Lâincontro è stato aperto dal Presidente del CDTI che, dopo il rituale saluto agli intervenuti e allâOspite, ha effettuato una breve introduzione, ricordando che lâobiettivo del CDTI con il ciclo di âIncontri conâŚ.â è di aprire un dibattito con tutti gli stakeholder sul tema della trasformazione digitale e sulle implicazioni da questa indotte a livello industriale, economico e sociale. Presentando lâOn. Federico DâIncĂ ne ha ricordato la biografia, il percorso di studi e gli impegni nel volontariato.
Immediatamente dopo ha preso la parola lâOn. DâIncĂ , che ha esordito ricordando ai partecipanti in cosa consista nello specifico la sua attivitĂ di Questore nella gestione economica della Camera e lâopera di trasformazione strutturale (e.g. lâammodernamento dei processi che ha portato ad una riduzione del consumo annuo di carta dellâ80%), proseguendo poi con una riflessione sullâattuale assetto del Movimento, le principali attivitĂ , quali il piĂš recente Decreto âConcretezzaâ, sullâimpegno nella restituzione di parte significativa degli emolumenti, e concludendo con un analisi dello stato dellâarte dei principali progetti attuativi in corso nellâambito della PA, quali: ANPR, SPID, PAGO PA, APP IO, il sostegno alle Startup, alla Blockchain, e le iniziative nel campo della Banda larga, del 5G e dei 700 Mhz.
A questo punto la parola è passata ai Soci del Club, che hanno indirizzato allâOn. DâIncĂ una serie di domande.
Gilberto Avenali, prendendo la parola per primo, ha ricordato lâanomala struttura degli appalti pubblici, caratterizzata da una catena in cui il Committente affida nella quasi totalitĂ dei casi il mandato progettuale e realizzativo ad una ristretta cerchia di grandi aziende, assegnando loro âde factoâ anche  il compito di scegliere, tra una âpletoraâ di PMI quelle âeletteâ a partecipare nel ruolo di sub appaltatori. Una filiera nella quale le piccole imprese finiscono altresĂŹ con il finanziare per 7-8 mesi lo Stato da una parte, con il pagamento anticipato dellâIVA e, dallâaltra le grandi aziende. Per uscire da questa situazione di grande difficoltĂ egli ha proposto di alzare la soglia dellâIVA per cassa dai 2 milioni attuali a 4-7 mln,  evitando la âflat taxâ, che, a suo avviso, non avrebbe invece alcun effetto concreto.
Raffaele Barberio ha segnalato che manca âuna strategia sul digitaleâ, contestando che lâANPR, enfatizzata dallâOn. DâIncĂ possa comportare vantaggi aggiuntivi concreti; intervenendo sulla dismissione dei âdata centerâ pubblici e privati, che secondo lâOn. DâIncĂ dovrebbero passare da 22.000 a 4, Raffaele ha posto un quesito di cruciale importanza a proposito dei dati in esso contenuti. La sua preoccupazione è dove questi finiscano, visto che, come sembrerebbe, sono candidati a questo scopo Amazon, Microsoft, Oracle e Sales Force. Continuando nel suo intervento ha poi espresso lâauspicio che un nuovo âIntergruppo Innovazioneâ, con un approccio diverso dal precedente, possa cambiare marcia per assumere un ruolo di guida e di indirizzo, modificando in concreto le procedure.
A questâultimo proposito è intervenuto Alberto Cappiello, sostenendo che oltre alla modifica normativa si debba lavorare sulla fase attuativa, dando a tutte le PA, tutto ciò che serve operativamente per il loro pieno e totale recepimento, evitando che si creino zone franche, in cui le nuove regole non vengano applicate.
