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Gdpr, elevate multe in Europa per 60 milioni di euro. In Italia l’importo totale più alto

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Cresce il numero di sanzioni in Europa per chi non si adegua al Gdpr. Un’indagine su 19 Paesi vede l’Italia al primo posto per importi da pagare, ma è la Spagna che conta il maggior numero di infrazioni registrate. Le Autorità per la protezione dei dati lavorano bene, ma in un quadro frammentato.

Pubblicata una nuova ricerca Finblod, dal titolo “Gdpr Fines 2020“, sul numero di infrazioni e sull’importo delle multe relative all’applicazione del regolamento generale europeo sul trattamento dei dati o General data protection regulation (Gdpr) durante l’anno in corso.

Da gennaio ad agosto 2020, si legge nel documento, sono state elevate multe per complessivi 60,18 milioni di euro relativi a 157 infrazioni commesse in 19 Paesi dell’Unione europea.

Gdpr, tante infrazioni e multe salate in Europa

L’Italia è il Paese che ha comminato le multe più alte, in termini di importo, 13 infrazioni rilevate per un totale di 45,61 milioni di euro.

Dopo di noi c’è la Svezia, con 7,03 milioni di euro di importi complessivi, e l’Olanda, con 2,08 milioni di euro.

GDRP Fines 2020 - Finbold

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La Spagna è al quarto posto, in termini di importi, ma al primo per numero di infrazioni rilevate e sanzionate, ben 76 contro le 13 dell’Italia, le 4 della Svezia e le 3 dell’Olanda.

La Germania chiude la Top Five, con 1,24 milioni di euro e una sola multa comminata.

Protezione dei dati, in Europa si va in ordine sparso

Come è spiegato bene nella ricerca, la grande differenza che emerge chiara tra un Paese e l’altro dell’Unione, sia in termini di numero di multe inflitte, sia di importi complessivi, sta tutta nel destinatario delle infrazioni, che sia un’impresa o un soggetto pubblico.

In Italia, ad esempio, i destinatari dei provvedimenti sanzionatori sono amministrazioni pubbliche, enti e compagnie telefoniche, mentre in Spagna e Svezia sono aziende, anche di piccole e medie dimensioni, o singoli professionisti.

Le autorità nazionali per la protezione dei dati personali fanno dunque il loro lavoro, ma in maniera diversa, creando di fatto uno scenario europeo frammentato, che va contro gli obiettivi di Bruxelles di un’azione più coesa e omogenea nel trattamento dei dati in tutta l’Unione.