Survey

Contenuti online, metà degli europei si lamenta del geoblocking

di |

L’ultimo sondaggio di Eurobarometro evidenzia che gli europei, soprattutto i giovani, vogliono accedere ai servizi a pagamento in tutta la Ue senza limiti. Nei prossimi mesi la riforma della Commissione sul diritto d’autore.

Uno degli aspetti più spinosi della strategia per la realizzazione del Mercato Unico Digitale riguarda le pratiche di geoblocking.

Il Commissario Ue alla Digital Economy Günther Oettinger sta lavorando in sinergia con gli eurodeputati per trovare la via migliore.

A luglio il Parlamento Ue ha invitato la Commissione a proporre soluzioni con l’obiettivo di migliorare l’accessibilità transfrontaliera a servizi di contenuti protetti dal diritto d’autore.

Si tratta di una problematica importante che necessita di rapide soluzioni proprio in vista della realizzazione del Digital Single Market.

Il tutto rafforzato dalle richieste avanzate sul fronte consumer. Secondo un recente sondaggio dell’Eurobarometro, infatti, quasi un europeo su tre vorrebbe accedere ai servizi online di contenuti a pagamento anche quando si sposta da un Paese all’altro della Ue.

Guardare, quindi, film, ascoltare musica online o leggere eBook senza dover subire i limiti previsti dalle pratiche di geoblocking.

Una necessità avvertita soprattutto dai più giovani, il dato sale infatti al 58% tra gli europei che hanno tra i 15 e i 24 anni e al 46% tra quelli con età compresa tra i 25 e i 39 anni.

Il sondaggio realizzato da Eurobarometro e pubblicato il 28 agosto evidenzia che l’accesso transfrontaliero ai contenuti online crea ancora notevoli disagi: il 56% degli europei sostiene di aver avuto problemi ad accedere a un servizio previsto per gli utenti di altri Paesi europei.

Mentre solo l’8% di tutti gli utenti internet europei ha provato ad accedere a questi servizi, la percentuale sale tra i giovani (15-24 anni) che sono almeno uno si cinque.

Questi dati indicano anche che la domanda di accesso ai contenuti legali transfrontalieri sta crescendo in modo molto forte. Gli abbonamenti ai contenuti online, specie per l’audiovisivo e la musica, sono in rapido sviluppo: la spesa consumer per i servizi video a pagamento è aumentata del 147,5% nel 2013, secondo i dati offerti da un altro studio indipendente.

La mission della Ue, che nei prossimi mesi presenterà le nuove regole per riformare il diritto d’autore nell’ambito del Mercato Unico Digitale, sarà quella di garantire la portabilità degli abbonamenti online in tutta la Ue e facilitare l’accesso transfrontaliero ai contenuti digitali.

La Commissione Ue dovrà farlo in tempi rapidi anche perché, stando all’ultimo Rapporto Akamai, il traffico online generato dalla visione di contenuti via web sta crescendo a ritmi inarrestabili.

Questo in altre parole vorrà anche dire che le emittenti televisive tradizionali dovranno attrezzarsi per essere in grado di offrire streaming di contenuti video in diretta, in alta qualità e a un pubblico sempre più vasto.

Akamai-01

Il pubblico, indica Akamai, è ormai abituato ad accedere a contenuti in streaming per integrare l’esperienza di visione dei propri programmi Tv preferiti, ad esempio in occasione di grandi eventi sportivi. Nel 2014, i Mondiali di Calcio in Brasile hanno stabilito un impressionante record di visualizzazioni di video online, con picchi di traffico pari a 6,9Tbps (6,900,000,000,000 bit di informazioni al secondo!!) registrati da Akamai durante la semi finale tra Olanda e Argentina del 9 luglio. Alcune partite, poi, hanno registrato un’audience online di oltre 5 milioni di spettatori.

 

Sempre Akamai informa che il matrimonio tra il Principe William e Kate Middleton nel 2011 ha registrato 2,9 milioni di streaming contemporanei, raggiungendo picchi di traffico pari a 1,3Tbps. Insignificante, però, se confrontati con il traffico online registrato sulla piattaforma Intelligente di Akamai durante le olimpiadi di Sochi che è stato di oltre il 70% superiore rispetto a quello registrato ai Giochi Olimpici di Londra 2012. E durante la Coppa del Mondo di Calcio in Brasile, dopo soli 6 mesi, il tasso di picco di traffico è raddoppiato.