Regolamento eIDAS

Con Spid accesso alla Pa digitale nel resto dell’Ue (Cambiare residenza, aprire conto corrente)

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Grazie al progetto CEF-FICEP, il primo “server transfrontaliero italiano”, i cittadini italiani possono accedere ai servizi pubblici digitali di qualsiasi Paese europeo semplicemente attraverso SPID e prossimamente anche con la carta d’identità elettronica. I vantaggi del Regolamento eIDAS.

Se vuoi cambiare residenza e trasferirla in uno dei Paesi dell’Unione europea esistono due modalità: quella tradizionale con carta, burocrazia e gincana tra gli uffici pubblici italiani e stranieri, e quella digitale, che consente di effettuare online il cambio di residenza. Quest’ultima scelta è possibile grazie al progetto CEF-FICEP, il primo “server transfrontaliero italiano”, che permette i cittadini italiani di accedere ai servizi pubblici digitali di qualsiasi Paese europeo semplicemente attraverso lo SPID e prossimamente anche con la carta d’identità elettronica.

Contemporaneamente, i cittadini stranieri potranno utilizzare i propri sistemi di identificazione elettronica nazionali per accedere ai servizi online delle Pubbliche amministrazioni e dei privati italiani, per esempio pagare una multa autenticandosi con la propria identità digitale sul sito di un Comune italiano.

Il nodo eIDAS italiano e il percorso di adesione delle PA

Per semplificare le interazioni digitali con le pubbliche amministrazioni europee, l’AgID, in collaborazione con Infocert, Politecnico di Torino e Tim, ha realizzato nel 2017 il nodo eIDAS nazionale.

Il nodo abilita le PA italiane a rendere accessibili i propri servizi online anche ai cittadini europei tramite le loro rispettive identità elettroniche. Allo stesso tempo permette ai cittadini italiani dotati di credenziali SPID di accedere ai servizi digitali delle Amministrazioni aderenti alla federazione dei Nodi eIDAS europei.

Il nodo garantisce:

1) la circolarità delle identità digitali europee;

2) la sicurezza e la privacy degli scambi informativi;

3) il valore legale delle comunicazioni.

Il percorso di adesione degli Stati europei al nodo italiano sta andando avanti. Le pubbliche amministrazioni stanno lavorando per aumentare il numero di servizi online disponibili attraverso il Login with eIDAS.

Al momento risultano già connessi al nodo Paesi come la Svezia, il Belgio, la Grecia, Spagna e l’Estonia.

Usufruire già dei servizi digitali della Repubblica Baltica

Già oggi, ad esempio, se un cittadino italiano clicca sul portale della Repubblica Baltica può usufruire con SPID di tutti i servizi messi a disposizione dal Paese più digitale d’Europa.

Con il progetto FICEP è stata, inoltre, migliorata l’esperienza utente del cittadino: nei Paesi aderenti al nodo, l’autenticazione europea può essere avviata semplicemente utilizzando un apposito bottone che riporta la dicitura “Login with eIDAS”.

Nell’ottica di facilitare il percorso di adesione delle PA italiane, AgID ha anche realizzato la piattaforma eid.gov.itche offre indicazioni e supporto operativo alle amministrazioni per agevolare la loro connessione al nodo.

L’adesione al Regolemento eIDAS

Questa è la strada per creare un’Europa sempre più digitalmente integrata. Occorre che tutti i Paesi europei completino l’adesione al Regolamento eIDAS, che impone il riconoscimento transfrontaliero dei sistemi d’identificazione elettronica degli Stati membri e getta le basi normative per la creazione di un’identità digitale europea.

L’eIDAS (electronic IDentification and Authentication Services) è entrato in vigore il primo luglio 2016 e costituisce uno dei tasselli normativi principali per il mercato unico digitale, rappresentando un importante elemento facilitatore tra privati, aziende e Pubblica Amministrazione, equiparando di fatto il valore legale di alcune operazioni elettroniche in tutta Europa. Quando l’eIDAS sarà pienamente operativo in tutta l’Unione, i cittadini e le imprese dell’UE avranno la possibilità di utilizzare le identità elettroniche (eID) per accedere ai servizi pubblici online in altri Stati membri, che sono liberi di decidere se rilasciare o meno le identità digitali, ma tutti devono riconoscere l’eID di altri Stati membri che sono già state erogate.