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Diritti Serie A, Mediapro paga l’anticipo. Ma la partita con Sky sui pacchetti è solo all’inizio

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Mediapro paga l’anticipo di 64 milioni per i diritti triennali del calcio italiano, ma il buon esito della gara per l’intermediario cino-spagnolo dipenderà dalle trattative con il player principale di questa partita che è Sky.

La Lega di Serie A tira un sospiro di sollievo. Dopo i dubbi della scorsa settimana, Mediapro, l’intermediario spagnolo controllato da una cordata cinese che ha vinto la gara per i diritti tv della serie A per il triennio 2018-2021, ha versato con un giorno d’anticipo l’acconto di 64.050.061 milioni di euro, Iva compresa, pari al 5% del totale.

Il versamento è soltanto un piccolo acconto rispetto alla fidejussione da 1,2 miliardi che il gruppo sino-iberico dovrà presentare entro il 10 aprile, ma si tratta di un primo importante passo alla vigilia dell’assemblea ordinaria della Lega di Serie A, convocata per domani al Coni dal commissario della Lega Giovanni Malagò. L’obiettivo dei club della Serie A è incassare l’introito record di 1,05 miliardi, questo il minimo garantito da Mediapro.

La partita vera con Sky

Ma, come riportato da Milano Finanza, ora comincia la partita vera per Mediapro, vale a dire il braccio di ferro con Sky, l’unico soggetto che ha i mezzi per consentire il raggiungimento dell’obiettivo. Al momento le posizioni fra Mediapro e Sky sono molto lontane e ancora non c’è nulla di preciso sugli aspetti organizzativi e tecnici relativi all’offerta dei pacchetti. Se ne saprà di più nelle prossime settimane, quando Mediapro presenterà un bando in linea con i dettami dell’Antitrust per avviare le trattative con i broadcaster e con eventuali soggetti interessati.

Antitrust arbitro

Quel che si sa con certezza, dopo l’intervento dell’Antitrust, è che Mediapro potrà agire soltanto da intermediario per la rivendita dei diritti tv agli operatori, e non come editore. Preclusa quindi ogni possibile trasmissione diretta per i detentori dei diritti, come ben precisato dall’Autorità di piazza Verdi, che ha bocciato anche l’ipotesi del Canale della Lega.

Mediapro potrà soltanto rivendere i diritti e riorganizzare i pacchetti entro certi limiti ben fissati dalle linee guida dell’Autorità.

Per questo, raccogliere più di un miliardo non sarà una passeggiata, visto che i due precedenti bandi sono finiti in un nulla di fatto e che l’offerta complessiva degli operatori (l’offerta più consistente era arrivata da Sky) non ha superato 780 milioni di euro.

Gli altri player Mediaset Premium, Tim e Perform

La scorsa settimana, il proprietario di Mediapro Jaume Roures ha incontrato il nuovo presidente della Lega Gaetano Miccichè e ha avuto i primi contatti con alcuni potenziali pretendenti, fra cui Mediaset Premium, Perform e Tim. Le loro posizioni sono note: Mediaset Premium intende investire in maniera “opportunistica” nel calcio e la sua offerta non dovrebbe superare i 200 milioni per i diritti in digitale terrestre; anche Tim e Perform sarebbero disposte a investire, con oculatezza, per lo streaming delle partite. In totale, secondo quanto riportato sul Fatto Quotidiano, l’offerta di questi tre player si aggirerebbe intorno ai 400 milioni di euro.

 

Ott assenti all’appello

Fra i potenziali interessati potrebbe esserci anche Vodafone, mentre le speranze di coinvolgere i grandi Ott (Amazon, Netflix e Google) finora non si sono concretizzate. Nei due bandi precedenti finito con un flop nessuno degli Ott si è fatto avanti.  Nemmeno Rai e Discovery saranno della partita.

Il nodo dei pacchetti per esclusiva

Manca ancora all’appello Sky, il pezzo da novanta, visto che al momento non ci sarebbero stati contatti fra Mediapro e il broadcaster satellitare, soggetto principe della partita per i diritti della Serie A, l’unico in grado di mettere sul tavolo l’offerta più consistente, fino a 650 milioni, della torta complessiva.

Il che pone l’azienda guidata in Italia da Andrea Zappia in posizione di forza, tanto più che la concorrenza non naviga nell’oro. Mediaset Premium non vuole strafare e nemmeno Tim è disposta a offrire più di tanto, alle prese con il derby interno fra Vivendi ed Elliott per la governance.

Sky è ovviamente disposta a investire nella Serie A, ma alle sue condizioni, vale a dire con la massima garanzia di esclusività. Il buon esito delle trattative dipenderà in larga misura dalla costituzione dei pacchetti da parte di Mediapro. Sky, che finora ha sempre pagato di più per l’esclusiva delle squadre di seconda fascia, è sempre più interessata alle esclusive sui grandi club, che garantiscono il bacino di utenza più ampio e remunerativo.

Il broadcaster satellitare vuole far pesare la sua posizione e starebbe guardando al modello della Premiere League (dove si trattano 7 pacchetti diversi senza esclusiva totale) o in alternativa a quello della Liga spagnola, dove i diritti delle squadre più forti (Real Madrid e Barcellona) sono trattati separatamente.

Dal canto suo, l’obiettivo di Mediapro è quello di diversificare il più possibile l’offerta, coinvolgendo il numero maggiore di operatori per ampliare il bacino di utenza del digitale e del satellite. Ma il rischio per il gruppo sino-spagnolo è di finire con un pugno di mosche.

Terzo bando in arrivo?

La strada per Mediapro non è facile visto che le relazioni con Sky – che fino a oggi ha garantito al calcio italiano circa il 70% dei ricavi – sono ai ferri corti: la pay tv nelle scorse settimane, come ricorda Business Insider, aveva scritto al Commissario della Serie A, Giovanni Malagò, suggerendogli di fare un terzo bando (dopo i due flop precedenti, il secondo si era fermato ad un’offerta di circa 800 milioni), sostenendo che l’obiettivo di un miliardo e 50 milioni sarebbe raggiungibile mettendo all’asta pacchetti esclusivi e non per piattaforma.

Sky sempre più ago della bilancia.