Gestione e sicurezza dei dati pubblici: le società in house pronte con le proprie infrastrutture

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Una governance nazionale dell’innovazione più chiara e più stabile è quanto auspicato in questi anni dal nostro comparto. Per attuarla occorre fare massima attenzione alla collaborazione con i territori, valorizzando le esperienze di eccellenza e le competenze maturate.

Una governance nazionale dell’innovazione più chiara e più stabile è quanto auspicato in questi anni dal nostro comparto. Per attuarla occorre fare massima attenzione alla collaborazione con i territori, valorizzando le esperienze di eccellenza e le competenze maturate”.

Questo il commento del Comitato Direttivo di Assinter riunitosi oggi, 14 febbraio, per fare il punto della situazione sullo stato dell’arte dell’attuazione delle policy relative ai processi di razionalizzazione delle infrastrutture materiali e migrazione in cloud dei servizi delle pubbliche amministrazioni.

Il governo centrale ha, infatti, negli scorsi mesi, avocato a sé attraverso le proprie strutture politiche – Ministro dell’Innovazione – e tecniche – AgID –, la ricognizione delle infrastrutture materiali in un’ottica di ottimizzazione dei data center per garantire i massimi standard di sicurezza, capacità, resilienza ed affidabilità a tutela dei dati e per abilitare un passaggio in cloud dei servizi pubblici efficace.

La nostra rete ha da sempre sposato questo obiettivo generale, reputandolo condivisibile e da supportare proprio nell’ottica di valorizzazione delle migliori realtà presenti nel Paese e nel nostro network. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo maturando la consapevolezza che i servizi della pubblica amministrazione si basano su infrastrutture dislocate a livello territoriale e afferiscono, nella maggior parte dei casi, a strutture tecniche, le società ICT in house rappresentate nella rete Assinter. Negli anni, queste società hanno garantito, ben oltre le tornate elettorali e le alterne vicende delle politiche di settore, stabilità e capacità di aggregare, integrandole, le istanze di innovazione provenienti dal settore pubblico.

Sin dall’inizio abbiamo segnalato che il percorso di individuazione e creazione dei Poli Strategici Nazionali dovesse riconoscere gli importanti investimenti realizzati a livello regionale, in una logica di cooperazione con il livello centrale e non di contrapposizione. Le in house rappresentano il luogo più adatto per la formazione dei PSN – ha affermato il Comitato Direttivo – in quanto sede della raccolta della frammentata domanda territoriale e, grazie alla propria expertise, possono permettere che la gran mole di dati di cittadini ed imprese, nonché la loro gestione, rimangano saldamente in ambito pubblico. Questo non dimenticando, il giusto e appropriato spazio, alla collaborazione con le soluzioni offerte dal mercato”.

In questi giorni AgID sta finalmente iniziando a comunicare la classificazione a Poli Strategici Nazionali di varie società ICT in house del nostro network, distribuite su tutto il territorio nazionale. Certamente è un risultato importante che riconosce la forza e gli investimenti fatti negli anni. Di questo patrimonio infrastrutturale e di competenze occorre tener conto nella discussione ancora in corso: i PSN, nel concreto, come opereranno? Sotto quale coordinamento? Quale sarà l’effettivo percorso che porterà a regime il nuovo sistema?

Si tratta (solo di alcune) domande che meritano una risposta programmatica.

Ecco perché ci rivolgiamo al Ministro Pisano e alle rispettive strutture, rinnovando la nostra disponibilità a progettare insieme questo percorso, integrando i punti di vista, invitando a considerare tutti gli attori di sistema come partner verso un comune obiettivo. I PSN devono configurarsi come sede di innesto di un cloud da concepirsi e realizzarsi – ha concluso il Comitato Direttivo Assinter – come una rete tra eccellenze infrastrutturali centrali e regionali in una logica federata. Come Assinter stiamo già procedendo, con regole condivise a tutti i livelli, a dar vita ad un unico network comune”.