Il caso

Canoni frequenze tv, salta l’emendamento al Milleproroghe

di |

Non accolto l’emendamento del Governo al Milleproroghe che prevedeva il passaggio di competenze da Agcom a MiSE per i canoni frequenze.

Salta l’emendamento al Milleproroghe riguardante i canoni per l’uso delle frequenze televisive in digitale terrestre.

Dopo la bagarre dei giorni scorsi e lo scontro che ha acceso i toni della politica, non sono stati accolti i cambiamenti voluti dal Governo che prevedevano un passaggio di competenze in materia dall’Agcom al Ministero per lo Sviluppo economico e un ritorno dei canoni sui livelli del 2013.

In materia radiotelevisiva è infatti stata approvata solo una riformulazione tecnica di vari emendamenti.

Al momento quindi per il pagamento dei canoni bisogna far riferimento al decreto Ministeriale dello scorso gennaio, che prevede il versamento di un acconto pari al 40% di quanto pagato nel 2013.
Un decreto ‘tampone’ in attesa che l’esecutivo predisponga una nuova norma che permetta di superare la delibera Agcom dello scorso settembre, che ha introdotto il nuovo sistema di calcolo per i canoni delle frequenze in linea con la Legge Passera-Monti, considerata però dal Governo ormai superata.  In base al provvedimento Agcom, Rai e Mediaset non pagheranno più rispettivamente 26 e 17 milioni di euro – come nel 2013 – ma da 3 a 13 milioni di euro ciascuno. Aumentano le spese anche per le Tv locali.

La situazione comunque resta al momento in standby, ma non potrà durare a lungo. Secondo qualcuno il Governo ripresenterà l’emendamento nel decreto su banche e investimenti. Vedremo.