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La Corte di Appello di Torino: “Uso prolungato del cellulare può causare tumori alla testa”. Ma la scienza non conferma

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Per i giudici c'è un nesso con l'utilizzo frequente, anche 4 o 5 ore al giorno, del telefono da parte di Roberto Romeo, obbligato per 15 anni ad utilizzare sempre il cellulare per parlare con i collaboratori e per organizzare il lavoro. Il suo commento alla sentenza: "Sulle scatole dei cellulari bisognerebbe scrivere 'Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla salute'.

L’uso prolungato del telefono cellulare può causare tumori alla testa. Lo sostiene la Corte d’Appello di Torino che, oggi, ha confermato la sentenza di primo grado del Tribunale di Ivrea, emessa nel 2017, sul caso sollevato dal dipendente di Telecom Italia, Roberto Romeo, affetto da neurinoma del nervo acustico. Per i giudici c’è il nesso con l’utilizzo frequente del telefono da parte del lavoratore, anche 4 o 5 ore al giorno per 15 anni (dal 1995 al 2010), e il tumore alla testa.
La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale .

“Manca l’informazione, ma riguarda la salute di tutti”

“Una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore e l’uso del cellulare”, hanno spiegato gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio dello studio Ambrosio&Commodo di Torino, che hanno seguito il processo.” La nostra è una battaglia di sensibilizzazione. Manca l’informazione, eppure è una questione che interessa la salute dei cittadini. Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per 8 anni per essere a rischio”, hanno ammonito.

Sulle scatole dei cellulari scrivere “Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla salute”

“Sulle scatole dei cellulari”, ha commenta il lavoratore Roberto Romeo – bisognerebbe scrivere ‘Se non usato correttamente, nuoce gravemente alla salute’. Ecco cosa servirebbe. La sentenza di oggi contribuisce all’informazione sul tema e la questione riguarda anche i bambini, che sempre più utilizzano i cellulari. Lo Stato non sta informando, anzi”.

“Ero obbligato ad utilizzare sempre il cellulare per parlare con i collaboratori e per organizzare il lavoro“, ha racconta l’uomo -. “Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all’udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall’orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico”

Il report dell’Istituto superiore di Sanità: “No tumori dall’uso prolungato dei cellulari”

La sentenza di oggi della Corte di Appello di Torino riapre il dibattito sui rischi possibili, come il tumore alla testa, causati dall’uso prolungato del cellulare. Un pronunciamento che è opposto a quanto sostenuto nel rapporto, curato dall’Istituto Superiore di Sanità, Arpa Piemonte, Enea e Cnr-Irea, e pubblicato l’estate scorsa. Nel report si legge “In base alle evidenze epidemiologiche attuali, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenze durante le chiamate vocali. La meta-analisi dei numerosi studi pubblicati nel periodo 1999-2017 non rileva, infatti, incrementi dei rischi di tumori maligni o benigni in relazione all’uso prolungato (≥10 anni) dei telefoni mobili”.