Cloud computing

Italtel, la protezione delle informazioni al tempo della data economy

di |

Nasce l’era del cloud, una grande opportunità di crescita per le imprese e allo stesso tempo una sfida di massimo rilievo, soprattutto alla luce del nuovo Regolamento Ue sulla protezione dei dati e delle nuove tecnologie DX della terza piattaforma.

La trasformazione digitale in corso esige nuovi strumenti ICT e un nuovo modello di business per le imprese italiane ed europee. Secondo l’Assintel Report 2018 presentato oggi, tra le principali aree di investimento, dopo l’analytics, c’è proprio il cloud.

E anche tra le tecnologie abilitanti della terza piattaforma il cloud crescerà del 27,8% quest’anno e del 25,8% nel 2018.

Sempre quest’anno, secondo dati Indra, l’adozione del cloud nelle piccole e medie imprese (Pmi) sarà del 35% (nel 2016 era del 21%), mentre nelle aziende di medie dimensioni del 52% (29% l’anno passato).

A livello mondiale, i ricavi del mercato cloud computing saranno superiori a 260 miliardi di dollari nel 2017 (+18,5% su base annua), mentre per il prossimo anno dovrebbero sfiorare i 306 miliardi di dollari secondo un recente studio Gartner, con una crescita approssimativa stimata del 15%.

E proprio l’era della trasformazione digitale sta portando le aziende a considerare il cloud sempre più come strategia di business per poter essere più competitive.

Ma c’è un problema, ha affermato Chiara Dotti, Technical Marketing Engineer – Cyber Security di Italtel: “Se da un lato le aziende che si spostano verso soluzioni cloud ottengono notevoli vantaggi in termini di riduzione dei costi, flessibilità e scalabilità, dall’altro l’impossibilità di avere un controllo diretto sui propri dati aumenta la preoccupazione sulla loro sicurezza”.

Inoltre, nell’ambito dei servizi cloud, con l’attuale direttiva dell’Unione europea sulla protezione dei dati personali (GDPRGeneral Data Protection Regulation), non vengono ad oggi richiesti obblighi precisi da parte del fornitore ed è demandata al cliente la responsabilità nel trattamento dei dati.

Questo fino ad oggi, perché con l’entrata in vigore del regolamento “saranno stabilite precise ripartizioni della responsabilità tra chi fruisce e chi fornisce il servizio e aumenteranno i requisiti di conformità dei dati (data compliance) richiesti ad entrambe le parti”, ha spiegato la Dotti.

Diventerà quindi sempre più importante e indispensabile, da parte del cliente, “effettuare un’accurata “due-diligence” sulla scelta dei fornitori, esaminando pratiche e strategie attorno ad aspetti come il livello di sicurezza in termini di confidenzialità, integrità e disponibilità del dato, la gestione degli accessi, i livelli di servizio in risposta agli eventuali incidenti, gli impatti legali”, ha sottolineato Dotti.

E se la digital economy delle imprese 4.0 sarà sempre più data driven, sarà proprio il GDPR a determinare il 34% della spesa Ue in sicurezza informatica durante il prossimo anno (Assintel Report 2018).

Le aziende dovranno quindi dotarsi di skill specialistici e competenze sul GDPR, in modo da completare le valutazioni necessarie all’adeguamento in tutti i settori coinvolti e secondo le differenti responsabilità”, ha commentato in una nota il responsabile Italtel.

Per poter affrontare in modo adeguato queste nuove regolamentazioni, sarà utile avere un supporto esterno che possa coadiuvare nel percorso di attuazione dell’adempimento.