Lo studio

COP 23, alle città il compito di tagliare 1,3 miliardi di tonnellate di CO2 l’anno dal 2030

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I centri urbani del pianeta sono responsabili del 70% delle emissioni di CO2 derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili. 6,5 milioni i decessi legati all’inquinamento ambientale. Il piano del Global Covenant of Mayors .

Presentato alla ventitreesima conferenza sul clima di Bonn (COP 23) il Report elaborato dal Global Covenant of Mayors for Climate & Energy, studio dedicato a tutti i progetti smart city del mondo che consentiranno di ridurre sensibilmente le emissioni di gas serra (greenhouse gas) e di altri inquinanti.

In esso si illustra come, attraverso un lavoro congiunto di tutte le città aderenti alla rete del Global Covenant of Mayors, sia possibile in tempi relativamente brevi ridurre in maniera decisa ed efficace le emissioni di diossido di carbonio (CO2).

A livello ancora teorico, i promotori del documento hanno calcolato che se tutte le 7.500 amministrazioni cittadine aderenti al patto mondiale dei sindaci per il clima e l’energia, rappresentative di 680 milioni di abitanti, iniziassero a rendere operative le misure di decarbonizzazione fin qui stabilite, avremo un taglio di 1,3 miliardi di emissioni di CO2 l’anno a partire dal 2030.

Detto in altre parole, si potrebbero abbattere annualmente 2,2 tonnellate di CO2 pro capite in tutto il mondo, a dimostrazione che i cittadini e i loro comportamenti hanno un peso straordinario nella lotta ai cambiamenti climatici ma soprattutto al riscaldamento globale.

Ogni nostra azione si trasforma in emissione di gas climalteranti. Ad esempio, le città di tutto il mondo generano emissioni inquinanti a causa degli impianti di riscaldamento, del traffico urbano e delle attività industriali.

Ne deriva che i centri urbani del pianeta sono responsabili del 70% delle emissioni di CO2 derivanti dall’utilizzo di combustibili fossili (principalmente petrolio e gas) nel settore energetico e dei trasporti.

Nelle città italiane, secondo il Politecnico di Milano, il 64% delle emissioni di CO2 deriva proprio dagli impianti di riscaldamento, contro il 10% derivante dal traffico veicolare e il 26% derivante da attività industriali.

Sempre in Italia, su dati dell’Osservatorio Autopromotec relativi a 5 città italiane (Milano, Genova, Firenze, Parma e Perugia), si è riscontrato che gli impianti termici per il riscaldamento degli edifici hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di CO2 in ambito urbano che è fino a 6 volte superiore rispetto all’incidenza del traffico veicolare.

Secondo un recente Rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, in tutto il mondo ogni anno muoiono 6,5 milioni di persone a causa di inquinamento domestico e ambientale. L’80% degli abitanti delle aree urbane è esposto a livelli di inquinamento di molto superiori rispetto alla soglia di sicurezza stabilità nelle linee guida dell’Oms.