amministrazione pubblica nel complesso ha 210 mila impiegati che non rientrano in questo annuncio ma che sono comunque sono sotto minaccia costante. Su questo fronte per il momento il governo si e’ mosso attraverso il mancato rinnovamento dei contratti di collaborazione in scadenza Dal punto di vista del congelamento degli stipendi per un anno, si tratta di una misura che sembra dare un forte messaggio ai sindacati in un momento dell’anno decisivo per le trattative salariali tradizionalmente impostate sull’indice dell’inflazione. In questo senso il compito dell’esecutivo risulta arduo. Il tetto minimo dell’adeguamento salariale e’ rappresentato dal 15 per cento di inflazione proiettato per il 2018 nella legge Finanziaria ma i sindacati fanno riferimento al 25 per cento di inflazione del 2017 ed in ogni caso, pur accettando una proiezione del 15 per cento, premono per l’introduzione di una clausola di adeguamento automatico in caso si registri un indice superiore. L’annuncio riguardante il divieto di assunzione nell’amministrazione pubblica di familiari di membri dell’esecutivo ha rappresentato invece una sorpresa e non figurava tra le misure comparse nelle indiscrezioni filtrate alla stampa nei giorni precedenti. Anche questa delibera ha un forte impatto simbolico ed e’ coerente con il discorso pubblico a favore della trasparenza della politica e con la campagna contro la corruzione intrapresa fin dalla campagna elettorale. La mossa serve anche a schivare possibili polemiche per casi di familismo e di irregolarita’ da parte dei funzionari di governo, che ciclicamente si affacciano anche nei confronti dell’attuale esecutivo. E’ di quest’ultima settimana per esempio una controversia legata alla denuncia dell’impiegata domestica del ministro del Lavoro, Jorge Triaca, che ha affermato di aver lavorato per lungo tempo in nero fino a che il ministro non le ha trovato un contratto fittizio nell’amministrazione di un sindacato. Il settimanale “Perfil” aveva pubblicato nel 2016 una lunga lista di familiari di ministri nella quale figuravano tra gli altri parenti del capo di Gabinetto, Marcos Pena, e dello stesso ministro della Modernizzazione incaricato dei tagli alla amministrazione, Andres Ibarra.

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Nafta, progressi e rischi alla chiusura del sesto round di negoziati a Montreal

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Il sesto round di negoziati sul Trattato di libero scambio tra i paesi del Nord America (Nafta) si e’ concluso oggi a Montreal in Canada con rilevanti divergenze tra i tre membri, Stati Uniti, Canada e Messico, ma sembra per ora scongiurato l’annunciato ritiro degli Usa dall’Accordo. E’ quanto riporta il quotidiano “New York Times”, precisando che gli Stati Uniti sono stati vicini ad abbandonare il Nafta diverse volte nel corso del 2017. Robert Lighthizer, rappresentante per il commercio del governo statunitense, ha definito inadeguate le proposte di Messico e Canada, quando non addirittura contrarie alle richieste di Washington. Lighthizer e’ stato particolarmente critico sulla proposta di Ottawa che definisce non all’altezza delle aspettative. Ciononostante ha sostenuto che c’e’ stato un passo avanti, ma che “i negoziati procedono troppo lentamente” e che vanno accelerati “per non lasciare che i cittadini operino in uno stato di incertezza”. Il ritardo nel chiudere l’accordo potrebbe scontrarsi con le elezioni che negli ultimi mesi del 2018 si terranno in Usa e in Messico. Un rinvio che segnerebbe anche l’impossibilita’ per il presidente Donald Trump, dopo due anni di governo, di mantener fede alla promessa elettorale di abbandonare e il Nafta e di chiudere un accordo piu’ vantaggioso per il suo paese. E’ parso da subito come ambizioso il piano della Casa Bianca di rinegoziare il Trattato, un accordo del 1994, che Trump aveva definito sleale nei confronti degli Usa. La delega del Congresso al presidente scade a fine giugno 2018, ma il ritmo lento dell’incedere dei negoziati potrebbe richiedere una nuova delega per consentire a Trump di arrivare al risultato promesso. Il prossimo round si terra’ alla fine di febbraio in Messico.

