Lo studio

Intelligenza artificiale per il 40% delle imprese UE, ma senza competenze

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Nuova indagine della Commissione europea sulla diffusione dell’Intelligenza artificiale tra le imprese. Il 40% degli intervistati non è ancora pronto ad impiegare questa tecnologia. Oltre alle competenze dei lavoratori, il costo economico sembra essere ancora un serio ostacolo all’impiego dell’IA.

Per la prima volta in Europa è stato condotto e pubblicato uno studio quantitativo, dal titolo “European enterprise survey on the use of technologies based on artificial intelligence”, sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) in ambito aziendale.

Obiettivo dell’iniziativa è iniziare a comprendere in che modo questa tecnologia si sta diffondendo in tutti gli Stati dell’Unione e con quali esiti.

L’Intelligenza artificiale in Europa

Il 42% delle imprese raggiunte dall’indagine ha adottato almeno una tecnologia IA. Di queste, circa un quarto ne ha già adottate due diverse.

Le grandi organizzazioni raggiungono un tasso di impiego del 39%, quasi il doppio rispetto alle piccole (22%) e micro imprese (21%).

Il 18% delle aziende ha dichiarato l’intenzione di voler adottare tecnologie IA al massimo entro un paio di anni.

Complessivamente, il 40% delle imprese non utilizza ancora questa tecnologia e non prevede di farlo in un prossimo futuro.

La buona notizia, è che, nonostante siano ancora in numero elevato le organizzazioni che non impiegano l’IA, in generale, il 78% degli intervistati è consapevole dell’importanza dell’artificial intelligence nella transizione tecnologia ed economica in atto.

Barriere all’impiego

Non sono poche le difficoltà che, a quanto pare, sono costrette ad affrontare le imprese europee che vogliono cimentarsi con la nuova tecnologia.

Nel 57% dei casi si lamenta una grave mancanza di competenze tecnologiche da parte dei lavoratori.

Anche il costo economico dell’innovazione è citato come barriera all’adozione nel 52% dei casi.

Lo stesso adattamento dell’IA ai processi interni ed operativi dell’azienda rappresenterebbe un costo eccessivo per il 49% degli intervistati.

In misura minore, le imprese indicano come ulteriori criticità serie l’elevata incertezza, la responsabilità di eventuali danni e le problematiche burocratico-normative.

L’indagine è stata condotta su un campione di circa 10.000 aziende di tutti gli Stati dell’Unione, con l’aggiunta di Norvegia, Islanda, Regno Unito, nel periodo di tempo che va da gennaio a marzo 2020.