Finestra sul mondo

Il gradimento per Trump sale al 42 per cento, Puigdemont aspettera’ in carcere la decisione sull’estradizione, La Germania espelle 4 diplomatici russi

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, sondaggio Cnn: gradimento per Trump sale al 42 per cento

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – L’indice di gradimento per il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e’ salito a febbraio al 42 per cento, tornando al livello piu’ alto dopo 100 giorni della sua presidenza. Lo rileva un sondaggio della Cnn, dal quale emerge che nel complesso, il 42 per cento approva il modo in cui Trump sta gestendo la presidenza mentre il 54 per cento esprime un parere negativo. L’approvazione e’ aumentata complessivamente di sette punti percentuali da febbraio, con incrementi di sei punti percentuali tra i Repubblicani (dall’80 all’86 per cento) e gli indipendenti (dal 35 al 41 per cento). La quota che approva fortemente la performance di Trump (28 per cento nel nuovo sondaggio) e che la disapprova fortemente (46 per cento) si e’ mantenuta relativamente stabile. La Cnn sottolinea che l’indice di gradimento rimane inferiore a quello di tutti i suoi predecessori in questa fase nel loro primo mandato. Per quanto riguarda il commercio in generale, spiega la Cnn, il 38 per cento e’ favorevole al lavoro del presidente, mentre il 50 per cento e’ contrario. La gestione degli affari esteri da parte di Trump ottiene il 39 per cento di gradimento, mentre il 53 per cento si dichiara contrario. Il sondaggio ha inoltre rilevato che il 47 per cento degli intervistati ritiene che il presidente sia stato finora troppo tenero nei confronti della Russia, mentre il 41 per cento ritiene che il suo atteggiamento sia stato corretto. La maggioranza (54 per cento) disapprova il modo in cui il presidente ha gestito la politica sulle armi, mentre il 36 per cento la approva, piu’ o meno come nel mese di febbraio febbraio.

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Catalogna, Puigdemont aspettera’ in carcere la decisione sull’estradizione

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Il giudice della Corte di Neumunster, nel nord della Germania, ha deciso di mantenere in custodia l’ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, durante la valutazione del mandato d’arresto europeo emesso dalla Spagna. Da questo momento inizia il periodo di 60 giorni, estendibile per altri 30 al massimo, per decidere se consegnare Puigdemont alle autorita’ spagnole. Lo riferisce il quotidiano “El Pais” che, insieme a “La Vanguardia”, commenta la decisione della Germania sul caso catalano. Avvocati penalisti tedeschi consultati da “El Pais” danno quasi per scontato che Puigdemont sara’ consegnato alla Spagna, ma sostengono che il dilemma legale e’ con quale crimine verra’ effettuata l’estradizione del detenuto. Steffen Seibert, portavoce del cancelliere Angela Merkel, ha ribadito ieri durante una conferenza stampa che “la Spagna e’ uno stato democratico e questo conflitto deve essere risolto sulla base della legge spagnola”. L’arresto di Puigdemont in Germania ha fatto emergere nuovamente le strategie divergenti tra il gruppo parlamentare dell’ex presidente, Junts per Catalunya, e l’ Erc per quanto riguarda la formazione del governo e il modo in cui affrontare i processi in corso e l’attuale blocco istituzionale. Nel frattempo la Procura di Bruxelles ha riferito ieri che e’ in contatto con gli avvocati degli ex consiglieri catalani attualmente in Belgio: Toni Comin, Lluis Puig e Meritxell Serret. Il pubblico ministero ha infatti confermato quanto riferito dagli avvocati dei tre politici indipendentisti, ovvero che “i loro clienti sono a disposizione del sistema giudiziario belga e per questo motivo non vi e’ alcun rischio evidente di fuga”.

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Colombia, ministero Ambiente avverte compagnia energetica Ecopetrol per cospicua dispersione di greggio

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Se non interviene per frenare l’allarme ambientale causato da una cospicua dispersione di greggio, la compagnia energetica colombiana Ecopetrol rischia sanzioni molto pesanti. E’ quanto fa sapere il ministero dell’Ambiente colombiano in una nota emessa a proposito dell’emergenza in atto da oltre tre settimane. Il paese, scrive il quotidiano “El Universal” assiste “stupefatto” alla macchia di “petrolio, fango, gas e acque” che si estende per un raggio di 30 chilometri nella provincia settentrionale di Santander, “lasciando dietro di se’ una devastazione ambientale incalcolabile”. E nonostante siano passati 24 giorni dal momento in cui il petrolio ha iniziato ad affiorare nelle acque dei fiumi della zona, scrive la testata, “ancora non ci sono risposte definitive”. Le autorita’ hanno dato alla compagnia l’ordine di seguire un protocollo preciso e se “Ecopetrol non ha rispettato le misure sara’ duramente sanzionato”, fa sapere il ministro dell’Ambiente Luis Gilberto Murillo sul suo account di twitter.

