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Cybersecurity, la Difesa investe poco: solo 500 milioni in 16 anni contro 1,4 miliardi della Francia nel 2018

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Nel Documento programmatico pluriennale della Difesa, relativo al triennio 2019-2021, per rafforzare la cybersecurity è stato aggiunto soltanto un milione di euro per ciascuno dei tre anni: per un totale di 500 milioni di investimento fino al 2033, contro 1,4 miliardi della Francia stanziati solo nel 2018.

“La sicurezza cyber costituisce un settore strategico nevralgico per la protezione delle infrastrutture critiche istituzionali di un’amministrazione che opera a garanzia degli interessi nazionali del Paese”, si legge nel Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa, relativo al triennio 2019-2021. “Il crescente livello della minaccia cibernetica, impone, quindi, di proseguire con il programma di potenziamento dei livelli di sicurezza”, è scritto nel documento governativo. Peccato che a questa strategia non corrisponda un’adeguato investimento economico.

Nel Dpp, pubblicato di recente dal Ministero della Difesa, si nota che il Governo per rafforzare la cybersecurity ha aggiunto soltanto un milione di euro per ciascuno dei tre anni, come previsto da un emendamento della legge di Bilancio 2019. Per un totale di 500 milioni di euro fino al 2033. Quanti sono, pochi o molti soldi investiti per tenere al sicuro le infrastrutture critiche dell’Italia? Per capirlo basta confrontare la cifra con quanto stanziato dagli altri Stati, a partire da quelli europei.

1,4 miliardi per la cybersecurity stanziati in Francia solo nel 2018

La Francia nel gennaio 2018 hanno inserito nella Finanziaria 4,8 miliardi per la Ricerca e Sviluppo, di cui 1,4 miliardi per quella relativa alla cybersecurity. Nella legge di programmazione militare 2019-2025 si prevede una spesa complessiva di 78 miliardi per la costituzione di una cyber-armata di 6mila addetti. La strategia francese si distingue in Europa per proattività perché si pone in chiave non solo difensiva, ma anche offensiva, laddove si individuino possibili pericoli per la sicurezza nazionale. Quanto alla Gran Bretagna, ha un National Cyber Security Programme con una dotazione di circa 1,5 miliardo di euro.

L’altro parametro di riferimento per capire il valore dei fondi stanziati dall’Italia per la cybersecurity il documento redatto ogni anno dall’agenzia Onu per le telecomunicazioni, il Global Cybersecurity Index, che misura il grado di sicurezza informatica di 175 Paesi. L’Italia si posiziona nel 2018 al 25esimo posto. In miglioramento dal 31esimo del 2017, ma dietro tutti i Paesi europei avanzati e alle spalle di emergenti come Lituania, Georgia e Croazia.

L’esigua cifra investita dall’Italia stride un po’ con quanto dichiarato dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, quando a luglio scorso nell’illustrare in Parlamento le linee programmatiche del Dicastero, ha posto grande attenzione alla cybersecurity: “La minaccia cyber è un imprescindibile fattore di rischio per il Paese. È necessario continuare ad investire in tecnologia per contrastare in maniera efficace la cyber guerra”.