il caso

INPS, il bonus dei 600 euro tra professionisti di Serie A e professionisti di Serie B

di Francesca Cederna |

Rischia di assumere i contorni del vero e proprio scandalo (o nella migliore delle ipotesi della farsa, se non fosse che in realtà è una tragedia economica per i cittadini) la vicenda dei bonus da 600 Euro agli autonomi.

Rischia di assumere i contorni del vero e proprio scandalo (o nella migliore delle ipotesi della farsa, se non fosse che in realtà è una tragedia economica per i cittadini) la vicenda dei bonus da 600 Euro agli autonomi. (Attenzione: parliamo di quelli non ancora erogati da INPS per il mese di marzo a migliaia di cittadini).

In queste ore l’Istituto, ancora in arretrato con migliaia e migliaia di domande (con buona pace dell’ordine di protocollo: un piccolo esempio la domanda n. 21580 in Italia ha avuto risposta – di diniego – solo dopo 56 giorni) sta rispondendo ai cittadini che ancora devono percepire il bonus di Marzo che la domanda è respinta “poiché non risulta iscrizione alla gestione separata”, che come è noto è uno dei requisiti normativi per avere diritto alla erogazione del bonus.

Migliaia di cittadini – inferociti su Twitter – protestano in queste ore e pubblicano le loro iscrizioni alla gestione separata addirittura dagli Anni Novanta.

Ma non è finita qui: lo abbiamo detto, a farsa (hacker INPS) si aggiunge farsa. Il cittadino che si vede respinta la domanda ha due opzioni: cliccare sul bottone “Rinuncia” (eh già) o produrre idonea documentazione nel termine di 20 giorni dalla data di comunicazione del diniego alla domanda.

Sembra tutto semplice: basta allegare la prova documentale della iscrizione alla gestione separata e attendere (altri venti giorni) la risposta dell’Istituto. Che – tempestiva – non manca: il documento non è leggibile, e dunque l’istanza è irricevibile.

Con la conseguenza che, trascorso il termine per questa sorta di impugnativa, il diniego diventa definitivo e si perde definitivamente il diritto al bonus. Un ingegnoso sistema – frutto della più imperante burocrazia in danno del cittadino – che questa volta però assume i contorni della illiceità (oltre che della inaccettabilità) e della vera e propria presa in giro che il cittadino deve subire.

Ma è meglio seguire altre parole, rispetto alle fantomatiche e ripetute promesse: quelle del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Lei si che ha pienamente ragione nell’aspettarsi a breve gli italiani rabbiosi in piazza continuando la situazione di aiuti economici sbandierati in conferenze stampa che poi non arrivano e si rivelano solo vuoti proclami.