Fabrizio Giacomelli ha fatto notare che il PIL, la produttivitĂ e altri indicatori segnalano una oggettiva condizione critica del Paese, generando un ulteriore arretramento rispetto agli altri Stati membri dellâUE. Per uscire da questa condizione drammatica ha suggerito con determinazione di dare un forte impulso a Ricerca e Sviluppo. Ha anche voluto ricordare che lâItalia ha pochi primati, che non dovrebbero essere persi: il primo, quello Unesco, che sostanzialmente non ci sorprende come lâaltro, quello della maggiore attrattivitĂ per lâinnovazione dal punto di vista fiscale; questo primato, conseguito grazie al âcredito dâimpostaâ, meriterebbe di non essere perso. La preoccupazione però è che le modifiche attualmente allo studio dellâimminente Decreto âCrescitaâ vadano non solo a modificarne la natura stessa e lâefficacia ma anche a il percorso su cui gli imprenditori avevano creduto, investendo.
Elisabetta Zuanelli ha avviato il suo ragionamento, sottolineando che il nostro Paese si trova in uno stato di subalternitĂ nei confronti delle grandi multinazionali della tecnologia e della consulenza. I âgigantiâ dellâeconomia digitale con un sistema oligopolistico, tra i proprietari/gestori di rete, da una parte e i produttori/gestori di contenuti, dallâaltra, esercitano un condizionamento estremamente pesante. Elisabetta ha ribadito che il tema della ricerca e dello sviluppo dovrebbe essere declinato come incubatore nellâeconomia della conoscenza, accompagnando i giovani in unâacquisizione delle competenze piĂš strutturata e profonda. Viste le carenze di bilancio, ha proposto la nascita di una strategia digitale del Paese, capace di andare a prendere le risorse alla fonte, nei progetti annuali delle pubbliche amministrazioni, Â negoziando con le aziende maggiori, quelle che ogni anno si aggiudicano la quasi totalitĂ degli appalti, una quota parte dei ricavi per destinarli a imprese innovative, reti di imprese, raggruppamenti tra imprese e universitĂ .
Maria Pia Giovannini, riprendendo le osservazioni di Raffaele Barberio, ha tenuto a evidenziare che lââANPRâ ha avviato un processo di semplificazione e di correlazione che favorisce virtuosamente lâinnovazione. La stessa cosa vale per âPago Paâ. Maria Pia ha tenuto sia a sottolineare lâimportanza di questi meccanismi sia che la positiva e proficua attenzione della Politica. Anche Lei ha invocato una semplificazione delle âGareâ, auspicando lâadozione di meccanismi di regolazione e di semplificazione dei rapporti tra tutti gli operatori pubblici e privati.
Stefania Blandini ha allargato le sue considerazioni alla dimensione europea, preoccupandosi della riduzione degli spazi di sovranitĂ nello sviluppo, chiedendo se esistano un programma M5S sullâeconomia digitale, oltre alla disponibilitĂ concreta a fare âsistemaâ con le altre forze politiche, come PD e FI, per trascinare lâUE, partendo dallâItalia, Paese nel quale è nata la civiltĂ .
Sante Dotto ha rilevato che recentemente il Consiglio dell’UE  ha approvato il “Piano coordinato sull’AI ” e il relativo allegato sullo sviluppo e l’utilizzo dellâAI. Nelle conclusioni, al punto 14, il Consiglio incoraggia gli Stati membri a porre in essere entro la metĂ del 2019 strategie o programmi nazionali in materia di AI o a includerla in altri programmi. A questo proposito Sante ha domandato se sia stata avviata ed in quale sede la sua predisposizione. Nella sua conclusione Sante ha offerto la collaborazione del CDTI alle attivitĂ preliminari o consultive finalizzate alla redazione finale della strategia e dei relativi programmi attuativi.
