Call center, diritti dei lavoratori: denuncia dei sindacati all’UE

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Parte oggi la raccolta di firme per una denuncia alla Commissione Europea relativa all’errata trasposizione dei contenuti della Direttiva Europea 2001/23 in materia di tutele dei diritti dei lavoratori.” Lo annunciano le Segreterie Nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, nell’ambito delle iniziative che porteranno allo sciopero generale e alla notte bianca dei call center il prossimo 21 novembre.

Le crisi occupazionali che colpiscono migliaia di lavoratori – prosegue la nota – non sono figlie della crisi economica ma di un vuoto normativo che permette, nella successione dei medesimi appalti, di cambiare fornitore e lasciare disoccupate migliaia di persone. In tutti gli altri Paesi europei la successione e il cambio di appalto è gestito attraverso tutele occupazionali, che nascono dalla direttiva, che tutelano i lavoratori, il loro salario e i loro diritti nel cambio di fornitore.”

In Italia no! Nel cambio di appalto si agisce unicamente attraverso la compressione di salari e diritti in modo tale da garantire al committente il prezzo più vantaggioso e scaricando i costi sulle tasse dei cittadini (gli ammortizzatori sociali e gli incentivi) e sui lavoratori. Tale norma ha anche l’effetto di definire un modello industriale, perché la difesa delle competenze e della qualità induce le aziende a qualificarsi per la capacità di offrire servizi di qualità a prezzi migliori, garantendo un più elevato standard di servizi ai cittadini che in questo modo non vivono, come accade in Italia, i call center come molestatori.”

Per questo le Segreterie Nazionali raccoglieranno le firme dei lavoratori del settore, l’obiettivo è quello di superare le 10.000 adesioni,  per inviarle al Presidente della Commissione Europea chiedendo un intervento sulla materia. L’Europa non è solo burocrazia – concludono i sindacati –  ci sono decisioni europee che se recepite in Italia migliorerebbero di molto la qualità dei servizi e la vita dei lavoratori.”