Il memorandum

Elettromagnetismo, gemellaggio Italia-Cina: tecnici di Pechino ospiti della FUB

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Una delegazione cinese oggi in visita alla Fondazione Ugo Bordoni per apprendere il Know-How italiano in materia di campi elettromagnetici. Il presidente Alessandro Luciano: ‘In un periodo di scetticismo verso l’Italia fa piacere che il nostro Paese venga visto come un modello da imitare'

Continua il gemellaggio fra l’Italia e la Cina per la condivisione di esperienze e informazioni in materia di monitoraggio ambientale e di elettromagnetismo. La partnership fra i due Paesi nasce dal Memorandum di collaborazione triennale firmato lo scorso 29 settembre 2014 in Cina fra l’Arpa Piemonte, i tecnici della FUB ed il Beijing Environmental Protection Beaureau, l’Agenzia per l’Ambiente di Pechino.

Si terrà oggi il secondo incontro con la delegazione di Pechino, che verrà ospitata presso la sede della Fondazione Ugo Bordoni di Pontecchio Marconi.

L’incontro, previsto nel pomeriggio, vedrà i tecnici della Fondazione Bordoni mostrare dal vivo i numerosi strumenti e le tecniche di monitoraggio dei campi elettromagnetici a disposizione, ma soprattutto sarà l’occasione per illustrare agli ospiti cinesi le varie strategie di comunicazione adottate per sensibilizzare i cittadini e gli enti locali su questa particolare tematica.

Nell’incontro verranno esaminati gli interventi sul territorio, la promozione di processi partecipati a livello cittadino, senza dimenticare l’esperienza della campagna “Blu Bus”, il mezzo itinerante mandato in tour per l’Italia, per raccontare ai cittadini gli effetti delle onde elettromagnetiche.

In un periodo di scetticismo verso l’Italia – dice il Presidente della Fondazione Alessandro Luciano – fa sempre piacere ricordare che il nostro Paese viene visto come un modello di eccellenza da imitare. In materia di campi elettromagnetici, la Fondazione ha da sempre svolto un ruolo primario in termini di ricerca ed innovazione; sono diverse, infatti, le campagne di sensibilizzazione promosse in tutta Italia. La popolazione cinese, come quella italiana, è preoccupata dai rischi legati ad un eccesso di esposizione ai campi elettromagnetici, ma abbiamo verificato che in Cina, come del resto da noi, le emissioni sono nella norma. La nostra esperienza – continua Luciano- mi permette di dire quanto sia importante che la comunicazione sia adeguata e chiara, sia per i cittadini che per le Istituzioni, sul tema delle emissioni. Tutto ciò che per la FUB oggi è esperienza consolidata in termini di collaborazione con le Arpa, che va avanti dai primi anni 2000 con le reti di monitoraggio – conclude Luciano – è ancora un tema vivo e di grande interesse per la Cina”.

Questa collaborazione si inserisce nel più ampio Programma di Scambio sino-italiano siglato nel 2000, che prevede, fra l’altro, la condivisione di know how sul fronte degli standard e delle norme sull’elettromagnetismo, sulle nuove modalità di monitoraggio e, soprattutto, sulle modalità di diffusione e comunicazione sulla materia che, in Cina come in Italia, è ritenuta di grande interesse, rappresentando ancora un tema molto caldo e sensibile.

In occasione della trasferta pechinese di settembre, la delegazione italiana ha visitato i laboratori del Beijing Radiation Safety Technology Center (BRSTC), il laboratorio per la sicurezza da radiazioni, verificando così i loro sistemi di monitoraggio ambientale e le problematiche di comunicazione che ci sono con istituzioni e cittadini, che sono analoghe a quelle che ci sono in Italia. I limiti di esposizione elettromagnetica che ci sono a Pechino in ambiente residenziale pari a 12 V/m sono doppi rispetto ai 6 V/m in vigore in Italia. In alcuni punti, Pechino vive una situazione analoga a quella italiana.