La risposta della Ue

#ddaonline, per Bruxelles il Regolamento Agcom in linea con le norme Ue

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Il Regolamento Agcom sul diritto d’autore online non contraddice le norme Ue. Lo dice chiaramente a nome della Commissione Ue Michel Barnier, rispondendo a un’interrogazione dell’Europarlamento.

Per la Ue il Regolamento Agcom sul diritto d’autore online non contraddice le norme Ue, in particolare per la parte riguardante il potere affidato all’Autorità di intervenire per porre fine o impedire una violazione del copyright.

Risponde così il Commissario Ue uscente al Mercato Interno, Michel Barnier, a nome di tutto l’esecutivo a un’interrogazione dell’Europarlamento di ieri 30 ottobre in merito alle disposizioni che l’Autorità italiana ha approvato lo scorso dicembre (Delibera 680/13/CONS) per contrastare la pirateria digitale.

Dal primo novembre di copyright si occuperà il neo Commissario alla Digital Economy, Günther Oettinger, che ha già promesso un’ampia riforma in materia.

Il Regolamento Agcom è in vigore dal 31 marzo (Scheda). Al momento l’Autorità come ha dichiarato lo stesso presidente Angelo Marcello Cardani recentemente ha ricevuto 108 istanze. Il mese scorso il Regolamento è stato rinviato dal Tar Lazio alla Corte Costituzionale, dopo il ricorso presentato da Altroconsumo, Movimento difesa del cittadino, Assoprovider e Assintel.

Il rinvio alla Corte servirà a valutare i profili di eventuale incostituzionalità delle leggi italiane che hanno conferito ad Agcom il potere di adottare il provvedimento. E sull’argomento i pareri sono discordanti.

Per la Commissione uscente non c’è però alcun problema e il Regolamento non inficia le norme Ue come appare chiaro anche in un esplicativo articolo pubblicato su Key4biz. Sarebbe invece auspicabile un intervento del Parlamento per chiarire un framework legislativo in costante evoluzione.

In ogni caso, a scanso da equivoci, Barnier precisa che “la Commissione ha effettivamente inviato una serie di osservazioni riguardanti la procedura di notifica prima dell’adozione della risoluzione 680/13/CONS in data 2 dicembre 2013. Le autorità italiane hanno risposto il 24 dicembre 2013. La Commissione ha chiesto chiarimenti su diversi aspetti della legislazione notificata, trasmessi successivamente da Agcom in una risposta e presi in considerazione ai fini della revisione del documento adottato con risoluzione n. 680/13/CONS”.

Per Barnier, “L’articolo 12, paragrafo 3, l’articolo 13, paragrafo 2, e l’articolo 14, paragrafo 3, della Direttiva sul commercio elettronico contemplano espressamente la possibilità che l’ordinamento giuridico nazionale applichi procedimenti amministrativi o giudiziari e che un organo giurisdizionale o un’Autorità amministrativa competente esiga che il prestatore intermedio di servizi impedisca o ponga fine ad una violazione”.

Il Commissario osserva poi che “Le misure attuate in proposito devono essere compatibili con il diritto dell’Ue”.

Devono quindi rispettare, insiste Barnier, completamente i diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, fra cui la libertà e il pluralismo dei mezzi di informazione, o i principi della legislazione dell’Ue derivanti dal diritto primario o derivato, ad es. il principio di proporzionalità di cui all’articolo 8, paragrafo 1, della direttiva 2001/29/CE sull’armonizzazione di taluni aspetti del diritto d’autore e dei diritti connessi nella società dell’informazione o all’articolo 3 della direttiva 2004/48/CE sul rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.

“A quanto risulta alla Commissione – conclude Barnier – tutte le decisioni di Agcom, comprese quelle citate, sono sottoposte al controllo giudiziario da parte dei tribunali nazionali, tenuti a far rispettare i diritti fondamentali”.