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Usa, “Wsj”: amministrazione Trump cerca mano libera per le aziende statunitensi in Cina

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Le norme cinesi che impongono alle societa’ straniere di formare joint venture con i partner nazionali sono tra i principali obiettivi dei dazi varati dall’amministrazione Usa contro le importazioni cinesi. L’amministrazione Trump – scrive il “Wall Street Journal” – sostiene che queste joint venture costringono le aziende a divulgare i loro segreti commerciali in diversi settori, come quello automobilistico, con Pechino che ha l’obiettivo di dominare la costruzione di veicoli elettrici. “Le pressioni sul trasferimento di tecnologia si sono intensificate, con la Cina che ha cercato di sviluppare competenze nella produzione di veicoli a nuova energia, che includono plug-in ibridi e batterie elettriche”, ha detto il rappresentante del Commercio degli Stati Uniti, Robert Lighthizer, nella sua relazione la scorsa settimana.

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La Gran Bretagna “messa da parte” nel progetto di Gps europeo Galileo a causa della Brexit

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – La Commissione europea vuole tagliar fuori la Gran Bretagna dal progetto satellitare Galileo sfruttando la Brexit come pretesto, allo scopo di smistarne i ricchi contratti a societa’ in Francia, Germania e Italia: lo denuncia il quotidiano inglese “The Times”, citando non meglio specificati “importanti esponenti” dell’industria aerospaziale britannica. Il progetto europeo Galileo consiste in una costellazione di 30 satelliti, 22 dei quai gia’ messi in orbita, che a regime sara’ in grado di fare concorrenza all’attuale monopolio della localizzazione geosatellitare Gps statunitense: il progetto ha un valore stimato di minimo 9 miliardi di sterline (10,3 miliardi di euro, ndr) e dovrebbe entrare in funzione tra un paio di anni, consentendo di individuare dispositivi individuali come smartphone e navigatori satellitari con la precisione di un metro. Ebbene, secondo il “Times”, Bruxelles avrebbe comunicato al governo di Londra che non potra’ piu’ condividere questa tecnologia, perche’ la Brexit comprometterebbe “in maniera irreparabile” alcune parti del progetto: un passo particolarmente irritante, afferma il “Times”, soprattutto perche’ la Gran Bretagna ha gia’ investito centinaia di milioni nel progetto Galileo ed il governo britannico ha detto di voler conservare una stretta collaborazione con l’Unione Europea, anche dopo il divorzio, in materia di lotta al crimine ed al terrorismo; il contributo alla pubblica sicurezza infatti, come e’ intuibile, rappresenta un’importante obbiettivo del progetto. Secondo un’altra fonte citata dal “Times”, le aziende britanniche stanno gia’ venendo escluse dalle gare di appalto per la creazione dei sistemi di analisi che saranno trasmessi dai satelliti del progetto Galileo: questo significa, spiega il giornale, che i servizi segreti britannici in futuro dovranno affidarsi ad apparati ricevitori di dati costruiti in Francia. L’atteggiamento di Bruxelles fa temere, scrive il “Times”, che la Gran Bretagna venga esclusa anche dall’altro grande progetto spaziale europeo, il sistema di osservazione Copernico, buona parte del quale finora e’ stato costruito da societa’ britanniche. Tutti questi timori hanno spinto ieri lunedi’ 26 marzo il ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson, ad ammonire la Commissione europea perche’ non faccia “giochetti politici con le questioni della difesa e della sicurezza”: “Impedire alla Gran Bretagna di beneficiare delle nuove tecnologie”, ha detto il ministro Williamson nel corso di una conferenza stampa in Estonia, “danneggera’ sia la sicurezza britannica che quella dell’Europa”.

