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In volo i droni per controllare gli spostamenti. Le 8 prescrizioni di Enac

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L’Enac dà il via libera all’uso dei droni, con peso inferiore a 25 kg, per il “monitoraggio degli spostamenti dei cittadini nel Comune”. I Comandi di Polizie Locali possono utilizzarli fino al 3 aprile 2020.

Sempre più nuove tecnologie in campo per il contenimento dell’emergenza epidemiologica coronavirus. In attesa della ricerca e di un eventuale utilizzo di una tecnologia per il tracciamento continuo delle persone positive a Covid-19 (oggi parte la call sul sito del ministero dell’Innovazione), l’Enac ha dato il via libera all’uso di droni ai Comandi di polizia locale per “consentire le operazioni di monitoraggio degli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale” con l’obiettivo di contrastare la pandemia.

Tutte le prescrizioni di Enac

La Polizia locale potrà far ricorso ai droni fino al 3 aprile 2020. Questa è la prima condizione indicata dall’Enac. Ecco tutte le altre:

  • Droni con peso inferiore a 25 Kg. “Le operazioni condotte con sistemi aeromobili a pilotaggio remoto con mezzi aerei di massa operativa al decollo inferiore a 25 kg, nella disponibilità dei Comandi di Polizia Locale ed impiegati per le sopra indicate attività di monitoraggio, potranno essere condotte in deroga ai requisiti di registrazione e di identificazione secondo l’art. 8 del Regolamento ENAC “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto“ del 3 del 11 novembre 2019.
  • Si possono utilizzare anche su aree urbane con scarsa popolazione esposta al rischio di impatto. Per quanto riguarda le operazioni critiche di tali SAPR esse potranno essere effettuate in Visual Line of Sight in deroga all’art. 10 anche su aree urbane dove vi è scarsa popolazione esposta al rischio di impatto, non sarà altresì necessario il rilascio di autorizzazione da parte di Enac e non sarà richiesto la rispondenza delle operazioni agli scenari standard pubblicati. 
  • Quota massima di 15 metri presso aeroporti in zone rosse. Inoltre, in deroga alle previsioni di cui all’art 27 del Regolamento ENAC e alle disposizioni contenute nella Circolare ENAC ATM 09, fino al 3 aprile 2020, si autorizzano tutti gli Enti di Stato di cui all’art 744 del Codice della Navigazione e delle Polizie Locali dei Comuni italiani, ad operare con propri APR se impiegati nell’ambito delle condizioni emergenziali dovute all’epidemia COVID-19, nelle aree prospicienti di tutti gli aeroporti civili di cui al paragrafo 7 della Circolare ENAC ATM 09 e identificate come “aree rosse”, ad una quota massima di 15 metri. 
  • In caso di svolgimento di voli operati con APR, nelle aree sopra specificate, l’Ente titolare dell’APR, dovrà fornire preventivamente comunicazione alla TWR dell’aeroporto limitrofo all’area d’interesse al fine di comunicare la presenza del drone e di coordinare le rispettive attività. 
  • È comunque data sempre priorità al traffico degli aeromobili da/verso gli aeroporti e rimane in capo all’operatore del drone la responsabilità sia di dare precedenza agli aeromobili in volo sia di separarsi da questi ultimi. 
  • I contatti telefonici dei responsabili delle TWR, saranno forniti agli stessi indirizzi di cui alla presente nota, da parte di ENAV e dell’Aeronautica Militare. 
  • Per gli aeroporti in cui sono presenti fornitori di servizio del traffico diversi da ENAV ed Aeronautica Militare, i numeri telefonici sono presenti nell’allegato D della Circolare ENAC ATM 09 visionabili sul sito www.enac.gov.it.

Anche i droni in volo contro la pandemia?

Come visto in Cina, potranno essere utili anche in Italia, perché i numeri del Viminale non sono affatto confortanti: dall’11 al 22 marzo sono stati controllati circa 2 milioni di cittadini e denunciati oltre 92mila. E questo nonostante ci siano migliaia di persone già contagiate e altre migliaia vittime del coronavirus. Anche per questo il Viminale ha emesso ieri un nuovo modulo per l’autocertificazione in cui bisogna specificare l’indirizzo da cui si parte e quello dove si arriva oltre a giustificare lo spostamento.