la sperimentazione

Criptovalute, l’Uruguay primo Paese al mondo a battere moneta digitale (e non sono Bitcoin)

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La Banca centrale dell'Uruguay ha creato la piattaforma elettronica della valuta del Paese, col progetto pilota di moneta digitale attraverso l’applicazione ‘e-Peso’ per smartphone. Le banconote sono uguali a quelle cartacee, con numero di serie e firma. Un test per frenare l’evasione fiscale.

Non sono Bitcoin, ma la trasposizione digitale del Peso, la valuta dell’Uruguay. Le banconote digitali hanno il numero di serie, la firma e sono emesse dalla Banca centrale del Paese. Potranno essere scambiate, in una fase sperimentale di sei mesi, attraverso l’applicazione ‘e-Peso’, disponibile su smartphone Android e Apple per i clienti Antel. Una volta effettuata la registrazione e inseriti i dati personali e un codice pin, è possibile caricare le banconote digitali nel wallet dello smartphone, (la ricarica può essere effettuata presso gli sportelli Redpagos), e cominciare a fruire del servizio, per esempio sarà possibile pagare le bollette e fare acquisti online. Il test si baserà su banconote digitali dal valore di 20 milioni di dollari e coinvolgerà al massimo 10mila utenti.

Come funziona l’app e-Peso

Il progetto pilota è stato avviato dalla stessa Banca centrale del Paese sudamericano che punta a diventare il primo Paese al mondo a battere moneta digitale legalmente valida. I dipendenti statali, per fare un esempio, potranno vedersi accreditato il proprio stipendio direttamente sotto forma di banconote digitali, che saranno poi spese effettuando i pagamenti tramite l’app. Infatti, diversamente dalle altre piattaforme di pagamento digitale, l’applicazione non serve per le transazioni, perché le banconote digitali saranno associate al telefono e possono essere trasferire direttamente dal portafogli digitale di un utente a quello di un altro, senza l’obbligo di possedere un conto corrente.

Quali vantaggi porterebbe al Paese? Due su tutti. Una graduale riduzione del denaro contante significherebbe il miglior modo per combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio, grazie alla tracciabilità completa di ogni transazione, dall’altro si abbattono i costi di stampa, trasferimento e agli spazi di stoccaggio del denaro cartaceo.

Una sperimentazione da guardare con attenzione e interesse.