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Francia, per la prima volta in dieci anni il rapporto deficit/Pil sotto la soglia del 3 per cento

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Per la prima volta dal 2008, la Francia porta il rapporto deficit/Pil al di sotto della soglia del 3 per cento, arrivando al 2,6 per cento. Ne parla la stampa transalpina, sottolineando che il presidente Emmanuel Macron e il suo governo cavalcheranno questo risultato positivo. “Abbiamo tenuto i nostri impegni, questo ci permette di ritrovare la nostra credibilita’ in Europa”. Ha affermato il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire. “Les Echos” scrive che ormai Parigi potra’ uscire dalla procedura europea del deficit eccessivo lanciata nel 2009. Per completare questo procedimento sara’ necessario restare sotto la barra del 3 per cento per i prossimi due anni: un obiettivo che non dovrebbe essere mancato. “Parigi puo’ ringraziare la ripresa economica e la crescita del 2 per cento registrata lo scorso anno” scrive Libe’ration, ricordando pero’ che il debito pubblico transalpino e’ in costante aumento. Secondo l’istituto nazionale delle statistiche nel 2017 ha raggiunto 2.218 miliardi di euro, l’equivalente del 97 per cento del Pil. Sempre lo scorso anno, le spese pubbliche sono aumentate del 2,5 per cento, contro lo 0,6 per cento nel 2016. Secondo i socialisti questo dinamismo subira’ una battuta d’arresto quest’anno a causa dei “regali fiscali” accordati a quell’1 per cento dei francesi piu’ ricchi.

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Francia, polemiche sull’atteggiamento del governo nei confronti della minaccia terroristica

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Dopo l’attentato di venerdi’ a Tre’bes, nel sud ovest della Francia, dove hanno perso la vita quattro persone, scoppia la polemica sull’efficacia delle misure antiterrorismo previste dal presidente Emmanuel Macron. Secondo “Le Figaro” il capo di Stato francese “resta sordo al processo dell’opposizione” e prosegue sulla linea annunciata ad ottobre. Il leader di En marche, Christophe Castaner, ha affermato domenica che i francesi superstiti di ritorno dalla jihad saranno seguiti, accolti e imprigionato nel momento in cui “degli atti criminali verranno commessi”. Parole che hanno suscitato un’ondata di critiche, pronunciate in un momento in cui il paese si prepara a rendere omaggio al tenente-colonnello Arnaud Beltrame, ucciso dal terrorista di Tre’bes. “Libe’ration” scrive che una parte della destra invita l’esecutivo ad adottare delle misure “inapplicabili o controproduttive”. Il partito dei Repubblicani avanza proposte “demagogiche”, mentre il loro “cugino proveniente dalla sinistra”, l’ex premier Manuel Valls, ha idee sempre piu’ radicali. Il quotidiano ha analizzato le quattro principali proposte, smentendole una ad una. La detenzione per i sospetti radicalizzati schedati con la lettera “S” e’ inattuabile in quanto si tratta di uno “strumento di sorveglianza” che non ha un potere “coercitivo”. Impossibile anche l’espulsione, visto che e’ contraria alla convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le perquisizioni amministrative non sono scomparse con la fine dello stato di emergenza e il divieto di praticare la l’ideologia salafita pone numerosi problemi.

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L’Fmi chiede 100 miliardi alla Germania per il salvataggio dell’euro

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Il direttore del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, ha scelto Berlino, la “capitale di fatto dell’Europa”, scrive “Handelsblatt”, per presentare la sua proposta di un fondo di salvaguardia per la zona euro. Se in futuro un Paese dell’eurozona finanziariamente debole dovesse entrare in una crisi economica, potrebbe contare sul sostegno finanziario del fondo. “Per evitare una dolorosa ripetizione della crisi, la zona euro ha bisogno di una capacita’ fiscale centrale”, ha detto Lagarde a Berlino. La proposta non e’ nuova, scrive il quotidiano tedesco. Cio’ che e’ nuovo e’ l’entita’ dei fondi richiesti ai paesi interessati: ciascuno dovrebbe contribuire nella misura dello 0,35 per cento del suo prodotto interno lordo ogni anno. Per la Germania sarebbero oltre dieci miliardi di euro. Entro dieci anni, la Repubblica federale dovrebbe versare 100 miliardi di euro. I Paesi dovrebbero assumere “responsabilita’ personale” in futuro, ha detto Lagarde nel suo discorso in lingua tedesca. Si vuole evitare il ripresentarsi la crisi sviluppatasi tra il 2010 e il 2012, quando Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro, un paese dopo l’altro, giunsero sull’orlo della bancarotta. Secondo i calcoli dell’Fmi, la gravita’ e la durata delle recessioni potrebbero essere ridotte grazie al nuovo fondo fino al 50 per cento. Gli aiuti sarebbero vincolati all’osservanza delle regole sul debito, che andrebbero anch’esse rivisitate. Chi ricevera’ piu’ aiuti dovra’ poi contribuire maggiormente dopo la crisi. In questo modo, scrive “Handelsblatt”, e’ evidente che la Germania dovrebbe pagare per il Sud dell’Europa, dove la disoccupazione e’ ancora elevata. Ma gli economisti dell’Fmi ritengono che non sara’ cosi’: nel 2007, ad esempio, la Germania ha ricevuto aiuti a sua volta, e l’Italia e’ stata contributore netto. Tuttavia l’Fmi vede come poco applicabile un bilancio della zona euro auspicata dal presidente francese Emmanuel Macron. La Germania, dal canto suo, propone invece di espandere il meccanismo di stabilita’ europeo. Molti paesi, infine, vorrebbero risolvere eventuali future crisi da soli, senza l’aiuto del Fondo monetario internazionale.

