Grande Fratello

Francia e Gran Bretagna all’attacco di internet: va controllata, “Ce lo chiedono i cittadini”

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I due Paesi si muovono verso una legislazione restrittiva e puntano ad un monitoraggio della rete più forte. A Parigi c’è il nuovo sottosegretario al digitale, a Londra è stato pubblicato un nuovo documento d’indirizzo. Parla d’ordine: “internet va regolamentata”. Come però non è chiaro.

Il Presidente francese Emmanueal Macron ha nominato recentemente un nuovo giovanissimo sottosegretario di Stato per il digitale (appena 36 anni), già suo consigliere politico, Cédric O. In Gran Bretagna, che ha già istituito un Dipartimento di Stato per il monitoraggio di internet, si sta invece pensando alla figura di un nuovo regolatore dell’ecosistema digitale e di internet, una specie di Net Authority.

Andando a fondo, come ha fatto il quotidiano telecoms.com, si scopre che tali figure istituzionali, più che di monitoraggio della rete, potrebbero avere un ruolo ben più forte, di controllo e censura se necessario.

In Francia, il signor O sta svolgendo un lavoro molto delicato per il rilancio della figura di Macron, sia in vista delle prossime elezioni europee ed amministrative, sia nel curare i rapporti istituzionali a livello internazionale e con le multinazionali globali del calibro di Facebook.

Dopo l’incontro di Stato con Mark Zuckerberg, O ha dichiarato di trovarsi d’accordo al 100% con quanto affermato dal proprietario del più grande social network al mondo: “Ha ragione, serve un ruolo più deciso dello Stato nel controllo della rete e nella sua regolamentazione”.

Sono gli stessi cittadini a chiedercelo – ha precisato il sottosegretario francese, secondo quanto riportato da diverse testate internazionali – vogliono navigare la rete in sicurezza e vogliono che la propria privacy sia rispettata e protetta”.

Che siano o no i cittadini a chiederlo, Parigi ha già iniziato il suo percorso di regolamentazione “forte” della rete. “I diritti non sono definiti né dalle piattaforme di rete, né dai big come Facebook e Google – ha specificato O – il Governo sta lavorando a nuove leggi che gli consentano di regolamentare in maniera più efficace internet, con l’introduzione di nuove norme anche nel settore audiovisivo e digitale”.

Prova di questo nuovo corso francese è forse la cosiddetta tassa GAFA (Google, Amazon, Facebook, Apple), su cui andrà avanti anche senza l’atteso consenso di Bruxelles.

Stesso discorso, più o meno, si sta facendo dall’altra parte della Manica, in Gran Bretagna, dove il Governo di Londra ha annunciato la nascita di una nuova autorità di controllo del digitale e di internet.

Obiettivo dell’iniziativa non è solamente la rete, ma i suoi campioni, le grandi corporation (i soliti GAFA), aziende fuori del controllo della legge e del diritto.

Da una parte c’è la preoccupazione per la sicurezza delle Istituzioni e dei cittadini, spesso messa in pericolo proprio a causa dell’incontrollabilità di tali piattaforme web, dall’altra però, secondo molti osservatori, sta emergendo il dubbio che qualcuno a Westminster stia pensando più in grande, ritirando fuori la vecchia idea della necessità di un “controllore” della rete.

C’è un nuovo documento a riguardo, dal titolo Online Harms White Paper, approvato nei giorni scorsi dal Sottosegretario di Stato al Digitale (Digital Secretary) e dal Ministro dell’Interno (Home Secretary), secondo cui “Online sono diffusi ormai in gran numero contenuti illegali e attività criminali del tutto inaccettabili”.

I fornitori di contenuti e servizi di rete, secondo quanto affermato nel testo, dovrebbero essere “obbligati a bloccare qualsiasi contenuti ritenuto illegale”.

Indicazioni pesanti, provenienti da due Paesi di massimo peso all’interno dell’Unione europea (anche se uno da tempo ha un piede fuori dalla porta), che contrastano con quanto finora detto e ripetute più volte riguardo al fatto che l’Europa è paladina delle libertà di internet mentre gli altri, Russia, Cina, Iran, sono i cattivi, quelli che sbagliano e che imbavagliano internet.

Reprimere la rete, censurare, controllare in maniera soffocante quello vi accade sopra, non garantirà maggiori diritti e più sicurezza, semmai, stando al ragionamento del quotidiano, potrebbe portare invece ad un ricorso crescente ad escamotage sempre nuovi per sfuggire eventuali restrizioni, come ad esempio le reti private VPN, le Virtual Private Network, che proteggono le connessioni private camuffando l’IP e assicurando anonimato ed elusione di ogni tipo di blocco o censura.