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Facebook, negli Usa pronta nuova indagine antitrust (nel mirino anche Google)

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Diversi procuratori generali statunitensi stanno per lanciare formalmente alcune indagini antitrust separate su Facebook e su Google a partire dalla prossima settimana.

Diversi procuratori generali statunitensi stanno per lanciare formalmente alcune indagini antitrust separate su Facebook e su Google a partire dalla prossima settimana, alimentando quindi le pressioni sui giganti della tecnologia Usa finiti sotto la lente delle autorità federali americane.

Lo riferiscono a Dow Jones Newswires fonti a conoscenza dei fatti, puntualizzando che l’indagine sulla controllata di Alphabet, portata avanti da un gruppo bipartisan di circa tre dozzine di procuratori generali, dovrebbe essere annunciata in una conferenza stampa della Corte Suprema degli Stati Uniti lunedi’.

Perché l’indagine su Google

L’indagine su Google sarà guidata dal procuratore generale del Texas, Ken Paxton, un repubblicano, ed è avviata da più di 30 procuratori generali, che esamineranno l’impatto dell’azienda sui mercati della pubblicità digitale, oltre a potenziali danni per i consumatori a causa della concentrazione delle informazioni e delle scelte pubblicitarie in mano ad un’unica societa’.

Perché l’indagine su Facebook

Nel frattempo un altro gruppo bipartisan di procuratori generali (quelli del Colorado, della Florida, dello Iowa, del Nebraska, della Carolina del Nord, dell’Ohio, del Tennessee e del Distretto di Columbia), guidati da quello democratico di New York, Letitia James, sta predisponendo un’indagine su Facebook, aggiungono le fonti.

“Continuiamo a impegnarci in colloqui bipartisan riguardanti il potere incontrollato delle grandi aziende tecnologiche”, ha puntualizzato James, interpellata dal Wall Street Journal. “I procuratori generali coinvolti sono preoccupati del controllo dei dati personali da parte di grandi aziende tecnologiche e le riterranno responsabili delle pratiche anticoncorrenziali che mettono in pericolo la privacy e i dati dei consumatori”.

Facebook ha recentemente deciso di pagare una sanzione di 5 miliardi di dollari per chiudere il caso relativo alla violazione delle pratiche di privacy degli utenti. La Federal Trade Commission aveva avviato lo scorso anno un’indagine sulle pratiche di riservatezza dei dati del social network a seguito dello scandalo Cambridge Analytica.

Il social network non ha commentato le indiscrezioni sulle nuove indagini, mentre un portavoce di Google ha detto “Continuiamo a lavorare in modo costruttivo con le autorità di regolamentazione, compresi i procuratori generali, nel rispondere alle domande sulla nostra attività e sul settore della tecnologia dinamica”.

Infine non è escluso che i procuratori generali possano estendere le loro indagini anche ad altre società oltre a Google e Facebook, riferiscono infine le fonti a conoscenza dei fatti.