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La Germania espelle quattro diplomatici russi

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Anche la Germania, assieme a 18 altri paesi, ha seguito il Regno Unito ed espulso 4 diplomatici russi in risposta all’avvelenamento di Sergei Skripal, l’ex spia russa avvelenata assieme alla figlia nel paese d’oltre Manica, a Salisbury. L’azione e’ avvenuta in stretto coordinamento tra i membri della Ue e della Nato. I quattro diplomatici dovranno abbandonare la Germania entro una settimana. Lo stesso numero di diplomatici russi e’ stato espulso dalla Francia, mentre gli Stati Uniti hanno espulso ben 60 funzionari russi. Anche il governo ucraino ha annunciato di volerne espellere 13, cosi’ come la Repubblica Ceca. I Paesi Bassi ne espelleranno 2 cosi’ come l’Italia e la Romania, mentre l’Estonia 3 e il Canada 4. Secondo una portavoce del ministero degli Esteri, la Russia “finora non ha risposto adeguatamente alla richiesta britannica di aiutare a chiarire il caso” dell’avvelenamento della ex spia, imputato alla Russia, per ora senza produrre prove. L’espulsione dei quattro diplomatici e’ stato un “segnale di solidarieta’ con la Gran Bretagna” e ha segnalato “la determinazione a non lasciare attacchi senza risposta ai nostri partner e alleati piu’ vicini”, si legge in una nota. Il ministro degli esteri tedesco, il socialdemocratico Heiko Maas (Spd), ha negato che la decisione poggi su considerazioni o elementi insufficienti. Per Berlino, in particolare, l’espulsione dei funzionari russi e’ anche una reazione a un attacco alla rete informatica protetta del governo federale, attribuibile anch’esso alla Russia, secondo Berlino. Il presidente della Ue Donald Tusk, ha dichiarato che 14 Stati membri dell’Unione hanno deciso di espellere i diplomatici russi. “Ulteriori misure, comprese ulteriori espulsioni, non sono escluse nei prossimi giorni e settimane”.+

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Il debito pubblico dell’Italia e’ il piu’ esposto all’incerto futuro dell’Euribor

27 mar 11:01 – (Agenzia Nova) – Il debito pubblico dell’Italia e’ potenzialmente il piu’ esposto tra quelli dell’eurozona all’incertezza che regna su quale strumento finanziario rimpiazzera’ l’Euribor, il principale tasso di interesse interbancario messo in discussione da una serie di scandali: lo scrive il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, riferendo gli ultimi dati resi noti oggi martedi’ 27 marzo dall’Associazione per i mercati finanziari in Europa. Secondo questo studio, circa 150 miliardi di euro di titoli di Stato italiani sono legati al tasso Euribor: come sottolinea Luca Cazzulani, vice direttore del settore reddito fisso di UniCredit, questa cifra corrispondente a quasi il 10 per cento del totale del debito pubblico italiano; a titolo di paragone, sono 15 i miliardi di euro dei titoli di Stato dell’Irlanda che sono sono legati al tasso Euribor, e solo 7,2 miliardi quelli del Portogallo. Dopo gli scandali sulla manipolazione del tasso che sono costati miliardi di multe ad alcune tra le principali banche del continente, la Banca centrale europea (Bce) intende sostituire il tasso Euribor con un nuovo strumento entro il 2020: ma per ora regna l’incertezza dopo che la Bce ha cancellato il progetto battezzato Eonia, perche’ non all’altezza dei rigidi standard richiesti. Finora, nota il “Financial Times”, il rendimento delle obbligazioni di Stato italiane a tasso variabile non sembra riflettere il futuro accantonamento dell’Euribor, perche’ “tutto e’ ancora allo stadio preliminare” come spiega Cazzulani: ma i titoli italiani potrebbero essere penalizzati una volta che la nuova metodologia di calcolo del tasso di interesse interbancario dovesse diventare piu’ chiara. E allora, sostiene Cazzulani, “tutti gli strumenti finanziari a tasso variabile dovranno essere guidati attraverso un periodo di transizione per il quale e’ necessario trovare una soluzione che minimizzi l’impatto del cambiamento sui loro prezzi”.

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