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Usa, deputato repubblicano Frelinghuysen annuncia il ritiro dalla politica

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Il deputato repubblicano Rodney Frelinghuysen, alla guida della “potente” Commissione per gli Stanziamenti della Camera dei rappresentanti statunitense, ha annunciato oggi che non correra’ alle elezioni di meta’ mandato di novembre 2018. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”, precisando che la decisione mette in gioco un altro seggio e sferra un colpo al prestigio dello Stato del New Jersey a Washington. La rinuncia di Frelinghuysen e’ l’ultima di una lunga serie tra i deputati del Partito repubblicano che avevano importanti presidenze di commissioni e che hanno scelto di non ricandidarsi. La decisione di Frelinghuyse apre un’opportunita’ per il Partito democratico (Dem). Sebbene il deputato repubblicano sia rimasto in carica per 23 anni, i cambiamenti demografici e degli orientamenti politici nel New Jersey potrebbero giocare a favore dei Dem. Nelle presidenziali del 2016 la candidata democratica, Hillary Clinton, perse il distretto per l’1 per cento dei voti nella sfida contro Donald Trump. Nel 2012 l’allora candidato repubblicano Mitt Romney vinse il New Jersey per 5 punti di scarto. Il Cook Political Report, il rapporto che valuta le corse elettorali, aveva gia’ definito la rielezione di Frelinghuyse un “lancio della moneta”.

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Francia, il presidente Macron potrebbe ricorrere al referendum per fare adottare la riforma costituzionale

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Nel caso in cui non riuscisse a fare approvare la sua riforma costituzionale, il presidente francese Emmanuel Macron potrebbe interpellare i cittadini attraverso un referendum, come fece il generale Charles De Gaulle nel 1962. E’ quanto afferma “Libe’ration”, sottolineando che si tratterebbe di un’ipotesi “delicata” e “contestata”. In caso di blocco al Senato “utilizzeremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione” ha detto il ministro della Giustizia, Nicole Belloubet. Per il momento l’esecutivo privilegia le discussioni, ma il presidente del Senato, Ge’rard Larcher, si e’ gia’ mostrato contrario ad alcune misure come quella che vieta il cumulo dei mandati. L’oggetto del referendum riguarderebbe misure come la riduzione del numero dei parlamentari o l’introduzione di una dose di proporzionale. “Le Figaro” scrive che l’obiettivo di Macron e’ quello di “modernizzare le istituzioni francesi” e il referendum rappresenterebbe “un mezzo tecnico per aggirare il Parlamento”. Secondo molti esponenti di destra il presidente non e’ realmente intenzionato a utilizzare il referendum, giudicandolo uno strumento troppo “pericoloso” per l’esecutivo. Le opposizioni potrebbero compattarsi facendo barriera contro le proposte di Macron.

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Francia, il presidente Macron affronta i primi problemi del suo mandato

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese Emmanuel Macron comincia a confrontarsi con i primi malumori. Lo riferisce “Le Figaro”, che cita gli scioperi negli ospedali e nelle prigioni e le proteste dei rappresentanti locali. Il quotidiano parla di diverse “tempeste” che arrivano da piu’ fronti, anche se lo staff cerca di minimizzare. Il quotidiano elenca i vari problemi da risolvere, come le richieste degli indipendentisti corsi o i prossimi scioperi degli studenti che arriveranno sicuramente dopo la riforma dell’esame di maturita’. Il “Figaro” parla di un “patchwork contestatario” che si “esprimera’ in movimenti di collera sporadici”. Il sospetto e lo scetticismo serpeggiano tra i francesi dopo le mancate promesse dei precedenti governi. Dall’inizio del suo mandato Macron ha chiesto ai suoi di fare la massima attenzione ai “segnali deboli di malcontento” provenienti dai vari ambiti della societa’. Secondo il quotidiano, grazie a questa strategia e’ stato possibile prevenire alla radice alcuni movimenti di protesta. Il presidente dopo alcuni mesi ha cambiato strategia moltiplicando i suoi interventi per fare della pedagogia presso il grande pubblico.

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Brexit, la Gran Bretagna perdera’ comunque, secondo le analisi goverative filtrate ai media

