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Big data e plastica riciclata: le piste ciclabili diventano smart road. Bike economy italiana vale 12 miliardi di euro

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Le città sono sempre più inquinate e la bicicletta è scelta come mezzo di spostamento da un numero crescente di persone. Arriva la ciclabile smart componibile, facile da montare, economica, con sensori integrati e sistemi di illuminazione intelligenti.

Le piste ciclabili in Italia sono cresciute più del 21% nell’ultimo anno, raggiungendo una lunghezza complessiva di 93.500 chilometri, secondo dati pisteciclabili.com. Negli ultimi cinque anni le attività di noleggio delle biciclette sono aumentate del 50%, mentre le ciclofficine e i punti di “rent a bike” hanno superato le 2.300 unità, secondo statistiche Istat e Uecoop.

Pochi numeri che fanno capire quanta economica gira ormai attorno alle due ruote a pedali, le biciclette, un mezzo principe per gli spostamenti di un tempo e oggi riscoperto come soluzione vantaggiosa per la mobilità pulita e per il benessere psicofisico della persona.

Secondo dati Legambiente dell’anno passato, elaborati assieme a VeloLove e GRAB+, il fatturato generato dall’insieme degli spostamenti a pedali è di oltre 12 miliardi di euro l’anno nel nostro Paese (produzione di bici e accessori, ciclo-turismo e insieme delle esternalità positive generate dai cittadini in bicicletta), ma potrebbe facilmente superare i 22 miliardi l’anno.

Si tratta di quello che gli autori dello studio hanno chiamato “Prodotti interno bici” o PIB, legato alla bike economy emergente soprattutto in città per la necessità di ridurre le emissioni di gas serra, tra cui il diossido di carbonio (CO2), le polveri sottili (PMx), idrocarburi (HC), ossidi di azoto (NOx) e biossido di zolfo (SO2).

Le città di tutto il mondo emettono il 70% delle emissioni di CO2 globali, ma recentemente si è scoperto, grazie ad uno studio pubblicato dal programma C40 Cities, che l’impronta “carbonica” di alcune delle città più grandi è maggiore del 60% rispetto a quanto stimato in precedenza.

Ma due ruote a pedali significano anche piste ciclabili e tanta innovazione. Grazie alla ricerca della startup Revo, vincitrice della 2° edizione di IDEA – Innovation Dream Engineering Award, concorso dedicato agli innovatori promosso dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, oggi è possibile costruire una ciclovia usando come materiali semplice plastica riciclata e tanta tecnologia.

In tal modo la pista ciclabile si trasforma in una smart road, dotata di illuminazione integrata e sensori diffusi. Caratteristica principale della ciclopista è la sua struttura modulare, che consente l’utilizzo di tratti di strada prefabbricati ottenuta da plastica e gomma riciclate.

La pista ciclabile componibile si adatta ad ogni tipo di terreno, senza bisogno di particolari interventi preparatori, cosa alquanto vantaggiosa per le amministrazioni comunali, che vedrebbero ridursi i costi e i tempi di realizzazione.

Al suo interno sono integrati sia il sistema di illuminazione a LED, sia la sensoristica per il controllo dell’inquinamento dell’aria e della qualità della pista.
Grazie alla tecnologia utilizzata, il sistema di illuminazione del tracciato si abbassa o si spegne, nel caso in cui non passasse nessuno, per riaccendersi al primo ciclista in arrivo, con grande risparmio di consumi energetici.
I sensori che monitorano il percorso danno indicazioni in tempo reale su eventuali danni alla superficie ciclabile, favorendo la manutenzione predittiva e sul volume di traffico delle due ruote.
Anche la bicicletta genera dati, dunque, prenotando un posto di rilievo nella data economy nazionale.

Lungo una pista del genere, sia all’interno di una città, ma soprattutto in percorsi extraurbani, grazie proprio alla grande mole di dati raccolta dai sensori, potrebbero facilmente nascere servizi di dockless bike, vale a dire app di sharing che mettono a disposizione biciclette senza stazioni, oppure i classici sharing point, di cui l’Italia comincia a dotarsi diffusamente: sono 40 mila le biciclette da condivisione a disposizione degli utenti in 265 Comuni italiani (Rapporto nazionale sulla Sharing Mobility).