Enrico Luciani, ha evidenziato che la maggiore attenzione data alle startup rispetto alle PMI, possa paradossalmente favorire il mondo straniero. Enrico ha poi aggiunto che un Paese fondato sulle PMI (5.000 nel settore ICT, 500.000 addetti), debba avere una strategia al pari di Germania e Francia. Nelle gare della PA e delle principali aziende dello Stato, raramente è prevista una norma antitrust negli RTI, non ci sono norme premiali per  startup e PMI (Consip ed Enel hanno iniziato a farlo), nÊ dimensioni tali da consentire la costituzione di RTI di PMI, al riparo dalla concorrenza dei Big. Le PMI costrette al subappalto non sono aiutate dalla legge degli appalti che ha irrigidito il sistema. Al termine Enrico ha domandato cosa il M5S intenda fare per attuare il dettato Europeo per favorire la crescita delle PMI e quale dei suggerimenti sopra indicati o similari siano ad avviso del M5S attuabili nel breve.
Arturo Veneruso a proposito del codice degli appalti, ricordando lâimpegno del CDTI negli anni scorsi su questo tema, ha chiesto se il nostro Club possa finalmente essere ammesso come interlocutore per presentare proposte di cambiamento.
Gianni Orlandi ha domandato se il Governo del âcambiamentoâ, essendo lo sviluppo il suo obiettivo, con un Paese che viaggia allâ1% di investimenti in ricerca, abbia predisposto un piano per poter essere competitivi, replicando il modello Obama del 2008, o quello della commissione âDaddaâ, che allâepoca del governo Craxi lavorò per portare gli investimenti in ricerca alla fine degli anni â80 dallâ1,5% al 3% (senza però poi raggiungerlo).
Ettore Alloggia, tornando sul tema degli appalti e dei sub appalti, ha sviluppato un ragionamento sia sui meccanismi di partecipazione alle gare, sia su quelli di selezione, sia su quelli di aggiudicazione. Il quadro che è arrivato a delineare esprime lo stato di un sistema resistente al cambiamento, pieno di cavilli che, da un lato, condizionano lâaccesso di nuovi entranti, e dallâaltro, impediscono, per la rilevanza degli oneri connessi, lâeventuale ricorso giudiziale.
Massimo di Virgilio, prima di passare la parola allâOn. DâIncĂ per i saluti, concludendo i lavori, ha sottolineato il disagio e la difficoltĂ del settore che  continua ad incontrare molte difficoltĂ . Ha anche ricordato che la militanza pluriennale in grandi aziende di molti Soci rende il Club, un soggetto culturalmente terzo, equidistante e privo di atteggiamenti di contrapposizione a priori. Se in un Paese come il nostro ci sono pochissime grandi aziende – due sole superano il miliardo di euro, una dimensione molto lontana da quella delle major internazionali -, e una miriade di piccole aziende, con limitate capacitĂ di crescita evidenzia un problema storico e strutturale, come dimostra plasticamente la limitata capacitĂ di internazionalizzazione. La responsabilità è di tutti gli attori in campo, la situazione è complessa e i meccanismi sono complicati. Massimo ha rimarcato la necessitĂ di attivare un dialogo con la Politica sia sulla âcomplessitĂ â, per delineare le traiettorie future, sia sulle âcomplicazioniâ, per sciogliere grovigli formali e strumentali. Da Presidente del CDTI ha tenuto a sottolineare quanto grande sia la passione dei Soci e quanta determinazione abbiano nel voler  ârestituireâ ai giovani, cui sarĂ dedicata lâAssemblea dâEstate, lâesperienza e la competenza costruita e accumulata in molti anni, attivando un passaggio di testimone nel miglior modo possibile per evitare la migrazione âignotaâ, di cui nessuno parla. Massimo ha concluso rivolgendosi allâOn DâIncĂ , chiedendogli formalmente se non sia arrivato il tempo di un confronto rapido e continuo.
LâOn. DâIncĂ ha immediatamente risposto con un sĂŹ estremamente chiaro, evidenziando il suo grande impegno sul tema digitale e dichiarandosi disponibile a ricevere riflessioni, analisi, proposte che possano consentire di approfondire temi di interesse su tutte le problematiche connesse con il âdigitaleâ.