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Il divorzio dall’Unione Europea danneggera’ la Gran Bretagna in ogni caso: lo scrive il quotidiano “The Times” riferendo i risultati delle analisi sull’impatto economico della Brexit commissionate dal governo; i risultati saranno esposti questa settimana ai singoli ministri, per essere poi discussi collegialmente dal Gabinetto la prossima settimana. Gli studi sono parte integrante del dibattito interno al governo britannico impegnato nei negoziati con Bruxelles ed hanno preso in considerazione tre diversi scenari basati sugli accordi commerciali esistenti tra l’Ue ed altri soggetti internazionali. Il primo scenario contempla un accordo commerciale onnicomprensivo tra la Gran Bretagna e l’Unione Europea: in tal caso, nei prossimi 15 anni la crescita dell’economia britannica sarebbe inferiore di 5 punti percentuali rispetto alle attuali previsioni. Nello scenario definito “no deal”, che non vede quindi alcun accordo post-Brexit, i rapporti Gb-Ue verrebbero regolati secondo le attuali regole dell’Organizzazione per il commercio internazionale: in tal caso la crescita economica britannica si ridurrebbe dell’8 per cento nel quindicennio considerato. Persino lo scenario migliore, la cosiddetta “soft Brexit” che prevede la permanenza nel mercato unico attraverso l’appartenenza della Gran Bretagna alla European Economic Area (come ad esempio la Norvegia e la Svizzera, ndr), l’economia britannica perderebbe comunque il 2 per cento nel periodo considerato. Le analisi in questione, sottolinea il “Times”, sono state elaborate dal dipartimento per l’Uscita dall’Unione Europea in collaborazione con il ministero del Tesoro e sarebbero dovute restare segrete, almeno per il momento, ma ieri sono in qualche modo filtrate al sito “Buzzfeed News”: il deputato laborista euro-entusasta Chris Leslie in serata ha chiesto che i documenti vengano immediatamente resi pubblici nella loro integralita’. Non ci sono ancora significative reazioni alla rivelazione di questi dati da parte di esponenti della corrente piu’ euroscettica del Partito conservatore (i cosiddetti “Brexiteers”, ndr); ma il “Times” anticipa che i Brexiteers ne contesteranno la validita’: del resto, ricorda il giornale, prima del referendum sulla Brexit del giugno 2016 degli studi simili prevedevano per la Gran Bretagna una recessione accompagnata da aumenti della disoccupazione e dell’inflazione, ma nulla di tutto cio’ si e’ poi verificato.

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L’esercito di modelle di Berlusconi escludera’ gli euroscettici

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Silvio Berlusconi ha compiuto un importante passo verso il suo ritorno politico promettendo ai leader europei che dopo le elezioni del 4 marzo formera’ una coalizione di governo escludendo tutti i partiti euroscettici che attualmente sono suoi alleati nella campagna elettorale: lo scrive sul quotidiano britannico “The Times” il corrispondente da Roma Philip Willan citando i media italiani e in particolare il quotidiano italiano “La Repubblica”. Berlusconi avrebbe fatto questa promessa nel corso degli incontri avuti a Bruxelles all’inizio della scorsa settimana con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e con Manfred Weber, il presidente del gruppo europarlamentare del Partito popolare europeo: secondo questa interpretazione, ci sarebbe una sorta di patto segreto per formare, dopo il voto, una coalizione di governo con il Partito democratico dell’ex primo ministro Matteo Renzi; il leader della Lega nord, Matteo Salvini, ha sminuito queste rivelazioni definendole come “fake news e ha detto di avere fiducia nei patti stretti con Berlusconi. A ogni modo il “Times” riferisce che, allo scopo di conquistare un buon risultato per il suo partito Forza Italia, Berlusconi ha riempito le sue liste elettorali con modelle ed ex modelle, nella speranza di attrarre il voto maschile: fra esse ci sono Matilde Siracusano, una finalista del concorso Miss Italia del 2005, Mara Carfagna, una ex showgirl che e’ gia’ stata ministro delle Pari opportunita’ in un precedente governo di centro-destra e Annaelsa Tartaglione. Tanto che il giornale “Il Fatto Quotidiano” nel dare notizia della formazione delle liste di Forza Italia ha titolato “Con B. e’ sempre Forza gnocca”, in chiaro riferimento agli scandali sessuali che travolsero nel 2011 l’ultimo governo dell’anziano tycoon. Ovviamente, nota il “Times”, tra le belle ragazze candidate nelle liste di Forza Italia non c’e’ Ambra Gutierrez, la modella che ha pubblicamente denunciato di aver subito molestie sessuali da parte di Berlusconi.

