Number portability

Covid-19, cambio operatore in calo del 59% in Italia. Il lockdown pesa di più su Iliad (ma non in Francia)

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La pandemia nel nostro paese penalizza la concorrenza nel mercato del mobile e lo stesso trend vale anche in Francia e Belgio. Nuovi entranti penalizzati dalla pandemia.

Il cambio operatore nel periodo di lock down è sensibilmente diminuito in tutta Europa e in Italia ha raggiunto una flessione del 59% rispetto alle percentuali pre-Covid 19. A farne maggiormente le spese è stata Iliad, mentre il calo della portabilità del numero e del cambio operatore nel periodo 16 marzo – 19 aprile 2020 ha avvantaggiato maggiormente gli operatori storici, in primo luogo Wind Tre, ma anche Tim e Vodafone che lo scorso anno hanno subito di più gli effetti della number portability.

 Lo rende noto uno studio realizzato dalla società di analisi Jefferies, ‘Quantifying Churn Benefits During Covid-19’, che ha analizzato anche il fenomeno in Belgio (-55%) e in Francia (-63%). Mancano i dati della Spagna, dove però lo stop alla portabilità del numero durante il lckdown sancito dal governo ha penalizzato certamente Masmovil, lo sfidante.

Lo stesso trend è prevedibile anche negli altri paesi della Ue, secondo la società di ricerca, che ha scelto di analizzare da vicino il trend della portability in Italia, Belgio e Francia perché questi tre paesi hanno in comune tempi molto brevi per concludere il passaggio da un operatore all’altro rispetto agli altri paesi della Ue.

L’impatto del lockdown in Italia

A fine 2019, secondo l’ultimo Osservatorio Agcom, Iliad detiene una quota di mercato del 6,6% in Italia, escluse le sim M2M, con un incremento del 3,2% in un anno. C’è da dire che nello stesso periodo Wind Tre, che è il primo operatore mobile italiano con una quota del 30%, ha ceduto il 2,8% delle sim l’anno scorso, mentre hanno perso terreno anche Tim, secondo operatore con il 27,2% (-0,7%) e Vodafone terzo con il 24,7% (-1%).

Due gli impatti maggiori

Di certo, un calo nel cambio operatore in questo periodo di quarantena era certamente prevedibile perché la maggior parte di queste operazioni avviene nei negozi, che in questo periodo sono stati chiusi.

La diminuzione dei costi commerciali associati al calo della portabilità sarà un vantaggio economico non indifferente per gli operatori tradizionali, quantificabile in un 10% delle vendite. Un vantaggio non indifferente in questo periodo di lockdown che darà ossigeno ai ricavi delle telco, penalizzati inoltre dal taglio netto dei guadagni da roaming per l’azzeramento del turismo internazionale.

Il secondo effetto principale della diminuzione del churn (cambio operatore) riguarda un cambiamento delle dinamiche d mercato. Per esempio, sottolinea, Jefferies, in Italia le vendite di Iliad stanno calando a causa del lockdown, dando un po’ di tregua in primo luogo a Wind Tre.

In Francia invece il lockdown ha colpito soprattutto Bouygues e in qualche modo anche SFR, il che ha invece rafforzato Orange e Iliad.

Secondo Jefferies, il calo del cambio operatore è un vantaggio generalizzato un po’ per tutti gli operatori, però quelli storici sono due volte vincitori perché hanno costi minori e evitano la perdita di quote di mercato.

Il mondo dopo il virus

Se questi trend resteranno anche dopo la fine del lockdown resta tutto da vedere. Certo in questo periodo è presumibile che i consumatori abbaino altre priorità rispetto al cambio operatore o dell’acquisto del prossimo modello di smartphone che rappresenta un volano molto potente per il cambio operatore. La priorità al momento sembra quella di mantenere una buona connessione.

Jefferies ammette peraltro che il suo report ha qualche limite, in particolare per quei paesi dove il tempo fra la decisione di cambiare operatore e l’effettivo cambio passa molto tempo.