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Inquinamento rende Covid-19 più pericoloso per la salute. L’Ue propone taglio emissioni del 60% entro il 2030

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Gli agenti inquinanti minacciano la nostra salute e l’epidemia di Covid-19 ha dimostrato uno stretto rapporto tra virus ed emissioni nocive delle nostre attività industriali ed economiche. L’Ue prova ad accelerare sulla neutralità climatica e in Italia sono state presentate nuove (confuse) soluzioni per rendere più green la mobilità urbana.

Più un luogo, una città o un’intera area geografica soffre di inquinamento pesante dell’aria e dell’ambiente, più l’epidemia di Covid-19 trova terreno fertile per la sua diffusione. Abbiamo sentito più volte questo tipo di notizia e dagli Stati Uniti arriva l’ennesimo studio scientifico che prova a trovare ulteriori conferme del rapporto strettissimo che si instaura tra agenti inquinanti e agenti patogeni.

Studio USA: più è inquinato, più è pericoloso il Covid-19

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters, dal titolo “Hazardous air pollutant exposure as a contributing factor to COVID-19 mortality in the United States”, condotta da un team di ricercatori dell’Environmental Science and Forestry (ESF) College della State University of New York e di ProPublica, ipotizza una correlazione diretta tra gli agenti inquinanti atmosferici tossici più pericolosi per la salute umana (detti Hap, Hazardous air pollutants) e i tassi di mortalità di Covid-19 negli Stati Uniti.

Secondo l’Agenzia federale per la protezione ambientale americana (Epa), la lista ufficiale si compone di oltre 200 Hpa ritenuti altamente pericolosi per l’uomo, cioè in grado di degradare la salute umana fino alla morte prematura (ma anche di ridurre i tassi di fertilità o, in generare, di indurre malformazioni alla nascita).

Dallo studio emerge che in quelle contee dove i livelli di inquinanti sono più elevati, il tasso di mortalità del Covid-19 raddoppia. In particolare, il documento propone l’idea (non nuova ormai) che dove le polveri sottili (Pmx) e l’ozono raggiungono livelli elevati, aumentino considerevolmente anche i tassi di mortalità del virus.

Non c’è accordo unanime nella comunità scientifica internazionale, riguardo i tanti studi fin qui condotti, ma anche quest’ultimo ripropone la medesima conclusione: dove gli impianti industriali e le attività economiche raggiungono maggiore intensità e diffusione sul territorio nazionale, con relativo carico di veleni sprigionato nell’ambiente e nell’aria, lì il Covid-19 colpisce più duro.

L’Unione europea accelera sulla neutralità climatica

Alla luce di tutto questo, anche l’Unione europea sta cercando di trovare la massima condivisione attorno ai temi ambientali, della salute dei cittadini, dei cambiamenti climatici e dell’effetto dell’inquinamento sul processo di surriscaldamento globale attualmente in atto.

Il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione e al Consiglio una presa di posizione più netta sul clima e l’inquinamento. Secondo gli europarlamentari, l’Unione deve raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica entro il 2050, con un taglio delle emissioni inquinanti del 60% entro il 2030.

I deputati hanno anche indicato come fondamentale un taglio agli incentivi destinati all’industria dei combustibili fossili e alcuni obiettivi intermedi che consentano all’Unione di assicurarsi la neutralità climatica per la metà del secolo.

Nei giorni scorsi la Commissione europea ha presentato la sua prima Relazione in materia di previsione strategica 2020. La sostenibilità ambientale è una delle quattro colonne su cui poggia l’iniziativa.

Non possiamo aspettarci un futuro facile: nuove tendenze e crisi continueranno a incidere sulle nostre vite. La prima relazione in materia di previsione strategica – ha dichiarato in una nota la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyenillustra il modo in cui possiamo rendere l’Europa più resiliente: potenziando la nostra autonomia strategica aperta e costruendo un futuro più equo, climaticamente neutro e sovrano sotto il profilo digitale”.

Nuove misure per la mobilità urbana in Italia

Sempre in termini di lotta all’inquinamento e di misure per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, secondo quanto riportato da laleggepertutti.it, nel decreto Semplificazioni sono stati introdotti alcuni provvedimenti in termini di mobilità urbana.

Il decreto dovrebbe infatti istituire le “strade urbane ciclabili”, dove i ciclisti e gli automobilisti dovranno convivere (assieme anche a chi utilizza mezzi di mobilità alternativa, come i monopattini). Una scelta che appare contraddittoria, confusa e anche pericolosa, per vari motivi.

I veicoli non potranno superare i 30km/h e le biciclette avranno sempre la precedenza, si legge nell’articolo.

Tra i tanti problemi che questo provvedimento porta con sé, c’è anche la possibilità per i ciclisti, se i sindaci lo riterranno opportuno, di andare contromano (nelle strade a senso unico e che offrano il giusto spazio).

Gli automobilisti, infine, potranno (sempre se c’è spazio) invadere anche le corsie ciclabili urbane, che in questo decreto vengono così riconfermate.