Il Rapporto

Fino a 15 mila miliardi di investimenti in rinnovabili e green tech per metà secolo, o temperatura globale a + 3°C entro il 2100

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Abbiamo solo dieci anni per intervenire. Bnef: “Dobbiamo investire di più in fonti energetiche rinnovabili, come il vento e il sole, accelerare l’elettrificazione dell’economia e promuovere in maniera decisa la mobilità elettrica, spingere maggiormente in avanti le tecnologie verdi e i carburanti a zero emissioni”.

Per creare un nuovo ecosistema tecnologico, industriale ed economico che inverta il trend climatico globale servono fonti energetiche pulite, come le rinnovabili, e nuove infrastrutture “smart“, progettate in digitale e pensate in termini di massima efficienza e sostenibilità ambientale.

Il nuovo “Energy Outlook 2020”, pubblicato da Bloomberg new energy finance (o Bnef), centra subito il percorso delle nostre imprese verso la transizione verde e digitale per superare l’emergenza climatica che stiamo già vivendo e che nei prossimi anni tenderà a peggiorare.

Secondo il Rapporto serviranno 15,1 trilioni di dollari da investire in fonti energetiche rinnovabili, green economy e sistemi di accumulo di nuova generazione entro il 2050.

Elettrificazione e rinnovabili

L’elettrificazione sostenibile (o “quasi a zero emissioni”), ottenuta con gli impianti solari ed eolici (anche idroelettrici e in parte nucleari a secondo dei Paesi), potrebbe raggiungere il 56% del totale dell’elettricità generata entro i prossimi 30 anni a livello mondiale.

Questo settore, unito all’industria delle batterie o dei sistemi di accumulo di nuova generazione, potrebbe raccogliere fino all’80% degli investimenti stimati dallo studio. Ai 15 trilioni sopra menzionati, sempre entro il 2050, si dovrebbero anche aggiungere altri 14 trilioni di dollari per le smart grid, il rinnovamento delle reti di distribuzione.

Le emissioni inquinanti dovrebbero calare di circa il 10% entro la fine del 2020. La ripresa economica del prossimo biennio riporterà la curva delle emissioni di nuovo verso l’alto, ma solo temporaneamente. Dal 2027 in poi, l’inquinamento calerà approssimativamente del -0,7% annuo.

Un dato positivo, considerando l’intera economica globale, ma che purtroppo, se non cambieranno le stime attuali, ci porterà dritti verso un aumento della temperatura media mondiale di +3,3°C.

L’impatto sul clima, la vita e l’economia

Un dato catastrofico in termini di surriscaldamento globale e di estremizzazione del clima.

Se arriveremo a tale livello di aumento della temperatura globale dovremo affrontare emergenze ben peggiori di quelle attuali: sarà messa a rischio l’esistenza di grandi ecosistemi, come la tundra canadese e la foresta amazzonica; rischio estinzione per una specie vivente su tre; agricoltura in crisi (per alluvioni, desertificazione, inquinamento e depauperazione dei suoli, scarsità dei raccolti li dove saranno possibili; danni ambientali e materiali calcolabili in migliaia di miliardi di dollari l’anno; diffusione di nuove malattie e nuove pandemie)

Ci giocheremo tutto nei prossimi dieci anni”, ha dichiarato Jon Moore, amministratore delegato Bnef. “Dobbiamo investire di più in fonti energetiche rinnovabili, come il vento e il sole, accelerare l’elettrificazione e promuovere in maniera decisa la mobilità elettrica, spingere maggiormente in avanti le tecnologie verdi e i carburanti a zero emissioni”, ha aggiunto.

Combustibili fossili addio?

D’altronde, non smetteremo all’improvviso di sfruttare i combustibili fossili, come il petrolio e il gas naturale. Il picco del loro sfruttamento è atteso dal Rapporto per il 2035.

Se il carbone è destinato ad un ruolo assolutamente marginale per l’industria mondiale, discorso diverso va fatto per il gas naturale.

Il consumo di gas naturale continuerà a crescere del +0,5% l’anno fino al 2050, con un suo utilizzo maggiore nell’edilizia e nel settore delle costruzioni (+33%), come anche nel settore industriale (+23%), dove è più difficile trovare un sostituto di pari efficienza produttiva.