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Investimenti, Katainen: ‘Il Piano Juncker da 315 mld creerà 1,3 milioni di posti di lavoro’

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Il Piano sosterrà gli investimenti strategici nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, nelle smart cities, nell’istruzione, nella R&S, nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.

Il piano strategico della Commissione europea – che dovrebbe generare complessivamente investimenti per 315 miliardi – creerà 1,3 milioni di posti di lavoro. Questo almeno secondo i calcoli di Bruxelles, riferiti ieri dal Commissario per la Crescita e l’occupazione, Jyrki Katainen, alla Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo.

Di questa ingente cifra, Ue e Bei metteranno sul piatto 21 miliardi: queste risorse, nei piani della Commissione, dovrebbero catalizzare almeno 315 miliardi di euro di finanziamenti aggiuntivi per gli investimenti. Secondo stime prudenti effettuate sulla base dall’esperienza storica, l’effetto moltiplicatore del fondo sarà di 1:15: ogni euro pubblico mobilitato mediante il fondo genererà 15 euro di investimenti privati che altrimenti non sarebbero stati effettuati.

Katainen ha difeso l’approccio ‘ad alto rischio’ della Commissione di fronte ai timori degli europarlamentari, che hanno evidenziato i rischi del nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) – creato in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti e garantito con fondi pubblici – del suo possibile impatto sul bilancio comunitario esprimendo anche qualche perplessità sul criterio di selezione dei progetti e, soprattutto, sull’approccio ‘first loss scheme’.

Questo schema, come ha spiegato qui Lucio Battistotti, Direttore della Rappresentanza In Italia della Commissione Europea, prevede uno ‘strato protettivo’ per gli investitori che sarà di forte impulso per gli investimenti privati. In sostanza, spiega Battistotti, “…per ogni progetto di investimento o attività finanziaria le eventuali perdite sono di norma ripartite tra gli investitori in un ordine prestabilito: in primo luogo, le perdite sono riassorbite dai detentori del capitale proprio (gli azionisti), poi dai detentori del “debito subordinato” e solo per le perdite residue dai detentori del “debito senior”. Ciò significa che quanto più “spesso” è lo strato protettivo prima che vengano colpiti i detentori del debito senior, tanto maggiore sarà la disponibilità degli investitori a investire”

Secondo Katainen non c’è niente da temere: sul mercato c’è sufficiente liquidità ma carenza di investimenti privati. “Senza il ‘first loss scheme’, il Fondo non decollerebbe”, ha quindi sottolineato.

Per quanto riguarda i progetti, quelli selezionati saranno in linea con le politiche europee, ma – ha assicurato Katainen – la selezione “non sarà ‘politica’”: avverrà in maniera indipendente, dopo che il Governing Council della Bei avrà dato il suo via libera. “E a quel punto, non ci sarà più spazio per influenze di tipo politico”, ha precisato Katainen.

Tra le altre cose, il nuovo fondo sosterrà gli investimenti strategici nelle infrastrutture, in particolare nella banda larga e nelle reti energetiche, nei trasporti negli agglomerati industriali, nonché nell’istruzione, nella R&S, nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.