Come funziona con Bluetooth

Immuni è l’app scelta dal Commissario Arcuri per il contact tracing, ma si attende l’ok di Colao, che punta sul Gps

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Spieghiamo perché è stata scelta Immuni, il sistema di contact tracing digitale sviluppato dalla società Bending Spoons in partnership con la rete lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e con la società di marketing di Milano Jakala, e come funziona l’app.

È Immuni l’app di contact tracing scelta dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri – ora è sottoposta al vaglio della task force guidata da Vittorio Colao – ma ancora non è pubblica né la scheda tecnica del software né la relazione del gruppo di lavoro data-driven, nominato dal ministro dell’Innovazione, che l’ha selezionata tra 319 soluzioni proposte.

Così occorre leggere sia l’ordinanza firmata ieri da Arcuri sia i resoconti giornalistici per capire:

  • Perché è stata scelta Immuni, il sistema di contact tracing digitale sviluppato dalla società Bending Spoons in partnership con la rete lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e con la società di marketing di Milano Jakala? Nel capitale di Bending Spoons la scorsa estate è entrata con una quota di minoranza la H14 presieduta da Luigi Berlusconi e di cui è amministratore delegato Barbara Berlusconi. Si tratta della holding che controlla il 21% circa del capitale Fininvest in mano ai tre figli nati dal matrimonio del cavaliere con Veronica Lario.
  • E come funziona l’app?

Perché è stata scelta Immuni

Nell’ordinanza firmata ieri dal Commissario Arcuri con cui dispone la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons sono spiegati i motivi della scelta: “…è stata ritenuta più idonea per la sua capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus, per la conformità al modello europeo delineato dal Consorzio PEPP-PT e per le garanzie che offre per il rispetto della privacy”.

Come funziona Immuni

La app funzionerà con il bluetooth attivato e non sarà obbligatoria.

Attraverso il Bluetooth, descrive Repubblica, è possibile rilevare la vicinanza tra due smartphone entro 1 metro e ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Una volta scaricata, infatti, la app conserva sul dispositivo di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti gli altri dispositivi ai quali è stata vicino.

La seconda funzione di Immuni, invece, è un diario clinico contenente tutte le informazioni più rilevanti del singolo utente (sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci) e che dovrebbe essere aggiornato tutti i giorni con eventuali sintomi e cambiamenti sullo stato di salute, senza che alcun dato lasci il dispositivo. 

Un cittadino che dovesse risultare positivo al test di Sars-Cov-2 verrà poi interrogato dal medico, dotato di una sua versione della applicazione, sulla possibilità di sbloccare, ancora volontariamente, con un codice la lista dei contatti anonimizzati di chi ha incrociato per far arrivare una notifica a chi è a rischio contagio.

Come avviene la raccolta dei dati

Con questo codice, spiega il Foglio, il cittadino può caricare su un server i dati raccolti dalla sua app, compresa la lista anonima delle persone a cui è stato vicino. Affinché l’operazione sia efficace, il caricamento deve avvenire su cloud, in maniera protetta.

A quel punto, il server su cloud calcola per ogni identificativo il rischio di esposizione al coronavirus sulla base di criteri come la vicinanza fisica e la durata temporale del contatto. In seguito, il server genera una lista degli utenti più a rischio, ai quali è possibile inviare una notifica sullo smartphone. Il contenuto della notifica dovrà essere deciso dalle autorità sanitarie, potrebbe chiedere all’utente di autoisolarsi o di contattare i numeri appositi per l’emergenza. Anche se non è prevista una forma di tracciamento tramite Gps, implementarla dovrebbe essere un’operazione tecnicamente facile se le autorità sanitarie lo richiedessero. Il Gps è una soluzione che piace molto a Vittorio Colao.

Ma dove il GPS non arriva e le celle “non prendono” la risposta è il Bluetooth.

Quando si potrà scaricare l’app

Verrà testata in alcune Regioni pilota scelte dal Governo che pianificando la fase 2, quella post emergenza Coronavirus. “Stiamo lavorando con il ministero dell’Innovazione e con la presidenza del Consiglio per cominciare una sperimentazione che contiamo possa essere avviata in alcune Regioni pilota per poi estendere la facoltà volontaria ma speriamo massiccia dei nostri cittadini,” ha spiegato Arcuri.

L’obiettivo è rompere le catene dei contagi di un virus che può essere diffuso anche da persone che non hanno sintomi.

La scelta del contact tracing

Perché anche l’Italia, come altri Paesi, ad esempio Singapore, Uk e Corea del Sud, ha scelto di introdurre il sistema di contact tracing digitale per contribuire al contrasto del Covid-19?

La spiegazione è sempre nell’ordinanza firmata ieri da Arcuri: “Il contact tracing può aiutare ad identificare individui potenzialmente infetti prima che emergano sintomi e, se condotto in modo sufficientemente rapido, può impedire la trasmissione successiva dei casi secondari” e perché …”questa tecnologia appare in gradi di dare un contributo rilevante per un tracciamento di prossimità molto più efficiente e rapido di quello tradizionale, che non sempre si rivela efficace e comporta maggior dispendio di risorse”. 

Il Contact tracing manuale

Gli standard di contact tracing manuale forniti dall’European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) nel marzo 2020 relativamente all’epidemia di COVID-19 indicano in 12 ore – con l’utilizzo di 3 risorse di personale specializzato – il tempo medio per ogni operazione manuale di contact tracing, con un tasso di successo peraltro insufficiente a identificare tutti i contatti o comunque a ridurre il numero di contatti secondari potenzialmente infetti. 

L’app con Bluetooth sarà utile se scaricata da almeno il 60% degli italiani (36 milioni di persone)

L’app sarà utile? Nessuno può dirlo a priori. 

Secondo questo studio dei ricercatori di Oxford per essere efficace l’applicazione dovrà essere scaricata ed utilizzata da “almeno il 60% della popolazione target”.

Calcolatrice alla mano, il 60% di 60 milioni di italiani è pari a 36 milioni di cittadini. 

Oltre la metà degli italiani dovrà installare, su base volontaria e con spirito di solidarietà reciproca, l’applicazione per vedere dei risultati positivi e tangibili di contrasto alla diffusione del Covid-19 nella fase 2, quella che partirà in Italia dal 4 maggio prossimo. 
Chissà se l’app sarà allora già disponibile? 
Basterà che sia un’app “vitale” per farla scaricare ad almeno il 60% di chi vive in Italia? Molto probabilmente andrebbe incentivata con bonus e premi fiscali. 

Praticamente dovrebbe avere lo stesso numero di utenti che ha oggi Facebook in Italia, pari a 35 milioni di iscritti, secondo i dati Agcom del 20 gennaio 2020.

Per approfondire:

Scarica l’ordinanza in PDF con cui il Commissario Domenico Arcuri dispone la stipula del contratto di concessione gratuita della licenza d’uso sul software di contact tracing e di appalto di servizio gratuito con la società Bending Spoons