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L’Europa militarizza il Sahel

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Il 18 gennaio scorso, in occasione del vertice anglo-francese, il Regno Unito ha confermato l’intenzione di inviare truppe militari nel Sahel con l’obiettivo di aiutare le forze locali nella lotta contro il terrorismo. Questa decisione si colloca nell’ambito della preoccupazione dell’Unione europea per l’instabilita’ della regione africana, considerata fondamentale per la propria sicurezza. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “El Pais” che ripercorre lo storico degli interventi militari europei della zona, da quello statunitense nel 2002 a quello francese nel 2013 con l’operazione Serval in Mali, sostituita nell’agosto del 2014 dall’operazione Barkhane. Durante il vertice di Parigi, anche il primo ministro italiano Paolo Gentiloni ha promesso, insieme ad altri leader europei, di espandere la propria presenza militare nella zona. Nonostante la presenza di forze di pace e truppe provenienti da diversi paesi, i gruppi ribelli del Sahel hanno approfittato della porosita’ dei confini e delle aree in cui manca una netta autorita’ del governo per diffondersi e raggiungere luoghi in cui precedentemente non operavano. Dal 2016 ci sono stati attacchi nel Niger occidentale e nel Burkina Faso settentrionale, che hanno sollevato l’allarme sull’estensione regionale di questo conflitto, continua “El Pais”. Per questa ragione anche il governo spagnolo di Mariano Rajoy ha deciso, durante l’ultimo consiglio dei ministri del 2017, di approvare un aumento di 152 soldati in Mali, per un totale di 292. La Spagna ha anche offerto la possibilita’ di inviare professori e accademici al Defence College del G-5 situato nella capitale mauritana, Nouakchott, per la realizzazione di corsi di alto livello. In questo modo, il governo di Madrid adempie alla promessa fatta durante il vertice dello scorso 13 dicembre a Parigi convocato dal presidente francese per fare il punto sulla situazione di insicurezza e terrorismo nel Sahel.

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Airbus tra tangenti e accuse, l’unico arrestato e’ un italiano

30 gen 10:47 – (Agenzia Nova) – Tom Enders, uno dei due amministratori delegati del gruppo aerospaziale e della difesa Eads, in seguito ribattezzata Airbus, e’ coinvolto nello scandalo sui diciotto aerei da combattimento Eurofighter Typhoon venduti all’Austria. Sul caso sta indagando la procura di Monaco di Baviera per corruzione e falso. Airbus respinge gli addebiti, e per quanto riguarda le accuse di corruzione e tangenti, aveva gia’ commissionato a Clifford Chance un’indagine indipendente diversi anni fa. “I risultati sono stati messi a disposizione delle autorita’. Ad ogni modo, non siamo a conoscenza di casi di corruzione”, ha comunicato l’azienda. Le indagini della procura di Monaco volgono ora al termine e sono previste sanzioni per un centinaio di milioni di euro, oltre alle spese processuali. Denis Ranque, altro ad di Airbus, a dicembre aveva annunciato come necessario un cambio di vertice e il giorno dopo Enders ha annunciato la sua rinuncia ad un’estensione del suo contratto dopo il 2019. Non ci sono prove di un suo coinvolgimento diretto nel sospetto caso di corruzione, ma il quotidiano “Handelsblatt” ha esaminato oltre 10 mila documenti riservati, traffico postale, estratti conto. Da questa documentazione risulterebbe che la Eads aveva calcolato un ricavo di 2 miliardi di euro per la consegna degli Eurofighter, e in cambio il gruppo doveva assicurarsi che le societa’ austriache ricevessero ordini per un valore di quattro miliardi di euro, non importa per quali beni o servizi: l’importante era dimostrare che gli ordinativi alle aziende austriache si fossero concretizzati grazie alla mediazione di Enders. Innumerevoli societa’ impiegano specialisti della “compensazione” nei propri reparti acquisti, in quello che “Handelsblatt” definisce un sistema de “una mano lava l’altra”. Alcuni esempi tedeschi sono quelli di Leica Geosysteme AG, che ha acquistato dispositivi di misurazione della distanza per 13,8 milioni di euro dall’Austria. La Thueringer Hygiene Papier GmbH ha acquistato una macchina da carta per 28,3 milioni di euro da un’azienda austriaca, sempre con la mediazione di Eads. La Ferrari decise, previa consultazione con Eads, di assegnare ad aziende austriache appalti per un importo di nove milioni di euro in tutto per la Maserati 139 AL / AD alla Magna Steyr Fahrzeugtechnik di Graz. L’ultimo Eurofighter e’ stato consegnato all’Austria nel 2009; nel frattempo, l’ordine era stato ridotto da 18 a 15 aerei, e il prezzo del contratto era sceso a 1,7 miliardi di euro. Finora l’unico arresto nell’ambito del caso e’ stato quello dell’italiano Gianfranco Lande, fondatore della societa’ Vector, che realizzava per conto di Airbus contromisure per gli Eurofighter. Lande, fra le altre cose e’ stato accusato di amministrare beni della ‘Ndrangheta calabrese.

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